Discussione:Darío Castrillón Hoyos

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Sezione sulla pedofilia

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Non mi pare un pronunciamento di rilevanza enciclopedica. Il Cardinale ha tenuto moltissime conferenze e non capisco perché sia rilevante citare proprio questo passaggio. -- AVEMVNDI  21:05, 17 mar 2012 (CET)Rispondi

La sezione deve essere completata: in particolare il cardinale si rese protagonista di una polemica riguardo il modus operandi che le alte gerarchie del clero avrebbero dovuto adottare nel caso in cui fossero a conoscenza – anche al di fuori del segreto confessionale – di casi di pedofilia da parte dei loro subordinati. La presa di posizione di Castrillon Hoyos fu risolutamente disapprovata il 15 aprile 2010, con un comunicato del portavoce della Santa Sede e direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi. Oltre ad alcuni altri significativi eventi riguardanti lo stesso tema, come il caso Trupia.--Zhuang (msg) 10:00, 18 mar 2012 (CET)Rispondi
Riguardo alla frase oggetto di modifica: citi due affermazioni differenti. In una il cardinale si congratulerebbe con il vescovo Pican per non aver denunciato il presbitero per voler difendere il segreto "professionale", nell'altra lo stesso cardinale parla di punire i responsabili, ma si domanda se possano tornare in seguito a fare i preti. Sono due enunciati profondamente diversi. La prima affermazione è stata criticata da p. Lombardi, la seconda non è giustificazione della prima. -- AVEMVNDI  20:28, 18 mar 2012 (CET)Rispondi
Ma di cosa parli? Quando Hoyos afferma che "il vescovo la punisce secondo quanto può fare per il diritto: la sospende o la manda in un'altra parrocchia. Questo è punirla, non è lasciarla impunita, non è copertura. Questo significa rispettare la legge, come fa la società civile, come accade a medici e avvocati, che non perdono per sempre il diritto di esercitare", Hoyos difende il (presunto) diritto del prete a restare prete, ossia a continuare ad esercitare le proprio ministero, così come accade per le categorie civili. Così come accaduto con il caso Pican.--Zhuang (msg) 20:41, 18 mar 2012 (CET)Rispondi
Il caso Pican riguardava un vescovo che non volle denunciare il suo presbitero, non un presunto diritto del prete a restare prete. -- AVEMVNDI  20:43, 18 mar 2012 (CET)Rispondi
Per l'appunto: non denunciandolo ha permesso al prete di rimanere prete, che è la medesima rivendicazione di Hoyos.--Zhuang (msg) 20:52, 18 mar 2012 (CET)Rispondi
Ma niente affatto: uno può essere prete anche in carcere. Ma da una parte si parla di denuncia all'autorità civile, dall'altra di altre cose (pene canoniche, recuperabilità). La parte contestata da p. Lombardi è appunto quella della collaborazione con l'autorità civile, che è ritenuta dalla Santa Sede un passo utile per combattere il fenomeno. Infatti dopo l'intervista alla CNN non ci fu nessun nuovo intervento di p. Lombardi. -- AVEMVNDI  21:03, 18 mar 2012 (CET)Rispondi

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