Discussione:De ira
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Seneca intende l'ira come una passione sfrenata, un furor che si avvicina alla follia, come quell'amore smodato che si dice uccise il poeta Lucrezio. Prende come esempio di ira l'imperatore Caligola, sulla cui figura riversa ogni sua vendetta in quanto aveva rischiato la vita: Caligola, invidioso della retorica affabile di Seneca, aveva ordinato la condanna a morte del filosofo, il quale era riuscito a salvarsi grazie all'intervento della sorella dell' imperatore.
Dedicata al fratello Novato, il "De ira" è un manuale in cui vengono descritte le manifestazioni e vengono consigliati rimedi per prevenirla e curarla, come ad esempio l'utilizzo dello specchio, lo strumento-simbolo per emendare i propri vizi e coltivare i propri pregi, come sosteneva il pensiero del filosofo Sestio a cui lo stesso Seneca aderì. Lo specchio mostra alla persona adirata i suoi lineamenti sconvolti e la paurosa immagine che vede fa istantaneamente placare l'ira.
Seneca propone come altro metodo di cura per l'ira l' esame di coscienza, sottoponendo a se stessi una diligente inchiesta sulle azioni compiute nella giornata; questo metodo lo proporrà al suo amico-discepolo Lucilio nella Epistola 28
Corso di formazione
modificaStiamo editando queste pagine nell'ambito di un corso di formazione per docenti--Chelidon2017 (msg) 17:07, 5 nov 2018 (CET).