Discussione:Graziella Urbinati

Ultimo commento: 2 anni fa, lasciato da Galessandroni in merito all'argomento Sulla rilevanza enciclopedica

A seguito note ricevute sul testo Gaziella Urbinati invio mie note

Premessa: sto cercando di recuperare la memoria storica e enciclopedica di una serie di intellettuali del periodo 1940 che hanno partecipato a vari progetti culturali e che hanno contribuito a far conoscere ai ceti più popolarti la cultura e le arti. Certamente in quei anni essere donna era più complicato e il maschilismo anche tra gli intellettuali non era un opzione. La società di allora non aveva la cultura della memoria e dell’archiviazione e pertanto rimane difficile trovare le fonti, ma, credo, che sta a noi cercare di ricostruire e rendere giustizia a chi a dato tanto ma ha ricevuto poco. Bisogna guardare e giudicare con gli occhi di quella società.

Graziella Urbinati fu un intellettuale che si confronto con diverse arti. Possiamo trovare negli anni 40 due sui primi lavori (acquarelli) esposti a Trezzo d’Adda presso la Biblioteca Civica Alessandro Manzoni. Dopo la guerra con altri famosi pittori ritroviamo sue opere esposte in una nostra collettiva a Vienna presso l’Istituto Italiano della Cultura che è ed era una istituzione del Ministero degli Esteri Italiano che ha la funzione di portare la cultura italiana nel mondo. Una cosa importante da tenere conto che nella cultura di sinistra di dopo la 2° guerra mondiale era di fare iniziative collettive che non avevano al centro l’individualità. Questo principio la ritroviamo nella partecipazione dell’Urbinati a mostre collettive della fine anni 40. Vene ricordata anche dall’assessorato della cultura del comune di Roma come partecipante attiva alla Banda del Portonaccio.

Stesso problema lo troviamo nel suo lavoro di costumista cinematografico che si relazione anche con quello di illustratrice. Fu capo costumista e scenografico di innumerevoli film tra gli anni 50 e 60. Ma se non era nessuno come mai la ritroviamo in tutte le locandine. Era molto apprezzata dal mondo di Cinecittà.

Altro problema era il suo lavoro da illustratrice. Collaborò con Gianni Rodari alla realizzazione di varie illustrazioni su giornali o libri. Ma anche qui c’era un problema culturale di quel tempo che ho riscontrato anche con altri intellettuali. Non era fondamentale nella cultura di sinistra avere al centro il Copyright. Tantissime opere non furono nemmeno firmate. In quel mondo funzionava cosi per la maggior parte delle persone. Ne ho parlato ultimamente, prima della sua morte, con Amedeo Gigli (Illustratore, scrittore e divulgatore scientifico) e anche lui mi confermò che fino al 1960 non aveva mai scritto sulle sue opere il suo nome.

Di Graziella Urbinati, di Rita Thermes, Flora Capponi e Giulia Mafai possiamo ritrovare citati i loro nomi nel libro di Paola Pallottino: “Le figure per dirlo. Storia delle illustratrici italiane” edito da Trecani pubblicato nel 2019

Per concludere ho cercato di far conoscere Graziella Urbinati inquadrata in quel periodo storico. La considero una importante intellettuale di cui ancora dobbiamo scoprire tante cose. Lo studio deve essere in itinere e secondo me ha una sua valenza enciclopedica ed è importante ma da aggiornare nel tempo. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Nonricordo1949 (discussioni · contributi) 12:37, 8 nov 2021 (CET).Rispondi

Sulla rilevanza enciclopedica modifica

Salve a tutti,

posso essere d'accordo sulla scarsità delle fonti, ma non sulla rilevanza enciclopedica di questa voce.

Prima che la voce su Graziella Urbinati venisse scritta, lei era già citata nelle seguenti voci:

Inoltre, la scrittura di questa voce era richiesta nei progetti:

Premesso questo, l'unica cosa possibile è migliorare quanto possibile la voce. Sennò chi lo sente il Progetto:WikiDonne?

Giacomo Alessandroni Parliamone! asd 19:10, 22 nov 2021 (CET)Rispondi

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