Discussione:Italo-brasiliani

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Emigrazione Italiana in Brasile modifica

Oltre ai calciatori, alle soubrettes ed a qualche, peraltro, discutibile ministro, la comunità Italiana in Brasile ha sempre essenzialmente contato su, oltre alle famiglie Matarazzo e Torre ed a quel disoccupato che ha inventato il formaggio più venduto del Brasile ..il "Catupiry", a titolo di esempio, anche su: le piccole e medie imprese di origine italiana: Una ricerca svolta nella seconda metà del 2001 nell’area metropolitana di San Paolo e nel Rio Grande do Sul, somministrando un questionario di rilevazione a 277 imprenditori di origine italiana (di San Paolo e del Rio Grande do Sul) per identificarne caratteristiche, potenzialità e bisogni. La rice rca ha individuato le diverse tipologie di imprese nate in contesto emigratorio: - quelle di "nicchia etnica", che si sono insediate come risposta a fabbisogni di consumo tipici degli italiani emigrati (in particolare prodotti agro-alimentari o di abbigliamento non reperibili sul posto), - quelle che hanno coperto fabbisogni locali non toccati dagli autoctoni (produzioni di beni e servizi ad alta intensità di manodopera), - quelle che partendo da una specificità etnica, si sono evolute come soggetti di intermediazione tra il mercato locale e quello globale (commercio estero, turismo, ecc.). La maggior parte delle imprese oggetto di analisi sono giovani: il 60% costituito dopo il 1981 contro il 30% prima del 1973, il 30% negli ultimi 10 anni contro il 18% prima del 1965. In Brasile gli italiani hanno realizzato le proprie imprese contando quasi esclusivamente sulle proprie forze, con scarsi contributi esterni sia in termini di servizi, sia in termini di finanziamenti. La base è costituita dai risparmi realizzati direttamente o in ambito familiare in anni di sacrificio, in grande maggioranza nella posizione di lavoratori dipendenti, oppure come successori di una tradizione familiare che si perpetua negli anni e che attraversa intere epoche storiche; nelle imprese di trasformazione di prodotti agro-alimentari, si può ripercorrere il tragitto dei bisnonni, dei nonni, di padri e madri, di figli e nipoti che hanno prima dissodato i terreni, introdotto la varietà di colture e lavorazioni tipiche italiane, commercializzato i prodotti. In effetti, il 76,1% delle aziende analizzate sono state fondate dall’attuale titolare, il 14,9% sono state ereditate e 9% sono state acquistate. In genere si tratta di società a responsabilità limitata (S.r.l.) e di società per azioni (SpA) che coprono il 93% di tutte le imprese. In vari decenni, gli italiani in Brasile hanno sperimentato il lavoro delle fabbriche e dei cantieri e alcuni sono diventati imprenditori edili, meccanici, tessili e dell‘abbigliamento, artigiani,commercianti, trasportatori, fino alle più moderne funzioni di erogatori di servizi di varia natura alle persone o ad altre imprese. I principali settori economici in cui operano le aziende sono l’industria (58,5%) e l’artigianato (18,8%). Molto più limitati sono il commercio (6,5%) e la ristorazione 5,1%).I prodotti e servizi offerti vanno da abbigliamento/tessuti (27,3%) a metalli/plastica (18,6%), ad alimentari (11,4%), ad arredamento/infissi (10,6%). Essi riflettono il maggior orientamento del Brasile verso le attività manifatturiere. La forma di proprietà principale è quella individuale del titolare (42,1%), seguita dalla proprietà congiunta di familiari ed altri soci (26,7%), dalla proprietà dei familiari (22,6%) e dalla proprietà esclusiva di altri soci (8,6%). Per quanto riguarda il numero di familiari coinvolti nell’impresa nel 65,5% delle imprese sono presenti solo 1 o 2 familiari, mentre sono più rari i casi con 3 o più familiari. Per quanto riguarda la presenza di soci non familiari ce n’è solo 1 nel 65% dei casi. Il 44 % delle imprese preferisce collocarsi al centro delle città, il 23,3% nelle periferie e il 21,1% nelle isole pedonali. La grandezza delle imprese in termini di occupati (62,1% al disotto dei 20 dipendenti) così come il fatturato (41,8% meno di 150.000 reais) rivelano che si tratta di aziende di piccole dimensioni, il cui mercato è essenzialmente locale/regionale (63,6%) contro il 32,4% nazionale e il 4% estero, di cui solo il 2,6% di imprese sono presenti sul mercato italiano. Le imprese più piccole sono quelle dei servizi (85% con meno di 20 addetti), seguono poi l’artigianato ed il commercio (73%), mentre nell’industria e nell’edilizia la dimensione della classe di imprese con meno di 20 addetti è circa il 50% del totale. Oltre il 60% delle aziende artigiane fattura meno di 150.000 reais, così come il 44% delle aziende di commercio ed il 42% di quelle dei servizi. Invece, nella fascia più alta di fatturato (più di 1 milione di reais) si trovano il 50% delle aziende edili ed il 30% di quelle industriali.

Penso si debba considerare la realtà della gente che vive fuori dal jetset ma che sostanzialmente contribuisce, anche attraverso le proprie tradizioni allo sviluppo di un Paese, anni fa ..del futuro ed oggi ...davvero del presente !!!

Ferdinando Trella

Paragone con Usa modifica

Questa citazione"(mentre negli Stati Uniti i meridionali erano circa il 90%)" mi sembra campata in aria, che ne pensate? Avete fonti certe? E' necessaria?Grazie --Xanter (msg) 23:22, 13 lug 2011 (CEST)Rispondi

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Ayrton modifica

(scusate ma Ayrton non era italiano) Il suo vero cognome era "Sena", di origine portogheseQuesto commento senza la firma utente è stato inserito da 201.43.34.240 (discussioni · contributi) 05:31, 10 mar 2019 (CET).Rispondi

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