Discussione:Publio Ventidio Basso

Ultimo commento: 8 anni fa, lasciato da Interminatispazi in merito all'argomento Monete di ...
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BLievi problemi relativi alla verificabilità della voce. Un aspetto del tema non è adeguatamente supportato da fonti attendibili. Alcune fonti andrebbero sostituite con altre più autorevoli. Il tema non è stabile e potrebbe in breve necessitare di aggiornamenti. (che significa?)
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Monitoraggio effettuato nel maggio 2013

Precisazioni modifica

Ho aggiunto un paio di note ed una citazione di Gellio. Inoltre, ho aggiunto un po' di {{cn}} nel testo della voce, dato che le affermazioni mi sembravano o un po' celebrative, o non supportate da fonti. Inoltre, riporto qui un pezzetto di un periodo presente nella versione della voce precedente al mio intervento, in cui era scritto che "Questo fu l'inizio della sua illustre carriera militare, intorno all'anno di Roma 697." Questo cosa? Andrebbe specificato. Inoltre, la datazione come è stata dedotta? E cioè: qual'è la fonte? Comunque sia, complimenti a chi ha contribuito alla voce. Solo, un consiglio: perché non aggiungere un po' di fonti quando, per esempio, si parla di Secondo Balena?--Revares (make it quick!) 23:05, 27 gen 2010 (CET)Rispondi

RE: Precisazioni modifica

Ciao Revares, allo stato attuale le fonti sarebbero già presenti nella bibliografia, ma ti aggiungo comunque il testo integrale (fedelmente riportato tra virgolette per evitare copyviol) da dove attingo notizie per ogni segnalazione dei senza fonte:

  • Giuseppe Marinelli, Dizionario Toponomastico Ascolano - La Storia, i Costumi, i Personaggi nelle Vie della Città, D'Auria Editrice, Ascoli Piceno, marzo 2009, pp. 45.

- condizione che non gli impedì l'apprendimento di una buona educazione e dell'erudizione.[senza fonte]
- «Crebbe nella schiavitù e nella miseria, ma ricevette ugualmente una buona educazione e istruzione.»
- Queste nuove circostanze lavorative determinarono un progressivo miglioramento delle sue possibilità economiche.[senza fonte]
«(…) divenne poi mulattiere e quindi, adulto, seppe molto bene industriarsi nel commercio di muli e carriaggi, che era anche una tradizione di famiglia, migliorando notevolmente le sue condizioni economiche.»

  • Sebastiano Andreantonelli, Storia di Ascoli, Traduzione di Paola Barbara Castelli e Alberto Cettoli – Indici e note di Giannino Gagliardi, Ascoli Piceno, G. e G. Gagliardi Editori, Centro Stampa Piceno, giugno 2007, pp. 213.

-Del generale romano colpisce la particolare singolarità del destino, che lo volle trionfatore nella stessa Roma che da bambino lo vide prigioniero ed umiliato in catene davanti al carro di Strabone.[senza fonte]
«Stimando cosa degna di grande fama che colui che in passato era stato condotto prigioniero nel trionfo riportò per primo il trionfo sulla bellicosissima gente dei Parti», cui segue relativa nota 229 a pag. 266: A. Massimi, P. Ventidio Basso, pp. 83,92. Il trionfo sui parti fu celebrato a Roma il 27 novembre del 38 a.C. (La fonte medesima riporta le date nella forma espressa con la dicitura nell'anno di Roma per l’elezione a console suffetto in luogo di Ottaviano Augusto nel 710 ed il trionfo sui Parti e Pacoro nell’anno di Roma 715, secondo i commentari Carlo Sigonio. )

L'anno di Roma 697 :

  • Dizionario delle date dei fatti, dei luoghi ed uomini storici o repertorio alfabetico di cronologia universale, Tomo VI, Venezia, G. Antonelli Editore, anno 1842, p. 187, che puoi trovare anche on line clikkando il link [1] in cui si dice:

«Finalmente intraprese somministrazione di muli per gli equipaggi degli ufficiali dei trasporti, e si recò ad esercitare tale incombenza poco luminosa nell’esercito di Cesare nelle Gallie (verso l’anno di Roma 697, av G. C. 57) Quel generale, abile nel conoscere gli uomini si avvide dei talenti di Ventidio, e lo trasse da quella trista posizione, dandogli un impiego nell’esercito e commettendogli qualche impresa.» Il “Questo” si riferisce al momento in cui si verificarono i fatti riportati, cioè quando Ventidio fu scelto da Cesare come fornitore di muli per gli equipaggi degli ufficiali.

Di Balena ho utilizzato Storia di Ascoli e degli Ascolani, pag. 19, se hai modo di integrare aggiungi, di Balena non ho altro.
Spero di aver sciolto i tuoi dubbi e credo che tu possa tranquillamente rimuovere le segnalazioni dei senza fonte, altrimenti ricontattami. Cari saluti e buon lavoro anche a te, Alessandra :)--infinitispazi (msg) 12:48, 28 gen 2010 (CET)Rispondi

Rimozione {{cn}} modifica

Ho eliminato le segnalazioni di {{cn}} ed aggiunto relativa nota riguardante ogni rimozione, specificando per ogni singola affermazione riportata la fonte di provenienza.--infinitispazi (msg) 14:52, 12 feb 2010 (CET)Rispondi

I miei complimenti! modifica

Gentili contributori, scopro questa pagina per caso. Ho studiato il personaggio molto approfonditamente per la mia tesi universitaria, all'epoca. Mi permetto di scrivere qui soltanto per complimentarmi con calore e simpatia. Mi sono accreditato su wikipedia solo per farlo. Tolgo il disturbo. Un saluto. Paolo Gallese

Monete di ... modifica

Il testo riporta, come fonti, autori d'epoca, per lo più poco affidabile.

L'unica moneta "firmata" da Ventidio dovrebbe essere quella presente nella voce e che mostra al dritto la testa (facilmente riconoscibile) di Marco Antonio e al rovescio una figura stante che non è assolutamente l'immagine dello stesso Ventidio.

La moneta è catalogata nei vecchi testi come Ventidia 1 e Antonia 63.

--Charlie M. (dillo a zi' Carlo) 10:12, 11 mag 2015 (CEST)Rispondi

  • Ciao Carlo, la voce l'ho riscritta un po' di tempo fa. Sinceramente ho aggiunto quello che ho trovato nei testi consultati e elencati nella bibliografia. Se ritieni che non siano attendibili, non ho motivi per non crederti, intervieni come ritieni opportuno, l'importante è che non ci siano informazioni errate. In questo momento mi chiedo solo perchè quegli autori avrebbero descritto monete "improbabili" con dettagliati epigrammi su Ventidio, ma non potrei argomentare con altre, ulteriori prove quanto ho letto e introdotto tra le informazioni. L'immagine della moneta l'ho messa ieri e vorrei che comparisse nella voce. Regolati come ritieni opprtuno, so che di numismatica non sei digiuno e mi fido di te. Ciao! ;) --Interminatispazi (msg) 11:54, 11 mag 2015 (CEST)Rispondi

Premesso che l'unica moneta di cui si ha notizia in testi "moderni" (Babelon, Sydenham e soprattutto Crawford) è quella di cui hai messo l'immagine, cerco di fare il punto sulla altre informazioni:

  1. della prima moneta (quella di Ettore Pinto Lusitano, o meglio Hector Pinto) non è chiaro di cosa si tratti, ma visto il tipo di testo in cui è inserita non sembra il caso di tenerne conto.
  2. Hubert Goltz è certamente una figura più rilevante, ma.... il testo delle legende di entrambe le monete presenta dubbi alquanto rilevanti: la prima (P. VENTIDIVS. P. F. N. BASSVS. IDEM. QVI. PRAETOR. ERAT) ha una titolatura non attendibile (dovrebbe essere P. VENTIDIVS. P. F. P. N. BASSVS. PRAETOR.) e la carica di pretore certo non autorizzava, perfino durante il II triumvirato, nessuno a mettere la propria immagine, anche in caso di trionfo; la seconda (almeno secondo la legenda IMP. ANTO. AVGVS. IIIVIR. R. P. C) è un falso: infatti il titolo di Augusto fu dato per la prima volta a Ottaviano dopo la battaglia di Azio. Anche la legenda del rovescio (P VENTID F PROCOS) suscita dubbi: manca il praenomen del padre (P)
  3. Sebastiano Andreantonelli mi sembra un autore interessato alla storia locale. Sulla sua attendibilità non scommetterei neanche due lire.
  4. l'ultima moneta è quella che è raffigurata nella voce. L'interpretazione della figura sul retro come la rappresentazione di Ventidio contrasta con la prassi in vigore all'epoca e rafforzata poi in tempi successivi (in seguito solo il princeps o qualche esponente della famiglia sarà raffigurato da vivo in una moneta).

Può darsi che le "monete" presentate siano in realtà medaglie prodotte ad Ascoli in tempi tardi, probabilmente nel tardo medio evo. Io lascerei solo le informazioni di Goltzius specificando che non si tratta di monete romane. Potrebbero anche essere lavodi di Giovanni da Cavino. --Charlie M. (dillo a zi' Carlo) 17:49, 11 mag 2015 (CEST)Rispondi

  • Ho letto tutto il tuo intervento con molto interesse e ho ripreso in mano il testo dell'Andreantonelli ricontrollando tutte le informazioni sulle monete, descritte con tutti i particolari a pag. 216. Mi riferisco alla prima, seconda e terza moneta, la quarta l'ho introdotta stamattina. Andreantonelli per definirle usa proprio il termine «moneta» e cita Ettore Pinto Lusitano, Uberto Golzio erbipolita nei Fasti magistratuum e Adolfo Occo Imperatorum romanorum (numismata), senza aggiungere alcun riferimento temporale sull'epoca del conio. Le ho introdotte come monete perchè le ho lette così e ho prestato fede alle parole dell'autore, inoltre una descrizione così dettagliata e particolareggiata non mi ha generato grossi dubbi. (se vuoi ti mando uno scan della pagina) Ad Ascoli risulta essere l'unico storico di memorie dell'antichità della cultura patria ed è ancor oggi accreditato come fonte di quasi tutti gli autori locali contemporanei. Nel tratto in cui narra le gesta di Ventidio dichiara di avere come sua fonte anche Bonfini, altro autore locale che ha provveduto a scrivere un testo sulla storia di Ascoli, ma libro è andato perduto e mai ritrovato. Io non credo abbia inventato l'esistenza di queste monete (o medaglie). Detto ciò, mi affido completamente alla tua competente osservazione e ti chiedo di modificare così come proponi. Vorrei che spostassi il testo che estrai-elimini dalla voce sulla pagina di discussione a completamento di questi interventi. Ti ringrazio, ciao, Alessandra :)--Interminatispazi (msg) 19:58, 11 mag 2015 (CEST)Rispondi

Sarà fatto (ma non stasera). --Charlie M. (dillo a zi' Carlo) 21:45, 11 mag 2015 (CEST)Rispondi

Testo proveniente dalla voce e rimosso come da discussione precedente modifica

L'immagine del carro della vittoria sui Parti di Ventidio Basso è stata impressa anche nel conio di alcune monete.

Ettore Pinto Lusitano nel suo Dialogus de veris et falsis bonis riporta la descrizione di una moneta in cui compare nel dritto la figura di Ventidio Basso con il carro trionfale e nel verso le insegne dei Parti costituite da una corona con arco e frecce.[1][2]

Hubert Goltzius, (1526 - 1583), numismatico belga, illustra due monete di Ventidio. Di una trascrive solo la legenda: «P. VENTIDIVS. P. F. N. BASSVS. IDEM. QVI. PRAETOR. ERAT.», interpretata come: «P(ublius). VENTIDIVS. P(ublii). F(ilius). N(epos). BASSVS. IDEM. QVI. PRAETOR. ERAT.» e tradotta: «Publio Ventidio Basso, figlio di Publio, nipote di Publio, che era pretore[1]

Nei Fasti magistratuum et triumphorum Romanorum, ex antquis tam numismatium quam marmaorum monumentis restituti, lo stesso Goltzius, descrive l'altra moneta che reca nel dritto l'effigie della testa del comandante Antonio Augusto e la legenda: «IMP. ANTO. AVGVS. IIIVIR. R. P. C.», letta come « IMP(erator). ANTO(nius). AVGVS(tus). IIIVIR. R(ei). P(ublicae). C(ostituendae)» e tradotta in italiano: «Il comandante Antonio Augusto, triumviro per il riordinamento dello stato». Nel verso della stessa è riprodotta l'immagine del carro della vittoria con le seguenti lettere: «P. VENTID. F. PROCOS.», interpretate come: «P(ublius) VENTID(ius) F(ilius) PROCO(n)S(ul)» e tradotte: «Publio Ventidio, figlio di Publio, proconsole».[1]

Adolfo Occo riferisce di un'altra moneta che recava anch'essa l'immagine del carro della vittoria di Ventidio corredata dalla scritta di queste parole: «VENTIDIVS. P. F. NEPOS. PROCOS. EX. TAVRO. MONTE. ET. PARTHEIS. V. KAL. DECMBER.», lette: «VENTIDIVS. P(ublii). F(ilius). NEPOS. PROCO(n)S(ul). EX. TAVRO. MONTE. ET. PARTHEIS. V. KAL(endas). DECMB(ris).» e tradotte: «Publio Ventidio, figlio di Publio, nipote di Publio, proconsole, al monte Tauro (trionfatore) sui Parti il 27 novembre».[1]

Gaetano De Minicis riporta la descrizione di un altro conio, non proveniente dalla zecca ascolana, nel cui dritto è impressa la figura di Marco Antonio «con lituo dietro la nuca» e l'iscrizione: «M. IMP. III. V.R.P.C.». Nel verso si trova la dicitura: «P. VENTIDI. PONT. IMP.». Le lettere contornano una figura giovanile di uomo che indossa un clamide. Secondo De Minicis si tratterebbe dello stesso Antonio, ritratto frontalmente, in piedi, mentre si appoggia con la mano destra ad un'asta e stringe con la sinistra un ramo d'ulivo.[3]

  1. ^ a b c d S. Andreantonelli, Storia di Ascoli, Traduzione di P. B. Castelli e A. Cettoli – Indici e note di G. Gagliardi, Ascoli Piceno, G. e G. Gagliardi Editori, Centro Stampa Piceno, giugno 2007, p. 216
  2. ^ Ettore Pinto Lusitano, Immagine della vita di Cristo, parte II, cap. 19.
  3. ^ G. De Minicis, op. cit., p. 9. in Numismaticaitaliana.org
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