Tecnofili o tecnofobi? modifica

Osservazioni sulle discussioni in merito a innovazioni tecnologiche e new economy. Esistono i mercanti di bisogni?

Sembra oramai inevitabile che tutte le discussioni in merito ai vantaggi e limiti del progresso tecnologico, possono sintetizzarsi in detrattori del capitalalismo cognitivo, che userebbe a proprio vantaggio le tecnologie per imporre bisogni e beni di consumo immateriali e fittizi, e tecnolibertari, che inversamente reputano e soprattutto delegano alla tecnologia la capacità di svincolare l'uomo dai suoi più naturali limiti,tempo,spazio,memoria,ecc... emancipandolo così all' esercizio sostanzale dei diritti ( esempio la partecipazione politica ) come al libero accesso delle risorse informative per i più disparati scopi d' azione. L' assunto portante comune alle due prospettive risiede nella tesi di un nuovo ordine sociale che le tecnologie digitali avrebbero fondato ( il postmoderno o quinta rivoluzione industriale) sempre più dipendente dalla conoscenza sia nella produzione che nel consumo dei beni, come altrettanto nella creazione e la conseguente gestione dei valori tramite il potere assunto dalla comunicazione come risorsa strategica dei rapporti di forza. Se la polarizzazione o dualità concettuale di solito svolge la funzione cognitiva di semplificare la complessità per poterla comprendere, in merito alla tecnologia, questa procedimento sembra affossarsi con il rischio di mancare questa complessità prestandosi così all' uso strumentale di certe politiche distorte dagli alibi ideologici che le sostengono. E' inevitabile che concettualizzare presuppone astrarre e generalizzare,ma potrebbe almeno essere evitato il pericolo di strumentalità alla mercé ideologica quando questa attraverso divisioni radicali sconfina negli ambiti dell' utopia o della mitologia. La mia opinione è che le tecnologie non sono neutrali, condizionano il modo di pensare e di organizzare i comportamenti, ma rispetto ai bisogni il discorso cambia. Parlo di bisogni perchè i detrattori del progresso tecnologico continuano a sostenere che la maggior parte delle cose che si fanno non sono necessarie e recano schiavitù, essendo imposte da chi ha il potere economico. D'altro canto i sostenitori della visione ottimistica accettano acriticamente i vantaggi, secondo il presupposto della tecnologia come distruzione del sistema che a parer loro, è tutto da rifare, parliamo del consumismo e di un certo capitalismo selvaggio. Che questi dualismi poggino su semplicismi è evidente già se si comincia a ragionare sul concetto di bisogno: è qualcosa da cui liberarsi per i negatori del capitalismo(gli apocalittici), mentre per tecnoentusiasti il bisogno sparisce da sè date le meraviglie del progresso emancipatorio delle tecnologie (nel periodo della bolla speculativa, non pochi presagivano un mondo senza lavoro fisico con il solo terziario avanzato). Parlare di bisogni imposti dal sistema cattivo o bisogni spazzati via dal volto amico dell'innovazione è insostenibile solamente per l'impossibilità di distinguere tra questi e i desideri, almenochè non si voglia fare un salto indietro nei tempi in cui le priorità biologiche erano necessità, tutto ciò che le esonerava veniva relegato nel regno del superfluo. Pur con delle forzature concettuali (classica ipotesi per assurdo che la filosofia della scienza usa per le derivazioni di logica) se mi mettessi nella mente di un primitivo (mi pacerebbe..) e simulassi il suo comportamento mentale in un' azione di caccia, immaginando il posto dove si aspetterebbe la selvaggina, perchè non potrebbe desiderare di arrivare in quel posto con una tecnologia che ancora non sa, e che lo rendesse invisibile alla preda? Questa tecnologia non esiste neanche adesso, se non negli effetti speciali del film L'uomo senza ombra. Noi abbiamo una più modesta telecamera ubiqua che ci rende invisibili dall'osservato, ma questo desiderio di essere invisibile non avrebbe potuto avvertirlo anche il nostro antico uomo faber, quando voleva nascondersi, o no??? E se almeno uno di questi preistorici antenati si fosse immaginato invisibile ( come si immaginavano morti per svuggire alla prede ) sarebbe mancata a quel punto solo una scoperta(la famosa pozione) per soddisfare la sua "esigenza" di cacciare con efficacia. Ma oramai stiamo parlando di tecnologie che semplificano i costi dell'azione che voglio compiere, ottimizzano il successo di un piano di azione dettato o dal bisogno o dal desiderio. Perchè cedere allora nell' impostare il discorso con ideologie anticapitalistiche, usando la retorica della schiavitù dei bisogni e desideri imposti dalla famigerata mano invisibile del libero mercato, che tralaltro postula un' uomo irresponsabile delle sue scelte, stupido, manipolabile e acritico. D'altro canto, essere portavoci delle tecnologie liberatorie di distruzione della logica economica occidentale, con un pizzico di realismo, basterebbe notare che le due più grandi conglomerate di media(AOL-Time Warner,Viacom) hanno il 50% delle quote di mercato di prodotti immateriali,quelli cioè che si consumano per desiderio, l' economia del divertimento cioè. La candonata dei profeti della tecnologia in effetti è che pensano ad internet come forma di disintermadiazione da queste major impositive, perche anche loro di fondo si sentono schiavi. La loro arma tutti la conoscono: la rete che distribuisce la conoscenza! Innegabile... ma sottovalutano che anche l'economia della conoscenza non è immune alle gerarchie del potere. Tutti gli accordi strategici che Microsoft stà stipulando dalla gia lontana aquisizione del brevetto Webtv per il middleware e di recente con l'industria dell'entartainment parlano chiaro delle tendenze in atto, ma senza andare troppo lontano, anche in Europa la tendenza dei fornitori di accesso delle telecomunicazioni stanno fronteggiandosi con i broadcaster tradizionali per entrare nel mercato da neoeditori, da sempre assoggettato ai media mainstream e non hai fornitori di servizi nella società dell'informazione, il cui valore differenziale è l'abilitazione ad una pluralità di prestazioni ma di cui sono semplicemente carrier, cioè trasportatori neutri. Questo sposterebbe il discorso nella tanto osannata quanto delamata convergenza multimediale e alle tendenze in atto che stanno facendo da driver e da freno inquanto il processo innescato dalla digitalizzazione stà ridefinendo gli assetti di mercato costituiti. Tutto il discorso di cui sopra, che come giusto mi si faceva notare rimane criptico, può essere semplificato partendo da un dato storico. L'entrata della televisione nelle case di tutti gli italiani è stato sempre considerato dalla politica come una opportunità e allo stesso tempo una minaccia. L' opportunità è l'ovvio potere di controllare l'opinione pubblica, la minaccia è che la tecnologia scardina i confini nazionali bypassando consumi culturali ancillari del sistema che li produce. L'entrata di modelli di consumo di cui lo Stato-nazione non ha un ruolo attivo crea le famose paure di disavanzo commerciale e a livello politico frantuma i modelli su cui si aggrega il consenso. Le identità si associano infatti per altri valori obiettivo di cui la politica non ha programmi a cui dare risposta. Esempio pratico è che se io volessi aprire un outlet (mega parco di intrattenimento a tema e commerciale insieme)sulla base di nuove tendenze di consumo che da ricerche di mercato ho recepito, non potrei farlo cosi facilmente inquanto destabilizzo il sistema commerciale esistente che da lavoro a molte persone, e sono tutelate (al prezzo di esser ingessate) in ultimo dalla rappresentanza politica (magari fosse comunque..sono le piccole corporazioni che con le proprie leve di pressione lobbistica sostituiscono la mancanza politica ). Il discorso sull' opposizione di vedute rispetto all'innovazione tecnologica che riguarda il settore della comunicazione, la televisione soprattutto ma adesso anche internet, si è sempre diviso tra entusiasti e apocalittici per la destabilizzazione che queste tecnologie portano nelle relazioni sociali anche economiche, ma soprattutto nei valori tradizionali che fa da collante nella società affinchè possa esser amministrata previsionalmente. E risultato di tutto è che chi vende desideri o bisogni che possono essere soddisfatti in un'altro modo (altra tecnologia) deve essere controllato proprio per il potere distruttivo dell' establishment. Questo non è sbagliato in sè, quello che desta fuliggine è il ricorso alla retorica dell' ideologia apocalittica o glorificante che sia quando lo scopo intimo celato è il controllo, quanto soprattutto esso è finalizzato a mantenere l'esistente pavidamente, proteggere orticelli infruttuosi.--Alexxx 03:48, Ago 9, 2005 (CEST)


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Sai che non ho capito un tubo del tuo incipit?? Chiarimenti? --Kal-Elqui post! 01:06, Ago 9, 2005 (CEST)

Perdonami modifica

ma non ho capito un tubo sul serio. Non potevi usare un linguaggio meno criptico e un po' più scorrevole? Nessuna offesa, ho l'impressione che ci sia qualcosa di interessante in ciò che dici e infatti mi sono fermato a leggerlo, però l'impressione non è confortata dalla certezza della completa comprensione. Se puoi riassumerlo e/o semplificarlo, per me e tutti quelli che vorranno leggerlo, otterrai uno straodinario risultato: si chiama comunicazione.
Per cortesia, lo so che rompo, firma i post, puoi usare il tasto (lo trovi in modalità modifica) che vedi nell'immagine che ti allego oppure consultare questa pagina per ulteriori chiarimenti. Credimi è più semplice per tutti. Ciao --Kal-Elqui post! 01:52, Ago 9, 2005 (CEST) 

Non c'è problema, vedo che sei una persona con cui si può parlare. Mi fa piacere. A presto --Kal-Elqui post! 02:10, Ago 9, 2005 (CEST)
P.S. Naturalmente - se me le segnali mi fai un piacere - leggerò con piacere le tue modifiche.

Articoli modifica

Se sono tuoi senz'altro. Però:

  1. consulta anche questa pagina;
  2. della firma non ti dico niente xché ho visto che l'hai messa dopo;
  3. segnala sulla pagina di discussione dell'articolo che il testo è tuo e lo regali a Wikipedia. Ricorda che qui vige la licenza GFDL (leggila) per cui ogni testo inserito (copyviol a parte) è liberamente disponibile.

Ciao --Kal-Elqui post! 01:24, Ago 23, 2005 (CEST)

Scusa il ritardo nel rispondere. Sono molto di corsa. Ieri sera sono andato a dormire. Cmq, la pag. di discussione è una sorta di retro dell'articolo dove si possono lasciare commenti e comunicazioni. Vi accedi cliccando sulla linguetta discussione dell'articolo. Qui scrivi che i testi sono scritti da te e li cedi a wikipedia: così non dovrebbero esserci problemi. Ciao
--Kal-Elqui post! 10:45, Ago 23, 2005 (CEST)
Dimenticavo: per quanto riguarda i link ne puoi inserire due o tre, non nel testo dell'articolo, ma in una sezione apposita, al fondo dell'articolo che per consuetudine viene intitolata Collegamenti esterni. Se non sei sicuro della policy del sito che linki è bene evitare il deeplinking (alcuni lo vietano espresamente). Se hai bisogno di altro non farti problemi, se posso ti aiuto volentieri.
--Kal-Elqui post! 12:31, Ago 23, 2005 (CEST)
P.S. scusa, la fretta mi fa saltare le cose. Niente ricerche originali, solo fatti accertati o considerazioni che puoi documentare. Ciao --Kal-Elqui post! 12:33, Ago 23, 2005 (CEST)

Oggetti astratti modifica

Ti stavo rispondendo ma ho perso le modifiche per motivi a me ignoti, quindi scusa l'ulteriore ritardo.

Nell'inserire questi articoli tieni presente queste due pagine di aiuto:

  1. NPOV
  2. Wikipedia:Niente_ricerche_originali

mi parli di inferenza, bel concetto, però cerca di essere referenziale nei tuoi interventi. Altrimenti rischi grosse delusioni. Wikipedia è una fonte di dati secondaria, come tutte le enciclopedie, deve presentare fatti accertati e teorie dimostrate.
Se posso darti una mano se ho tempo, sono online e, soprattutto, sono in grado lo faccio volentieri. Ciao

--Kal-Elqui post! 23:08, Ago 24, 2005 (CEST)

Digitale terrestre modifica

Ciao, a proposito del tuo messaggio sul digitale terrestre, purtroppo non ho un riscontro sotto mano. Puoi essere più preciso e linkarmi la voce a cui ti riferisci? Grazie. :) --Twice25 (disc.) 01:25, Ago 27, 2005 (CEST)