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I 15 Passi modifica

Trattato redatto da Ceccato Mauro sulla distruzione per induzione della mente umana I 15 Passi

Primo passo:L’ingordigia L’ingordigia di ciò che ci fa più paura, la sicurezza in quello che crediamo ci induce a compiere passi che vanno oltre il buon senso.Siamo costretti a dare l’immagine di noi stessi storpiata , farsi rispettare senza considerare ciò che va oltre il senso comune. Il recare danno a cose senza saper attaccare qualcuno nella realtà propria, la realtà che caratterizza ognuno , quella sottile linea che da potere:la personalità. Il punto più difficile da attaccare ma anche il più facile da individuare.Questa realtà si presenta per alcuni come la culla più comoda e per altri è al pari di una tortura cinese.Capire come attaccare una personalità significa entrare nel corridoio infinito della mente. Ci sono una infinità di modi per distruggere qualcuno dall’interno , ma, considerando questo facile e spesso illegale non fa per me. Agire dall’interno significa saper notare ogni caratteristica di una personalità e concepire il pensiero altrui come il proprio(arma al pari di una pistola). Rilegare il pensiero di qualcuno in qualcosa di visibile, qualcosa che ti si proietti davanti al presenziare di questa persona.

Secondo passo:Il non materiale Il pensiero è l’unica cosa infinita che si presenti al nostro cospetto;ma l’infinito ha un anello o più della sua catena debole ,basta solo trovarlo. Se suddividiamo la personalità in sentimenti risulta facile capire qual è l’anello da attaccare. L’ amore, l’odio, la paura; bisogna però riconoscere tra questi anche stati d’ animo quali la gelosia ,l’ingordigia ,le debolezze.Ognuno di questi fa parte della catena e gli anelli più robusti sono quelli più difficili da attaccare. La robustezza di questi ,però, va vista come debolezza espressiva dell’individuo e sono gli anelli più sottili quelli più facili da attaccare che si rispecchiano nella parte più sviluppata della personalità.

Terzo passo:il conteggio degli anelli Suddividiamo le caratteristiche della personalità e a seconda della frequenza con la quale questi si manifestano ne attribuiamo una durezza.Quelli che si manifestano più di frequente saranno i più sottili.Una volta individuati si procede allo studio di come questi possano essere scissi.

Quarto passo:studio della scissione Dobbiamo riportare ne nostro modo di essere le sensazioni che l’altro prova! ..è facile.. basta ricreare le stesse sensazioni di sicurezza che lo caratterizzano, questo richiede una grande capacità di autocontrollo e una capacità di immedesimazione elevata,ma anche una grande sensibilità può bastare per concepire la line di pensiero e i tratti che caratterizzano una personalità. Quando si sentono gli stati d’animo in sé bisogna catalogare gli elementi scatenanti di certi comportamenti(quelli più frequenti) e concentrarsi solo su quelli. Questi saranno gli anelli da suddividere e pian piano scindere per poi distruggerli.

Quinto passo: scegliere l’ambiente Qui è necessario servirsi dell’ambiente che ci circonda ,l’ambiente nel quale l’altra mente si è adattata e dove trova più sicurezza(bisogna fare molta attenzione che l’ambiente ci sia famigliare).Dobbiamo essere sicuri che la preda trovi il massimo sostegno psicofisico e che abbia famigliarità con tutto quello che lo circonda.

Sesto passo:scegliere la situazione Il punto che porta a metà delle azioni,il più importante poiché in base a questo bisogna costruire le vie d’azione per tappe ,situazioni nella quali prima noi stessi siamo liberi di agire a nostro piacimento predisponendo tutta una serie di fasi in grado di annullare gradualmente la capacità di autocontrollo dell’altro.Le situazioni vanno calcolate servendosi di stimoli esterni e sempre diversi così da non dar tempo alla mente del soggetto di abituarsi e di assorbire pacificamente le difficoltà che incontra. Fondamentalmente stressare le situazioni che si troverà ad affrontare. Non stressare l’individuo vi raccomando, ma il suo modo di pensare , altrimenti se costui è psichicamente abbiente si scateneranno una serie di reazioni molto difficili da sostenere anche per noi.


Settimo passo:il gioco dei ruoli il Passo più divertente è questo, il gioco che si crea all’interno di azione indotte dove possiamo veramente sfruttare la personalità altrui a nostro piacimento e lo testiamo sentendoci succubi del nostro stesso gioco.Per comprendere al meglio queste sensazioni dobbiamo predisporci e credere che l’altro possa nuocerci veramente, possa scavarci dentro e arrivare a farci sentire in trappola; si avrà un mix tra paura , incoscienza ,debbio e rabbia. E’ forse pericoloso ma bisogna esserne veramente coscienti e saper rendere invulnerabili , a nostro piacimento ,gli anelli della catena che stiamo sollecitando. Indifesi:questa è l’unica sensazione da temere, l’ unico anello che bisogna salvaguardare.

Ottavo passo:l’elasticità della catena Giocando con la mente di una persona al fine di distruggerla ci si possono concedere dei movimenti particolari.Possiamo testare la durezza della catena,cerando situazioni critiche possiamo capire fino a quando una mente regge ad uno stress psicologico. Qui ci si rifà a dei comportamenti bambineschi, comportamenti che però devono avere dei precedenti molto solidi ,valutati e ideati seguendo il quinto e il sesto passo.Dobbiamo portare il pensiero altrui a reagire in modo irrazionale ma dobbiamo essere altrettanto capaci nel riportarlo alla quasi normalità.Le situazioni che si vengono a creare sono facilmente sopportabili(per noi) e possono essere facilitate dal gioco dei ruoli. Da ricordare è che una volta intrapresa la prova dell’elasticità si invia un chiaro segnale che farà scattare sull’attenti , nei nostri confronti, la linea di ragionamento dell’individuo.

Nono passo: inizio della fase del non ritorno Ricordiamo il fine ,non dobbiamo mai dimenticare nessun passo ,altrimenti nelle ripetizioni rischiamo di inciampare.Chiunque teme la paura(sia essa di un indotta o spontanea) ed è qui dove faremo pressione.Dopo aver studiatoli meccanismo che induce le azioni della mente dobbiamo tentare di ricreare solo quelle che generano uno stato di paura ,perché e tramite questa che riusciremmo a rendere vulnerabili gli anelli deboli della catena. Far capire ciò che stiamo facendo rende ancor più avvincente il raggiungimento della meta. Questa è la prima delle parti rischiose : rendersi visibile ma intoccabile e dare solo in piccola parte l’idea di ciò che è stata indotta a fare la mente altrui a nostro piacimento.


Decimo passo:creare una falsa intesa Effettuando una panoramica dettagliata trovare dei punti comuni per i quali creare un’intesa apparente. Da ora la nostra mente ,il nostro modo di agire dovranno essere privi di pietà. Dobbiamo essere capaci di generare simpatia e sdegno naturali e giocare con crudeltà.Portare alla luce di chi ci circonda i limiti dell’altro e renderli insopportabili ma dobbiamo essere pronti a sopportare anche che i nostri limiti siano visibili agli occhi degli altri.

Undicesimo passo:Il giudizio altrui Giunti a questo punto dobbiamo capire su chi l’individuo punta per dissipare il peso che gli stiamo recando e far si che costui a sua volta si senta tanto minacciato da respingerlo. Questo sarebbe un ottimo momento prelevare l’ultima carta ma proveremmo ben poca soddisfazione. Basandoci sulla scelta delle situazioni dobbiamo far si che tutto ciò che circonda la mente altrui lo faccia sentire quasi speciale, altri individui devono ammirare certi tratti personali della mente da distruggere;Cosicché giunti a questo undicesimo passo per nostro merito altri individui respingano in modo scontroso i tratti personali di questo soggetto,quei tratti che simboleggiamo gli anelli deboli della catena.

Dodicesimo passo:la solitudine La solitudine se indotta e non assorbita facilita l’insorgere di atteggiamenti ostili e di fattori ansiogeni. Distaccarsi, ignorare , far si che l’ambiente circostante lo ignori. Viene richiesta una elevata capacità di persuasione, ma credetemi assumendoli ruolo di leader non è poi così difficile condizionare il pensiero di massa; è più difficile in un singolo individuo: basta creare una sorta di scalpore e mirare ad una debolezza collettiva che si rivolti contro la mente da portare all’oblio.


Tredicesimo passo: immedesimarsi Rischio determinazione e curiosità; mettersi alla prova, d’altronde non proveremmo piacere nel portare a compimento una cotale serie di passi se prima non capiamo davvero come stiamo sollecitando una mente. Qui possiamo solo testarne il suolo altrimenti la nostra stessa catena si spezzerebbe. Siamo capaci di riconoscere ciò a cui abbiamo indotto una mente umana?non stupitevi se non riuscirete mai a provarlo veramente ,basti pensare che ci sono persone che riescono a farlo senza esserne consapevoli: i bambini.


Quattordicesimo passo :il pianto Per provare davvero piacere in quello che state facendo dovete indurre ad un pianto isterico il soggetto. Potete immaginare quale gioia riuscireste a provare se qualcuno fosse indotto a piangere perché lo avete stimolato in modo crudele?questa è una soddisfazione! Riuscire a creare uno stato di ansia incontrollata , portarlo a dubitare della propria esistenza e tutto questo senza nuocerle materialmente .La prima lacrima , due e insistendo su questo passo sarete considerati da questa persona il capro espiatorio per qualsiasi suo fallimento da giorno del vostro incontro. L a paura stimola l’insorgere di dubbi, i dubbi la ricerca di una causa e la causa siete voi.

Ultimo passo:annullare il pensiero con ingordigia e persistenza Affamati il nostro organismo ci induce ad introdurre cibo; il nostro cibo è fonte di vita. Sparire , fingere che tutto quello che abbiamo scatenato ,in realtà, sia solo un lontano ricordo, ma per poco tempo per poi concentrare noi stessi nel metodo più crudele per scatenare l’ira e far perdere il senno della ragione alla mente da punire. Assaporare con delicatezza il profumo della pazzia , quasi da voler sostituire il nostro cibo ad un petalo di rosa. Farci crescere dentro delle aspettative superiori al pensiero comune, ma tutte che adornano quel vaso contenente la soddisfazione. Ed ora colpire insistentemente, saziarsi sbavando,incuranti delle conseguenze agendo d’ impulso scaricando tutte le energie disponibili nel nostro corpo su di un fine utile.La persistenza è l’ultima arma a disposizione, l’ ultimo passo serve a viziare noi stessi poiché i sensi di insicurezza scatenati nell’altro lo avranno già portato logorarsi lentamente e a far morire tutte le speranze che nutriva.


M.

Redirect Jacques René Mesrine modifica

Te l'ho sistemato. Vedi Aiuto:Redirect#Creare un redirect per maggiori informazioni. --79.25.128.211 (msg) 21:51, 22 mar 2011 (CET) p.s. ma cos'è che hai scritto in questa pagina, sotto il messaggio di benvenuto? Questa è la pagina per i messaggi diretti a te, non per scrivere trattati. Vedi aiuto:Pagine di discussione#Le pagine di discussione degli utenti.Rispondi