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GIULIO PARISIO, fotografo italiano, Napoli 1891 - 1967 modifica

GIULIO PARISIO

Nato a Napoli (1891-1967) Inizia la sua brillanta carriera effettuando servizi di rilevamento fotografico aereo per conto dell’aeronautica militare. All’inizio della Grande Guerra documenta “le vestigia di italianità esistenti in Dalmazia”. Ottenne così l’ammirazione dei suoi superiori e la possibilità di allestire una mostra al Teatro Verdi di Zara nell’agosto del 1919. Il successo di questa mostra segnò l’inizio di una fortunata carriera. Nel 1924 aprì il suo studio in piazza del Plebiscito a Napoli, dove in seguito inaugurò con il pittore futurista Carlo Cocchia la galleria d’arte “Sala Paola”, avvicinandosi così al Futurismo. Partecipò a numerose mostre con fotografie suggestive e originali realizzate con tecniche all'avanguardia e per le quali fu intitolato dallo stesso Marinetti il «più futurista tra i fotografi del mondo». In giro per l'Italia, si soffermò molto sui paesaggi del Salernitano.“Sostava spesso a Cava durante il periodo estivo, facendo lunghe passeggiate per le zone più sconosciute delle nostre variopinte contrade, studiando appassionatamente ogni particolare che poi riprendeva col suo obiettivo. Genialità e gioia, soddisfazione e impegno, nel suo lavoro costante e vario”. Così Attilio Della Porta parla di Giulio Parisio in Incontri (1976), definendolo “artista della fotografia”. Molte mostre in varie città d’Italia e all’Estero hanno evidenziato la sua versatilità e la sua sensibilità di arista, procurandogli ampi riconoscimenti. I suoi scatti valorizzarono scene agresti e bucoliche, scoprendo angoli nascosti e affascinanti del territorio cavese, adoperando anche tecniche d’avanguardia . Oggi il suo studio è la sede dell’Associazione Archivio Fotografico Parisio. Sono immagini suggestive da cui si sprigiona tutta la poesia del paesaggio, che l’artista coglie con sapiente dosaggio di penombre e di luci. E sono in fondo un invito ad avvicinarsi a luoghi in cui è dato leggere le radici più profonde della nostra cultura, spesso oggi dimenticate.