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Naturalmente un benvenuto anche da parte mia! Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a contattarmi. Filnik dimmi 16:36, 21 apr 2008 (CEST)Rispondi

Ciao, la pagina è stata cancellata da Gregorovius con la motivazione standard 4, cioé:

«(C4) Pagina promozionale, CV o solo link esterni»

Guardando la voce al momento vedo solo che:

  • Non è il caso da "solo link esterni".
  • Non pare essere una violazione di copyright (CV)
  • Forse (ma per mancanza di tempo non ho letto tutta la voce, quindi non saprei dirti con sicurezza) è stata valutata come promozionale.

Il mio invito pertanto è quello di contattare Gregorovius chiedendogli perché abbia cancellato la pagina, sono sicuro che saprà aiutarti :-) Ciao, --Filnik\b[Rr]ock\b!? 14:46, 24 apr 2008 (CEST)Rispondi

Ciao, ho cancellato la pagina in quanto il tono e lo svolgimento della voce oscillava decisamente tra il curriculum vitae ed il promozionale, due piaghe che purtroppo imperversano abbastanza su wiki. Sarebbe quindi utile una riscrittura del materile (che ho recuperato e ti inserisco nel cassetto); potrebbe sserti utile consultare voci di colleghi di Guidano per prendere spunto. Per qualsiasi cosa contattami. P.S. ricordati di firmare gli interventi, ciao --Gregorovius (Dite pure) 17:03, 25 apr 2008 (CEST)Rispondi

Vittorio Guidano (1944-1999) è nato a Roma il 4 agosto 1944, lì ha trascorso la fanciullezza fino all’età di nove anni e mezzo. Successivamente si è trasferito con la famiglia a Caracas in Venezuela, dove ha proseguito il percorso scolastico fino al quarto ginnasio, al termine del quale è tornato in Italia per la formazione liceale che ha svolto presso il Liceo G.B. Vico di Roma ( è interessante notare come G.B. Vico sia considerato da molti come un precursore dell’attuale concezione costruttivista post-razionalista). Nel 1963 s’iscrive alla facoltà di Medicina dell’Università di Roma “La Sapienza”, con l’intenzione di dedicarsi alla ricerca in biochimica; ma, quando mancava poco alla conclusione dei suoi studi universitari, immerso nell’atmosfera della contestazione giovanile, scopre un interesse per il sociale che gli fa cambiare radicalmente e repentinamente il percorso dei suoi studi; Guidano stesso ne parla in un’intervista come di una vera e propria “rivoluzione personale”, dicendo: ”All’improvviso, in quell’anno successe qualcosa che cambiò la mentalità generale della società. Tutta l’attenzione si rivolse verso il sociale e scoprii che interessarmi alla biochimica, agli acidi e alle cellule, era un gioco da bambini che non aveva niente a che vedere con la realtà; per me allora la questione consisteva in dove dirigere la ricerca pura rimanendo però nel sociale e la cosa più sociale che io avevo disponibile in quel momento era la psichiatria.”(Medina, 1996). Così dopo il conseguimento della laurea in Medicina e Chirurgia nel 1968, anziché partire per gli Stati Uniti per seguire un master in Immunologia, si trasferisce a Pisa per frequentare la specializzazione in Malattie Nervose e Mentali; durante questi anni di formazione ha occasione di confrontarsi con le due correnti principali in quegli anni nel campo psichiatrico: la corrente medico-organicista e la psicoanalisi. Insoddisfatto da entrambi gli approcci e forte della formazione scientifica maturata all’interno della ricerca microbiologica, Guidano si dedica allo studio della mente adottando una prospettiva cognitivo-comportamentale; tale visione gli permette di studiare la mente umana rimanendo all’interno di un’ottica scientifica fondata sulla rigorosa osservazione dei fatti: “mi rivolsi alla psichiatria con lo stesso atteggiamento che avevo verso la biochimica. Per me consisteva soltanto nel cambiare l’oggetto, l’oggetto non era più la cellula, era la mente.” (Medina, 1996).


Il periodo dal 1970 al 1985

Dal 1970 al 1985 si dedica ad una intensa attività di ricerca in psicologia entrando a far parte dell’Istituto di Psichiatria della facoltà di Medicina di Roma “La Sapienza” diretto da G.C. Reda. Durante questo lungo periodo, oltre a lavorare come ricercatore, Guidano in collaborazione con Giovanni Liotti, è docente della cattedra di terapia cognitivo-comportamentale, e nel 1972 insieme a Liotti è anche tra i fondatori della SITCC (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva). Come pioniere in Italia di tale approccio scientifico e terapeutico, Guidano partecipa alla fondazione, sempre nel 1972, della Società Italiana di Terapia Cognitiva e Comportamentale (S.I.T.C.C.) di cui sarà presidente fino al 1978; nel 1978 parteciperà, invece, alla fondazione del “I Centro di Terapia Cognitiva” che ancora oggi è centro attivo di ricerca e innovazione nell’ambito delle terapie cognitive (Semerari, 1999; 2000). Nel 1973, ad un seminario presso l’Università Cattolica di Roma, conobbe personalmente John Bowlby (1907-1990) e iniziò con lui un rapporto di collaborazione e amicizia che durò fino alla morte di Bowlby. In quegli anni Guidano già conosceva il primo volume della trilogia di Bowlby pubblicato nel 1969 Attachment and loss (trad. it.: Attaccamento e perdita. 1. L’attaccamento alla madre. Torino, Bollati Boringhieri, 1989). Ma ancor prima di incontrarlo di persona, Guidano aveva con Bowlby un rapporto di corrispondenza nel quale discutevano circa le osservazioni sull’attaccamento ansioso condotte da Guidano nella sua casistica clinica in quegli anni a Roma. Nel suo libro The complexity of the self (trad. it.: La complessità del sè. Un approccio sistemico-processuale alla psicopatologia e alla terapia cognitive. Torino, Bollati Boringhieri, 1988) Guidano riporta una lettera personale che Bowlby gli inviò nel luglio 1982, dove gli fa alcune osservazioni riguardo al cambiamento terapeutico:

“ Ristrutturare un modello cognitivo è, come ben sapete, un’impresa difficile per chiunque. Gli obiettivi principali del terapeuta credo che siano i seguenti: a) incoraggiare il paziente e fornirgli la possibilità di esplorare i suoi modelli cognitivi; b) aiutarlo a riconoscere i modelli cognitivi che attualmente sta usando; c) aiutarlo a ricostruire il modo in cui è arrivato ad elaborarli, il che io credo sia stato in gran parte determinato dall’aver accettato ciò che i suoi genitori gli hanno costantemente detto a riguardo sia delle loro che delle sue esperienze e caratteristiche personali; d) incoraggiarlo a rivedere i suoi modelli alla luce della loro storia e secondo quanto essi corrispondono alla esperienza immediata di sé stesso e dei suoi genitori; e) aiutarlo a riconoscere le sensazioni che i genitori hanno usato affinché adottasse i loro modelli anziché i suoi. Soltanto dopo che questo processo sia stato percorso più volte, i modelli sottoposti a revisione potranno stabilizzarsi” (Guidano, 1987, pp. 249-250 trad. it.).

Negli anni 1974-1975 Guidano concentra il suo interesse scientifico sui fattori di personalità, sul concetto di sé, sull’autostima, e nella ricerca clinica sugli effetti della terapia comportamentale. Sempre in questi anni Guidano va progressivamente strutturando sia la matrice metodologica di riferimento che trova i propri fondamenti nella psicologia sperimentale, cognitiva e relazionale, sia l’interesse di fondo che impegnerà tutta la sua successiva ricerca e attività clinica: la costruzione di un modello dello sviluppo e della dinamica dell’identità. Se vogliamo esaminare alcune delle relazioni tra la biografia e la formazione scientifica e umana di Guidano è utile riportare alcune sue dichiarazioni: “Tutte le cose che cominciai a sviluppare in questi 20-25 anni nei miei pazienti, prima si svilupparono in me. Per esempio, io iniziai a prestare molta attenzione ai processi di perdita nei miei pazienti, esattamente venti anni fa ovvero dopo aver provato su me stesso quella che era una perdita, una rottura affettiva. Quest’esempio lo posso estendere a tutta la mia terapia.”(Medina, 1996). Guidano perse entrambe i genitori quando aveva solo ventotto anni e quest’esperienza lo spinse ad approfondire il tema della perdita e separazione affettiva. Su di un piano più prettamente scientifico, la permanenza di un anno nel 1976 a Nairobi, dedicata allo studio dei primati, spiega invece l’importanza che Guidano attribuisce alla psicologia comparata degli ominidi nonché il generale approccio evoluzionista che fa da cornice a tutto il suo pensiero.

Tra Europa e America. La nascita della teoria e della psicoterapia Post-Razionalista

A partire dagli anni ottanta Guidano tiene numerose conferenze nelle università americane; il clima culturale che respira in quegli anni, le relazioni professionali e le amicizie che stringe con alcuni dei più importanti esponenti della psicologia americana, tra cui Micheal Mahoney, lo conducono alla scelta di scrivere e pubblicare le sue opere in inglese (Cognitive Processes and Emotional Disorders, Guidano V. & Liotti G., 1983; The Complexity of the Self, Guidano, 1987; The Self in Process, Guidano V., 1991) e che gli permetterà di partecipare a numerose pubblicazioni collettive (Cognitive Psychotherapies, Reda M.A. & Mahoney M., 1984; Perception of Self and Emotion in psychotherapy, Hartmann L. & Blankstein K., 1986; Handbook of Cognitive-Behavioral Therapies, Dobson K., 1988; Emotion, Psychotherapy and Change, Safran J.D. & Greenberg L.. 1991). Gettate ormai le fondamenta della teoria e terapia post-razionalista, Guidano fonda, all’inizio degli anni novanta, l’IPRA (Istituto di Psicologia e Psicoterapia Cognitiva Post-Razionalista). Da questo momento la sua vita si divide tra la pratica clinica, la ricerca sperimentale, l’insegnamento e l’attività di supervisione; le sue teorie si diffondono a livello internazionale e cominciano ad interessare sempre più il mondo psicoterapeutico americano ed europeo tanto che numerose scuole di specializzazione in psicoterapia cognitiva post-razionalista vengono aperte in questi ultimi anni ed ancora oggi, in Italia, Spagna, Cile, Svizzera, Argentina, e negli Stati Uniti. Tra gli allievi o colleghi di Guidano che apportano nuovi contributi al suo pensiero ricordiamo Giovanni Liotti, Mario A. Reda, Giorgio Rezzonico, Bernardo Nardi, Tonino Cantelmi, Lorenzo Cionini, Furio Lambruschi e Bruno Bara. Quando muore di un attacco di cuore, a Buenos Aires, il 31 agosto del 1999, a 55 anni, Vittorio Guidano era nel pieno della sua maturità e produttività scientifica; anche se aveva già dato forma agli aspetti essenziali del suo pensiero, lascia la sua opera inconclusa e tutt’ora oggetto di ulteriori ed importanti sviluppi teorici. Al momento della sua morte, stava lavorando, tra le altre cose, ad una teoria esplicativa della psicosi (attualmente i manoscritti e gli schemi originali di un libro sulla elaborazione psicotica che stava scrivendo sono negli archivi personali conservati da Evelina Guidano a Roma) che avrebbe arricchito ulteriormente la sua ricca e affascinante opera.


La psicoterapia cognitiva Post-Razionalista in Italia

A seguito della scomparsa di Guidano, il suo pensiero non è andato perduto anzi, al contrario, convegni, pubblicazioni e libri di matrice cognitivista post-razionalista animano oggi più che mai il dibattito nazionale ed internazionale in ambito teorico e psicoterapeutico, confermando la validità scientifica e la grande portata sul piano clinico delle sue idee. In Italia sono diverse le scuole di psicoterapia cognitiva che trovano nel cognitivismo post-razionalista il modello principale di riferimento teorico e che portano avanti il pensiero di Guidano confrontandosi costantemente con altre correnti di pensiero di tradizione diversa e con gli apporti derivanti da altri settori della ricerca scientifica (neuroscienze, biologia, etologia, intelligenza artificiale etc…).