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L'INTUIZIONE[1]


Pensiamo un attimo a quante volte nella nostra vita, forse anche più volte al giorno, abbiamo la sensazione di sapere in anticipo qualcosa che a breve vediamo concretizzarsi davanti, facciamo ancora uno sforzo e ricordiamo bene come tale sensazione è tanto più corrispondente a quanto poi si verifica nella realtà quanto più in essa non vi sono le nostre aspettative e le nostre paure!

Cosa significa ciò? Prima cosa che ognuno di noi è consapevole di aver provato spesso tale capacità, l'intuizione, ma vi ha riflettuto poco su e solo superficialmente, pur rimanendo sconcertato della corrispondenza di quanto aveva intuito su di sè o su altri con quanto poi realmente si è verificato.

Inoltre quasi sempre la razionalità del sè interviene ad offuscare l'innata dote dell'intuizione mischiando ciò che la mente con la sua logica pensa di prevedere a ciò che l'irrazionalità dell'intuizione invece veramente percepisce.

Quindi diventa importante separare i due momenti principali dell'intuizione che sono:

   - la percezione genuina e spontanea, diretta dei "segni"
   - la loro interpretazione

(evitando nel modo più assoluto la sovrapposizione degli stessi).

Non dobbiamo nel momento che stiamo percependo dei segnali intuitivi (purtroppo è ciò che facciamo) cercare subito d'interpretarli, poichè durante il flusso intuitivo l'intervento del sè fa da filtro non interpretativo ma alterativo poichè razionalizza ciò che razionale non è prima che il flusso in arrivo termini la sua ondata di simboli concernenti l'intuizione.

Separare il momento interpretativo da quello percettivo è fondamentale poichè l'intuizione arriva attraverso un "canale" non del tutto chiaro e definito, si pensa che sia l'inconscio personale a ricevere tali informazioni e che ciò avvenga con uno stato cerebrale ad onde gamma (alta frequenza) ma subito dopo un precedente stato alfa (bassa frequenza), come se lo svuotamento prodotto dal rilassamento rendesse possibile l'innalzamento della frequenza dell'onda.

Allora è chiaro che se in tale processo interviene la razionalità del sè, lo stato alfa si altera, l'onda cerebrale pur elevando la sua frequenza non raggiunge però lo stato gamma.

[Le onde cerebrali sono di cinque tipi: 1) Onde Alfa (mente subcosciente) 2) Onde Beta (mente cosciente) 3) Onde Delta (centro di Potere psichico) 4) Onde Theta (potere psichico) 5) Onde Gamma [parola che proviene dal greco e che indica la terza lettera di quell’alfabeto, significa il movimento rotatorio, arrivare all’IO Universale, esse sono presenti negli stati trascendentali chiamati “estasi”, hanno una frequenza fino a 0,5 periodi al secondo; sono molto rare e non tutti gli individui sono facilmente in grado di trasmetterle e riceverle. ( Potere psichico profondo ) ]

Diventa più plausibile pensare che la mente [recenti studi la posizionano non più solo nel cervello] durante uno stato alfa, ad occhi chiusi, attraverso uno stato del non sè temporaneo possa essere produttiva di onde gamma.

Questa fase è alla portata di tutti, bisogna imparare a riconoscerla come tale, a gestirla bene, prima di passare alla fase interpretativa.

Dentro di noi ci sono tutte le risposte di ciò che vogliamo sapere.

Vi è mai capitato di pensare:

[lo sapevo che era così, la sentivo tale soluzione o tale risposta, essa era già di mia conoscenza, solo che mancava qualcosa, non so bene cosa, affinchè io ne prendessi la giusta consapevolezza, come se l'avessi sempre guardata attraverso un velo di fumo, per cui quanto vedevo (sentivo, percepivo) era incerto fino al punto da sfuggirmi sia nella comprensione che nella stessa concreta consapevolezza.]?

Ebbene in noi vi sono tutte le risposte fondamentali della nostra vita (ed anche di quella degli altri) il guaio è che per ognuna di esse quello che non ci è assolutamente chiaro è la relativa e precisa domanda di cui ognuna di essa è la risposta!

Infatti proviamo così per gioco a farci almeno 4 o 5 domande, tra quelle che consideriamo le più importanti della nostra vita e vediamo che appunto quando siamo messi alle strette, pur sforzandoci queste domande non vengono fuori chiare, nella veste definitiva e perciò non riescono ad essere perentorie in modo tale da smuovere in noi le risposte.

Perchè avviene ciò? Un motivo da osservare attentamente è questo:

- non siamo avvezzi, non abbiamo l'abitudine di porci le domande con chiarezza, sincerità e semplicità affinchè siano definitive almeno nel momento che le poniamo. Siamo presi dall'ansia dell'incertezza e dell'insicurezza per cui con tale disagio diventa difficile, se non impossibile formulare domande importanti della nostra vita di cui abbiamo bisogno delle risposte per la nostra crescita. Nel formulare le domande ci accorgiamo che non ci sembrano mai abbastanza importanti, che non sono maturi i tempi per farle, che non siamo all'altezza da soli di rispondere ecc. ecc.

Eppure basterebbe che rallentassimo la corsa nella quale siamo immersi e che in tutta tranquillità ci guardassimo un pò dentro per scoprire, a livello di esigenza interiore, una infinità di domande di cui vorremmo le risposte, importante è nella prima fase limitarsi a quelle di cui concretamente possiamo vederne un riscontro a breve.

A questo punto, una volta scritte, una volta che siano semplici (cioè non riguardino risposte a più cose), precise (cioè siano ben indirizzate a situazioni concrete e reali che ci riguardino) e attentamente analitiche [cioè non possiamo chiedere per esempio: (quando troverò un lavoro?), poichè la risposta, essendo una data, diventa difficile da interpretare, a meno chè non si è davvero bravi, oppure non possiamo chiedere: (troverò un lavoro?) perchè essendo troppo generica bisognerebbe poi integrarla con domande tipo: nel giro di 12 mesi, che accetterò (poichè potremmo trovarlo a 1000 km e non accettarlo), che mi soddisferà ecc.]

Vedete come non è facile formulare le domande perchè dalle poche cose che vi ho detto vi siete resi conto che la risposta per essere chiaramente individuata (in noi) ha bisogno di "originare" da una domanda fatta bene, altrimenti (cosa che facciamo spesso nei confronti delle intuizioni casuali) superficialmente giudicheremo non corrispondente ed azzeccata la risposta individuata (percepita) proprio perchè la domanda non era giusta.

Vi faccio un altro piccolo esempio completo per farvi capire come noi abbiamo tante intuizioni che però non vengono considerate tali solo perchè ad esse mettiamo in relazioni domande non imprecise:

- Domani dobbiamo fare l'esame di statistica e poniamo la seguente domanda: supererò l'esame di statistica all'università?

risposta percepita: Si

All'indomani non superiamo l'esame, secondo voi l'intuizione era errata o piuttosto era esatta solo che la domanda non era precisa!

Meglio sarebbe stato domandare: domani al primo tentativo supererò l'esame di statistica?

Infatti se formulate la prima domanda l'intuizione è esatta anche se l'esame lo supererete al 5° tentativo, vi sembra?

Immaginate un grande libro che contenga la "verità del tutto" le cui pagine ed il cui contenuto non hanno limiti di tempo o di spazio, immaginate che questo libro non è lontano da voi ma dentro di voi, dentro una stanza buia del vostro inconscio dove per entrarvi avete bisogno innanzitutto di luce, poi di conoscere dove sta e come arrivarci!

COSA FATE?

Rispondiamo insieme:

Ci procuriamo la luce sufficiente a vedere "chiaro", forse che essa non c'è? Oppure c'è ma è oscurata? Da cosa è oscurata? Ricordatevi che stiamo parlando del nostro essere, della nostra interiorità, cosa dentro di noi può oscurare la luce?

Forse il SE'? Se è così allora adoperiamoci ad appiattire questo "muro" che fa ombra, anzi crea forte oscurità al resto del nostro essere!

Appena i primi bagliori cominciamo, anche se solo un pò, ad illuminare la nostra interiorità cominciamo ad inoltrarci "guardando" in essa, inizialmente gli scenari che si pareranno davanti, il fare luce sui nostri lati oscuri, sui vari meccanismi di autoprotezione egoistica, ci spaventerà, ci chiederemo con orrore: tutto ciò era nascosto dentro di noi, difetti, pigrizie, egoismi, tremendo orgoglio, insofferenze ed indifferenza, malvagità, attaccamento, ecc. ecc.?

La prima cosa su cui rifletteremo è che finalmente cominciamo a fare chiarezza, ad autocomprenderci come mai abbiamo fatto!

La luce, ancora poca, che riesce a superare la barriera del nostro sè ci fa vedere anche altre cose:

- le "stanze" della nostra casa interiore, in quale sarà il libro?

Quanto razionale si presenterà davanti a noi esso?

Forse che le sue pagine, infinite, sono "sparse, disseminate" in tutta la casa, allora come fare ordine?

Per fare ordine dentro di noi bisogna porsi in uno stato di calma, di quiete senza sforzo, in uno stato "alfa" affinchè tutto scorra come l'acqua cheta di un fiume, che naturalmente si abbandona alla gravità del corso che fluttua verso il mare!

Quale è in questa metafora il nostro mare? Pensate all'acqua che diluisce, che ingloba che entra in tutti gli esseri viventi facendoli parti di un tutto, una comunione con un tutto che tutti mette insieme e dove ognuno non è più SE' ma "comunione".

Abbandonarsi alla corrente che segue il percorso magistrale che porta al creatore presso il quale ognuno è parte del tutto ed il tutto è comunione con LUI!

In questa comunione ognuno prende parte alla lettura del "libro" come? Osservando, percependo senza far intervenire il giudizio razionale ed interpretativo del sè.

Cosa leggiamo? Le risposte alle nostre domande, queste attraversando la nostra interiorità si vestono di forme simboliche, richiamano associazioni di idee personali, questo perchè nella forma "pura" in cui sono nello stato originale, al di là di ogni linguaggio riduttivo umano, non sono intelleggibili dalla nostra razionalità ma hanno bisogno di una forma a noi più consona, ciò avviene però quando meno siamo "semplici" interiormente più complessa sarà la veste simbolica.

Ecco di un sol colpo spiegato perchè il dono dell'intuizione viene scarsamente utilizzato, fino a credere che sia casuale e frutto di coincidenze quando lo esercitiamo e poi viene di nuovo messo da parte dalla fumosa confusione della nostra mente in tale campo della verità interiore.

Una volta letto (percepito) "qualcosa" solo dopo bisogna interpretarlo ed in ciò saremo facilitati se saremo a buon punto nel nostro cammino di autocomprensione perchè ognuno di noi ha simboli che se ben individuati portare a comprendere le associazioni univoche a cui sono collegati e queste razionalmente "svelate" ci fanno conoscere non solo meglio la nostra interiorità ma anche il "TUTTO" a cui essa è collegata!

--Naturopata Francesco 09:37, Ott 2, 2004 (UTC)


Un saluto di benvenuto anche da parte mia /
Filosoficamente aggiungo _ _ _ Immanuel Kant formalizzò l’intuizione come metodo conoscitivo e la divise tra "intuizione sensibile", ossia la conoscenza passiva percepita attraverso i sensi, ed "intuizione intellettuale", fulcro delle filosofie idealiste /
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