Discussioni utente:Yorick39/Sandbox

Ultimo commento: 13 anni fa, lasciato da LukeWiller in merito all'argomento Oggi è un altro giorno

OK, va bene qui?

modifica

Un paio di premesse indispensabili: non mi piacciono i toni di accondiscendenza, qui siamo tutti uguali; e non mi piacciono neppure gli ordini, qui non ci sono capi. Coda alla premessa: come sai ho difficoltà con formattazione, convenzioni, stile ecc. ecc. Accetto tutti i suggerimenti in merito, naturalmente, ma non costringermi (costringetemi) a passare il tempo a sfogliare manuali per cose che puoi (potete) fare in pochi secondi. Falle e poi dimmi che le hai fatte, per me va bene, no problem.

Penso sia opportuno accordarsi preliminarmente su: domanda cosa si vuole ottenere, risposta una voce corretta. Domanda come la si vuole ottenere? Risposta usando fonti affidabili, mantenendo coerenza nel testo mano a mano che si procede (niente contraddizioni, niente ripetizioni. Metodo suggerito, dal generale al particolare.

Se sì, Prima verifica: va bene lo schema (indice) della voce? Per me sì.

Seconda verifica: cos'è l'Olona? a) un solo fiume che va da Riana al Po? b) un fiume con due nomi che va da Riana al Lambro? c)due fiumi che vanno l'uno da Riana a Milano e l'altro da Rozzano al Po? Per me va bene qualsiasi soluzione, anche intermedia, basta saperlo prima e dichiararla all'inizio

Terza verifica: l'Olona ha una sorgente principale più altre qua e là? L'Olona ha due rami sorgentizi di cui il principale...? Preferirei la seconda soluzione, ma mi basta una scelta.

Sulla seconda verifica secondo me me va così com'è, cioè un fiume che a Milano cambia nome e che si divide in due a Rozzano, di cui uno sfocia a Sant'Angelo Lodigiano con il nome di Lambro Meridionale, ed un secondo che versa le sue acque a San Zenone nel Po. Per la Terza verifica idem, si citano, oltre la sorgente principale, altre cinque piccole fonti (con fonte citata). --LukeWiller [Scrivimi qui] 21:09, 19 lug 2010 (CEST)Rispondi

Oggi è un altro giorno

modifica

OK, accettato e provveduto. Per la nota MM, c'è una pagina più aggiornata dentro uno studio sulla depurazione a Milano che io non so tirare giù nelle dovute forme http://www.comune.milano.it/portale/wps/wcm/jsp/fibm-cdm/FDWL.jsp?cdm_cid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/Mobilita_Convegno%20Depuratori/e86ce780497922cba91ef9c311613a49/false&cdm_acid=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Content/Maurizio%20Brown%20e%20Savino%20Colia%20-%200d02098049793c54a9f6f9c311613a49/0d02098049793c54a9f6f9c311613a49/false se provvedi tu, la nota è aggiornata!

Per quanto riguarda la sorgente, eccoti due fonti che la pensano in modo diverso (cartacea: Albertina Galli, "Varese", Edizioni Lativa, Varese, 1989 e uno online: http://www.exnovoambiente.it/terra/terra_11/terra_11.htm  : se sollevo il dubbio è perché so che ci sono fonti divergenti, il problema è solo di scegliere con naso e buon senso. Hai scelto? Fatto, inutile tornarci sopra anche se come ti ho detto avrei fatto l'altra scelta. Anche sul fatto che il Lambro M "si divida in due" ho qualche dubbio, non sul divida, ma sul /2. Stamattina sono andato a fare il doctor Livinstone, ma delle sorgenti dell'Olona nessuna traccia anche se penso di avere identificato il posto: una riserva naturale cintata e completamente rinselvatichita che le foreste tropicali sembrano un giardino all'inglese. Amen, ho portato a casa qualche (spero) buona foto.

Come la mettiamo invece col vaglio? Musaz lo ririchiede (vedi mia discussione). Mettetevi d'accordo voi. E siccome tu dici che bisogna imparare, ho imparato che la prossima volta che mi urgono delle correzioni, le faccio. Se qualcuno ne ha delle migliori, le farà a sua volta e alla fine la voce sarà bella, lucida e impacchettata coi fiocchettini. Vale!--Yorick39 (msg) 15:35, 20 lug 2010 (CEST)Rispondi

Ho inserito la fonte da te citata, più che eliminare quell'altra le ho messe tutte e due, così diamo un'informazione più completa. Sul vaglio a ragione ^Musaz, conviene aprirlo: dato che il problema l'hai sollevato tu, aprilo pure tu, ma stavolta ti conviene essere molto più riassuntivo nel testo di introduzione, i problemi verranno fuori pian piano, quando ricontrolliamo la voce approfonditamente. Un po' come è successo per le sorgenti per esempio. A proposito di queste ultime, il link che mi hai segnalato parla di un totale di sei fonti, quello cartaceo che cosa riporta ? --LukeWiller [Scrivimi qui] 21:27, 20 lug 2010 (CEST).Rispondi

RAGGRUPPO QUI LE IDEE E LE BOZZE PER "IDROGRAFIA MILANESE"

( secondo )

=Nel 2010

modifica

Nel 2010 l'idrografia milanese è relativamente semplice. Da oriente in senso antiorario abbiamo il Lambro, il Martesana-Seveso, l'asse Olona-Lambro meridionale, il Naviglio Grande e quello Pavese: assieme costituiscono l'ossatura portante dell'intero sistema che scorre verso sudest. A sud della città sono collocati i tre depuratori che la servono, e i diversi canali le cui acque, dopo avere irrigato la pianura, hanno come recapito finale il Po. A nord, discosto dalla città, abbiamo il canale Villoresi che, irrigando i territori della sua sponda meridionale, invia acque nel bacino milanese.

L'epoca preromana

modifica

L'insediamento gallo-insubrico cui si fanno risalire le origini di Milano fu, topograficamente, inglobato in quello romano, questo in quello medievale e la città è cresciuta, nel tempo, a macchia d'olio attorno al primo nucleo, fino ai giorni nostri. La città preromana aveva un solo fiume che la interessava direttamente, quello che i romani più tardi chiamarono Nirone: nasceva tra piazza Firenze e Piazzale Accursio, oggi quasi nel centro cittadino, scorrendo a sud tra Olona, a ovest, e Seveso a est probabilmente terminando in quest'ultimo. I tre fiumi scorrevano nei loro alvei naturali, lontani Olona e Lambro, più prossimo il Seveso. Non vi erano canali, ma essendo Milano al centro della fascia delle risorgive tra Adda e Ticino, il territorio era ricchissimo d'acqua e, per praticare l'agricoltura e per muoversi in un terreno altrimenti soltanto paludoso, gli abitanti hanno forzatamente dovuto regolarizzare il flusso delle acque con un reticolo di canali di cui, ovviamente, non esiste memoria.

L'epoca Romana

modifica

È impossibile immaginare un'idrografia esclusivamente naturale nell'area dove sorse e si sviluppò Milano in tempi storici. La città gallo-insubrica preesistente, topograficamente è ricompresa nel centro romano sviluppatosi dopo la conquista: in quel momento un solo fiume, molto piccolo, entra nella città. È il Nirone che nasce nei pressi dell'attuale piazza Firenze a nordovest del nucleo abitato e i tre fiumi "milanesi" non sono ancora tali.

Il Lambro scorre a oriente a diverse miglia dalla città; altrettanto, a occidente però, fa l'Olona che non si avvicina a più di sette miglia. Tra i due scorre il Seveso che scende da nord e passa assai vicino al lato orientale dell'abitato. Sarebbe tutto semplice se le acque che scorrono si riducessero ai quattro fiumi: Milano è però al centro di una fascia di terra pianeggiante, tra Adda e Ticino, ricchissima d'acque (fascia delle risorgive o dei fontanili) dolcemente e costantemente digradante grosso modo da nordovest a sudest; l'acqua è praticamente ovunque e l'uomo se vuole muoversi e coltivare la terra deve assecondarne il flusso: si crea un reticolo fittissimo di fossi, canaletti, ruscelli che rimarrà nei secoli la caratteristica della città (ancora oggi....): da una parte si raccoglie l'acqua per asciugare i terreni, dall'altra si usano le acque raccolte per irrigare, non secondo il capriccio della natura, ma con un disegno preordinato e consapevole. È l'azione di bonifica nella quale i romani sono maestri. L'idrografia non è, già allora, quella costruita dalla natura. L'acqua raccolta e drenata va sostituita con nuova acqua, per il lavoro, gli usi domestici e difensivi, così si comincia, in epoca repubblicana, col portare in città il Seveso che scorrerà lungo il perimetro orientale e con un canale, il Grande Sevese, attraversa la città. Si costruisce un canale per evacuare le acque esauste, la Vettabbia che sfocerà nel Lambro a Melegnano. Lungo le mura occidentali l'acqua è quella del Nirone e di alcune rogge che sono state opportunamente dirette; anche da qui verrà un colatore che, con il tempo, diventerà il Lambro meridionale. Il Seveso ha una seconda deviazione per un canale che porti acqua direttamente alle teme Erculee e alcuni storici narrano che attraverso la Vettabbia e il Lambro si potesse navigare fino al mare lungo il Po. Nel V secolo Milano è città imperiale, la sua importanza si accresce come le sue esigenze idriche. A essere portato a Milano è addirittura l'Olona cui si farà abbandonare, a Rho, l'alveo naturale per uno nuovo che raggiungerà la parte meridionale della città, direttamente nella Vettabbia. Nell'XI secolo sarà deviato nel fossato che invano i milanesi opposero al Barbarossa, alla fine del XVI indirizzato alla darsena costruita come porto della città dal governatore spagnolo.

Durante le invasioni barbariche il complesso intrico di bonifica e irrigazione a sud della città decade, i campi coltivati, tra Milano e Pavia, lasciano il posto alla boscaglia e alla palude. Sono i monaci di Chiaravalle e di Morimondo nell'XI secolo a reinventare i coltivi e i prati a marcita. si è costruito un canale che devia le acque del Ticino alla bassa pianura: nasce per scopi militari, ma dal 1272 sarà una via navigabile e di fondamentale importanza per l'irrigazione, prima dal Ticino a Milano e poi da questa a sud.

Fotografare situzione idrografica alla fine del XIII secolo



Per meglio comprendere la complessa idrografia milanese, risultato di un continuo sovrapporsi dell'azione dell'uomo sulla situazione naturale (op. dell'ambiente), vanno tenuti ben presenti alcuni fatti. In primo luogo che Milano è al centro di una fascia di terra pianeggiante, tra Adda e Ticino, ricchissima d'acque (fascia delle risorgive o dei fontanili) dolcemente e costantemente digradante grosso modo da nord a sud e che il flusso delle acque stesse segue sempre questo andamento. In secondo luogo che le tribù galliche guidate da Belloveso che fondarono la città provenivano dal nordovest, così i loro interessi scambi e comunicazioni erano rivolti prioritariamente in quella direzione (Golasecca, Castelseprio, Como ecc.). Al contrario, i conquistatori romani giungevano da sud e verso sud quardavano le loro vie di comunicazione (Lodi, Pavia, Piacenza). All'atto della conquista Milano si trovò così al centro di una raggiera di comunicazioni e di interessi a 360°. Un grosso insediamento richiedeva grandi quantità d'acqua: per gli usi quotidiani, per l'agricoltura e per la difesa. Agli usi quotidiani supplivano il Nirone e il Seveso. Il primo nasceva in quella che oggi è l'area urbana a nordovest, raggiungeva naturalmente le mura, le contornava e le penetrava (Vepra). Il secondo, che scendeva da nord, fu portato a costeggiare la parte orientale della città, creando un anello d'acqua che cingeva le mura e da cui si attingeva con canali interni (Grande Sevese). Tutte le acque fluivano a sud e venne naturale convogliarle in un unico canale che le smaltisse (Vettabbia) fino al Lambro che scorreva poco più a oriente. Agli usi agricoli sopperivano le acque superficiali, ma questo richiese da subito la progressiva creazione di un reticolo di canali che convogliando le acque bonificassero il terreno altrimenti paludoso. A questo punto, con Nirone, Seveso, Vettabia e reticolo dei canali di drenaggio e irrigazione è disegnato il nucleo della primitiva rete idrografica gallo-romana. In epoca imperiale, Milano divenne una città portuale (reperti archeologici banchina: testimonianze storici ecc. sviluppare) Nel primo secolo dC il Seveso distrusse tutto. Sviluppare... Nel V secolo si devia l'Olona ...(descrivere)



Le acque superficiali favorivano l'agricoltura a patto di essere incanalate per evitare l'impaludamento e i fiumi, per modesti che fossero, rappresentavano vie di comunicazione facili da seguire e risalire o scendere


La situazione attuale

modifica

L'Olona entra in città dal quartiere Gallaratese, al confine con il territorio di Pero, attraversa il QT8 e da via Natta, a Lampugnano, scorrendo sotto il piano stradale, raggiunge San Cristoforo, sottopassa il Naviglio Grande e via Lodovico il Moro ed esce a cielo aperto con il nome di Lambro Meridionale. Ha una sola diramazione, lo Scolmatore Olona in sponda destra, appena entrato in città. Dal confine cittadino a via Natta, la copertura è avvenuta negli anni ottanta (dopo il collegamento a Rho dell'Olona allo scolmatore di Nord-ovest); il primo tratto di via Natta fu coperto negli anni 1978-79. Il percorso prosegue, tra parentesi gli anni delle coperture, per piazza Santa Maria Nascente, via Collecchio, via Boine, viale Serra, piazza Stuparich. viale Elia, piazzale Lotto, viale Migliara e piazza Zavattari (1955-1977); viale Murillo, piazza Brescia, viale Ranzoni, viale Bezzi, viale Misurata, piazza Napoli, viale Troya, Piazzale delle Milizie (1954-1969); sottopasso Milizie-Alzaia (1926-1930); via Lodovico il Moro (1973). A metà di viale Misurata, una chiusa deviava l'Olona (salvo i periodi di asciutta) verso porta Genova fino ali anni ottanta: si trattava del cosiddetto "Ramo Darsena" che è stato completamente canalizzato e coperto tra il 1956 e il 1961 e che seguiva via Roncaglia, via Salvio, piazza De Agostini, via Foppa, via Lanino, via Bazzi, via Valparaiso, Parco Solari, via Ghisleri, viale Papiniano, piazza Cantore, Darsena. Mentre all'epoca della copertura il ramo darsena versava l'intera portata dell'Olona a porta Ticinese, negli anni ottanta lo si è reso inattivo per scongiurare il pericolo di inquinamento dei navigli e oggi, pur essendo ancora esistente, è chiuso "per rischio idrogeologico e ambientale".

Presso il quartiere QT8, l'Olona riceve il torrente Merlata (o Fugone), formato dall'unione dei torrenti Guisa e Nirone, che avviene poco a nord di Milano. In seguito presso Piazza Stuparich, confluisce nell'Olona il torrente Pudiga, che a Milano è chiamato Mussa. La Mussa/Pudiga si forma a nord di Milano dall'unione dei torrenti Lombra e Cisnara. I torrenti Merlata e Mussa ed i loro affluenti provengono dall'area boschiva delle Groane, situata tra comasco e milanese.

Il Seveso entra a Milano al parco Nord (Niguarda) al confine col territorio di Bresso e il suo percorso è completamente sotterraneo. Nonostante i molti lavori di cui il piccolo fiume (meno di 2 metri cubi al secondo la portata ordinaria) è stato oggetto e la costruzione dello scolmatore di nordovest che dovrebbe portarne le piene direttamente in Ticino le diverse inondazioni che ha provocato e continua a provocare nei quartieri nord della città (ultimo evento maggio 2010): segue viale F. Testi, viale Zara, piazza Istria, piazza Carbonari, via Tonale, via Melchiorre Gioia dove, all'altezza di via Schiaparelli si ricongiunge col naviglio della Martesana. Qui prende acqua la roggia Gerenzana che dopo avere attraversato...termina a San Giuliano. Il Seveso con la martesana a porta nuova danno origine al cavo Redefossi

Il lambro, contrariamente agli altri due, probabilmente per il fatto che attraversa esclusivamente le zone periferiche orientali della città, scorre praticamente a cielo aperto.

Ritorna alla pagina utente di "Yorick39/Sandbox".