Eccidio di Vercallo

L'eccidio di Vercallo fu una strage nazista compiuta tra il 21 e il 23 dicembre 1944 nei pressi di Vercallo di Casina, in provincia di Reggio Emilia, nel corso della quale furono uccisi undici partigiani e un civile.

Eccidio di Vercallo
strage
Monumento ai Martiri di Vercallo
Tipofucilazione
Data21-23 dicembre 1944
LuogoVercallo, Casina
StatoBandiera dell'Italia Italia
ResponsabiliWehrmacht
Motivazionerappresaglia
Conseguenze
Morti12

Antefatti modifica

Con l'occupazione del territorio emiliano da parte delle truppe nazifasciste e il sorgere delle prime formazioni partigiane nell'Appennino reggiano, venne decretata dalle autorità militari la costituzione della Lehrstab für Bandenbekämpfung, una sorta di centro d'addestramento di tattiche anti-guerriglia. La sede di questo reparto venne posta a Ciano d'Enza, alle pendici della catena appenninica e a pochi chilometri dalle basi e dai ricoveri dei reparti partigiani attivi nella Val d'Enza. In questo comando tedesco vennero condotte torture, abusi e omicidi nei confronti dei partigiani lì tratti prigionieri.

Tra il luglio e il settembre 1944, poi, il territorio compreso tra i comuni di Ciano d'Enza e Casina si ritrovò interessato da una serie di operazioni repressive da parte delle truppe nazifasciste, che seminarono il terrore tra gli abitanti. Solamente tra il 4 e il 5 luglio, in rappresaglia per l'uccisione di un maggiore da parte dei partigiani, i tedeschi uccisero tra le borgate di Pianzo, Cortogno, Barazzone e Paullo sette civili[1].

I fatti modifica

Il 20 dicembre 1944, lungo la provinciale Ciano d'Enza-Casina, nei pressi della borgata di Vercallo, i partigiani del distaccamento "Beucci" della 26ª Brigata Garibaldi tesero un'imboscata a un'autovettura tedesca con a bordo cinque militari, uccidendone due. L'esito dell'azione si rivelerà di cruciale importanza per gli equilibri strategici nella zona e non solo per gli importanti documenti caduti nelle mani dei garibaldini.[2] Tra le vittime dell'agguato figurava infatti il capitano Volkmar Seifert, ufficiale veterano della Grecia e della Jugoslavia e capo della Lehrstab für Bandenbekämpfung (Scuola anti-ribelli) di Ciano d'Enza.[3] Il giorno seguente scattò una prima operazione di rappresaglia, condotta dalle truppe naziste, volta a vendicare il ferimento dell'ufficiale e la morte dei due graduati. Nei pressi del luogo dell'imboscata vennero così fucilati quattro partigiani, che erano stati catturati dopo un'azione a Legoreccio, e un civile.

Il 23 dicembre vennero fucilati sul luogo della precedente strage altri sette partigiani prelevati dalla prigione di Ciano[4]. Seifert morì presso l'ospedale militare di Reggio nell'Emilia il giorno di Natale del 1944.

Vittime modifica

Fucilati il 21 dicembre 1944:

Partigiani modifica

  • Arturo Gambuzzi "Cervi", di Reggio nell'Emilia, classe 1922;
  • Ermete Conti, di San Polo d'Enza, classe 1906;
  • Ernesto Spallanzani "Falco", di Reggio nell'Emilia, classe 1920.

Civili modifica

  • Livio Cristofori, di Casina, classe 1919.

Fucilati il 23 dicembre 1944:

Partigiani modifica

  • Iones Del Rio "Lino", di Montecchio Emilia, classe 1921;
  • Luigi Bellelli, classe 1924;
  • Oliviero Bernieri "Pisetto", di Quattro Castella, classe 1890;
  • Elio Manzotti "Kira", di Sant'Ilario d'Enza, classe 1922;
  • Severino Uguzzoli "Libero", di San Polo d'Enza, classe 1916;
  • Caduto ignoto;
  • Caduto ignoto;
  • Caduto ignoto.

Memoria modifica

Sul luogo del massacro è stato inaugurato il 26 maggio 1946 un monumento dedicato ai Martiri, poi restaurato nel 1973[5].

Note modifica

  1. ^ http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=469,ita Cronologia Resistenza Reggio Emilia luglio 1944
  2. ^ Comunicazioni Istoreco | Lug 21, 2017 | Cronologia della Resistenza, Cronologia Resistenza Reggio Emilia dicembre 1944, su Istoreco, 20 luglio 2017. URL consultato il 23 aprile 2019.
  3. ^ La via della libertà, su La via della libertà. URL consultato il 23 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2019).
  4. ^ http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=499,ita Cronologia Resistenza Reggio Emilia dicembre 1944
  5. ^ Brugnoli, Nicola, Canovi, Antonio, Le pietre dolenti. Dopo la Resistenza: i monumenti civili, il pantheon della memoria a Reggio Emilia, Reggio Emilia: Istoreco, 2000, p. 70

Bibliografia modifica

  • Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, Reggio Emilia, ANPI, 1966.
  • Massimo Storchi, Anche contro donne e bambini: stragi naziste e fasciste nella terra dei fratelli Cervi, Reggio Emilia, Imprimatur, 2016.
  • Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia: 1943-1945, Torino, Einaudi, 2015.

Voci correlate modifica

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