Edward Bond

drammaturgo, poeta, sceneggiatore e regista teatrale britannico (1934-2024)

Edward Bond (Londra, 18 luglio 1934Londra, 3 marzo 2024[1]) è stato un drammaturgo, poeta, sceneggiatore e regista teatrale britannico.

Edward Bond

Biografia modifica

Autodidatta, come Harold Pinter e Tom Stoppard, regista dei suoi testi, riscontra nella scuola la prima forma di violenza sociale a cui è indispensabile ribellarsi. Nei primi anni '60, proprio all'inizio della sua carriera, entra a far parte del Writer's Group, riunito presso il Royal Court Theatre sotto la direzione del regista William Gaskill, che propone un'esperienza teatrale concreta iniziando i giovani alle tecniche brechtiane e all'improvvisazione. Bond debutta con Il matrimonio del Papa (The Pope's Wedding, 1962) e si afferma con Salvo (Saved, 1965), impressionando il pubblico con un ritratto impietoso della vita squallida e violenta di un gruppo di operai londinesi che arriva a compiere l'atto mostruoso della lapidazione di un bambino nella sua culla. Assimilata la lezione brechtiana, Bond predilige la divisione del testo in scene e non in atti, si orienta verso un'estrema essenzialità scenografica, e ricorre in modo sistematico alle note introduttive al testo, che costruisce come analisi e non come drammatizzazione della vicenda. Sviluppando una poetica teatrale non naturalistica, Bond parte dal teatro epico per spingersi oltre, usando la storia come ambientazione privilegiata da cui osservare con distacco gli eventi e le problematiche contemporanee.

La necessità di rinnovamento e sperimentazione lo spinge all'impiego di stili diversi: dal realismo scarnificato dei primi lavori alla fantasia surreale, dai toni farseschi, in Quando si fa giorno (Early Morning, 1968, testo censurato), alla parabola brechtiana in La stretta via al profondo Nord (Narrow road to the deep North), e ancora alla rivisitazione shakespeariana in Lear (1971), come pure al mitico della tragedia greca in La donna (The Woman, 1978): testo presentato dall'autore nello spazio dell'Olivier al National Theatre che prendendo spunto dai testi di Sofocle e Euripide offre una rilettura della guerra di Troia da un punto di vista prettamente femminile.

Al centro del suo teatro si colloca l'umana specie e la mutevolezza dei suoi valori: dapprima l'interesse è puntato su fenomeni di alienazione e violenza, poi si rivolge alla causa di tali atteggiamenti analizzando il potere nelle sue sfaccettature (Il mare, The sea, 1973; Il fagotto, The Bundle, 1978; Restaurazione, Restoration, 1981) per approdare alla controversa questione della figura e del ruolo del poeta nella società e i suoi rapporti con la classe egemone (La stretta via al profondo Nord, 1968; Bingo, 1973 e Il giullare, The fool, 1975).

Attento curatore della parte riservata alla regia, Bond si concentra sul testo quanto sugli attori, che devono essere, nelle sue parole, «the illustrations of the story as well as the speakers of the text [...] and not be swept by emotion» (gli illustratori della storia e i portavoce del testo [...] e non lasciarsi trascinare dalle emozioni).
La violenza, la crudeltà e in genere le immagini aspre e brutali del suo teatro gli hanno procurato poco favore tra il pubblico, ciò nonostante rimane uno dei più celebrati scrittori di sinistra ad essere emerso dal teatro fringe con vera originalità e grande forza per farsi spazio nei teatri istituzionali: presso la Royal Shakespeare Company (RSC) nell'85 con la trilogia The war plays sulla guerra e l'olocausto nucleare (messi in scena da Luca Ronconi, sotto il titolo Atti di guerra, in scena a Torino durante le manifestazioni dei Giochi Olimpici) e al Leicester Haymarket con Jackett II nel '90.

Ha inoltre partecipato a numerose sceneggiature tra cui quella di Blow-Up (1966, regia di Michelangelo Antonioni) e di Nicholas and Alexandra (1971, regia di Franklin J. Schaffner).

Nel 2015 il Teatro di Roma ha prodotto lo spettacolo Lear nella traduzione di Tommaso Spinelli, con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli. Con l'occasione è stato presentato anche il volume omonimo, pubblicato dalla casa editrice minimum fax. Bond ha tenuto inoltre una lectio magistralis all'Università La Sapienza dal titolo "Dealing with Shakespeare's heritage", in cui ha presentato il volume Edward Bond. La parola al drammaturgo, in cui passa in rassegna tutto il suo teatro in una lunga conversazione con il ricercatore francese David Tuaillon, pubblicata dalla casa editrice sillabe.

Nel dicembre 2017 il Teatro Vascello ha prodotto Saved, nella traduzione di Tommaso Spinelli e la regia di Gianluca Merolli.

Teatro modifica

  • The Pope's Wedding (1961–62)
  • Saved (1964)
  • Early Morning (1965–67)
  • Narrow Road to the Deep North (1968)
  • Black Mass (1970)
  • Passion, "un'opera per CND" (1971)
  • Lear (1969–71)
  • The Sea, "una commedia" (1971–72)
  • Bingo (1973)
  • The Fool (1974)
  • A-A-America!: Grandma Faust, "un burlesque" eThe Swing, "un documentario" (1976)
  • Stone, "un breve dramma" (1976)
  • The Woman, "scene di guerra e libertà" (1974–77)
  • The Bundle or New Narrow Road To The Deep North (1977)
  • The Worlds (1979)
  • Restoration, "una pastorale" (1979–1980)
  • Summer, "un dramma europeo" (1980–81)
  • Derek (1982)
  • Human Cannon (1979–1983)
  • The War Plays: Red Black and Ignorant (1983–84); The Tin Can People (1984); Great Peace (1984–85)
  • Jackets or The Secret Hand (1986)
  • In the Company of Men (1987–88)
  • September (1989)
  • Olly's prison (1990)
  • Tuesday
  • Coffee, "una tragedia" (1993–94)
  • At the Inland Sea (1995)
  • Eleven Vests (1995–97)
  • The Crime of the twenty-first Century (1996–98)
  • The Children (1999)
  • Have I None (2000)
  • Existence (2002)
  • Born (2002–03)
  • The Balancing Act (2003)
  • The Short Electra (2003-4)
  • People (2005)
  • The Under Room (2005)
  • Chair(2005)
  • Arcade (2006)
  • Tune (2006)
  • Innocence (2008), mai rappresentata
  • A Window (2009)
  • There Will Be More (2010)
  • The Edge (2011)
  • The Broken Bowl (2012)

Note modifica

  1. ^ (FR) Edward Bond, dramaturge britannique, est mort, su www.lemonde.fr, 5 marzo 2024. URL consultato il 5 marzo 2024.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN108843446 · ISNI (EN0000 0001 1479 8111 · SBN CFIV064649 · LCCN (ENn79059533 · GND (DE118513184 · BNE (ESXX821516 (data) · BNF (FRcb118927228 (data) · J9U (ENHE987007279875505171 · NSK (HR000004282 · NDL (ENJA001287582 · WorldCat Identities (ENlccn-n79059533