Ferruccio Malandrini

fotografo italiano

Ferruccio Malandrini (Colle di Val d'Elsa, 1930) è un fotografo e collezionista italiano.

Figura importante nella fotografia italiana nel settore documentaristico e ancor più in quello del collezionismo fotografico, avendo recuperato importanti immagini da vari fondi, mercatini, fiere e antiquari e di averli donati alla Fondazione Federico Zeri, alla Fratelli Alinari e alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

Biografia modifica

A circa 18 anni iniziò ad appassionarsi alla fotografia attraverso le letture delle riviste italiane e francesi del dopoguerra, ma anche di quelle internazionali che riusciva a reperire. Trascorse due anni a Lione nel 1958 e 1959 ma è negli anni sessanta che diventò professionista: Cecoslovacchia nel 1962; primo maggio a Mensano nel 1963, che diventerà un appuntamento fisso[1].

Nel 1964 lo troviamo a Milano come fotografo freelance per i giornali L'Unità e Vie nuove. Ed è proprio a Milano che presentò la sua prima mostra fotografica: scatti personali non legati a servizi di cronaca[1].

Dal 1970 è a Siena dove, con le proprie immagini e con quelle di altrui collezioni, curerà varie mostre: "Federigo Tozzi" (1970), "Vietnam" (1973), "Togliatti, eravamo un milione" (1974), "Giovanni Barucci fotografo a Siena" (1977), "Siena: album 1910-1930. Studio fotografico Massarelli" (1978), "Vincenzo Balocchi" (1979), "Mensano 1º Maggio" (1980), "Garibaldi a Siena" (1982)[1].

Negli stessi anni, dal 1968 al 1980 si legò al laboratorio di un altro fotografo senese, molto apprezzato, Mario Appiani. Anni nei quali lo vedranno spesso in giro a fotografare il Palio e le Contrade di Siena[2].

Nel 1979 si trasferì a Firenze e dal 1985 iniziò la collaborazione con i Fratelli Alinari con cui curerà mostre e pubblicazioni e presso i quali verrà nominato conservatore. Successivamente, nel 1997 e nel 2007 Alinari acquisterà parte della collezione di fotografia storica di Malandrini mentre nel 2005 anche la Fondazione MPS acquisterà le immagini e documenti storici relativi al territorio senese del periodo 1853-1950, costituita esattamente da 11389 opere, oltre ad un vasto materiale documentario[1]. Compongono il variegato materiale raccolto nel tempo anche alcuni pregevoli archivi di fotografi senesi non più esistenti, come ad esempio Paolo Lombardi, Giovanni Barucci, parte degli studi Grassi e Massarelli, le immagini della scrittrice futurista Edith Arnaldi, oltre ad aver recuperato importanti testimonianze ottocentesche su lastre di vetro[3].

Nel corso dell'intervista, rilasciata a Maria Francesca Bonetti (2015), Malandrini ha raccontato come nel tempo ha raccolto la gran parte della sua collezione: "Mi sono rivolto a librai antiquari, a mercanti di stampe, ho frequentato le grandi fiere del libro antiquario, domandando in continuazione se ci fossero album o fotografie che, d’altra parte, non risultavano di grande interesse per i soliti acquirenti. Ho fabbricato così, nel tempo, un tessuto di relazioni che mi ha aiutato a ricevere e a cogliere proposte interessanti"[4].

L'imponente mostra fotografica del 1992, svoltasi a Siena, dal titolo "Dentro la città, oltre le mura", non fu solo una riflessione sulla fotografia cittadina ma voleva essere anche e soprattutto lo specchio della situazione mutevole in cui si stava trovando la fotografia stessa in quell'epoca di cambiamento sul finire del secolo. I promotori, Bruno Bruchi, Andrea Ciacci e Mauro Tozzi, misero subito in chiaro nell'introduzione che non si trattava di un confronto tra la vecchia scuola e i nuovi arrivati, tra i professionisti e gli amatori, ma, come ricorda Giuliana Scimé, "non necessariamente il 'rinnovamento' passa attraverso la riproposizione del passato" e come aggiunse Enrico Crispolti sul catalogo della mostra: "La cultura fotografica è ancora troppo estranea al panorama di interessi storico-critici artistici di pratica universitaria. E ciò è assai negativo". In quella rassegna figurarono i nomi di Ferruccio Malandrini, Gianni Berengo Gardin, Cesare Colombo, Franco Fontana, Gianni Giansanti, Pepi Merisio, George Tatge, Adriana Argalia e molti altri[5].

Nel 2014 Malandrini ha donato oltre 10 325 fotografie storiche, risalenti al periodo tra il 1890 e il 1930, per la maggior parte stampe all'albumina, alla gelatina e al carbone, raffiguranti architetture, edifici storici, opere d'arte di pittura, scultura alla Fondazione Federico Zeri presso l'Università di Bologna. La donazione è stata il frutto sia di un fondo recuperato durante il periodo del soggiorno giovanile a Lione che di acquisizioni avvenute nell'arco di oltre quarant'anni, attraverso mercatini, frequentazioni di fiere ed antiquari, nonché svuotamento di magazzini. Oltre a quelle di Lione, le fotografie furono acquisite da Malandrini a Milano, Siena e Firenze. La Fondazione Federico Zeri dichiara, sul proprio sito, che dal 2020 l'archivio è fruibile online[6].

Pubblicazioni (selezione) modifica

  • Ferruccio Malandrini (a cura di), Donna: "la Belle Epoque" nella sala di posa Alinari, Firenze, 1988 - ISBN 88-72921-44-9
  • Ferruccio Malandrini, Mensano, Primo Maggio 1963-1975, Biblioteca Comunale degli Intronati, Siena, 2018

Note modifica

  1. ^ a b c d Michele Fucich, Sandro Petri, Collezione Malandrini, in Milano '64, 2016. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  2. ^ Ambra Dini, Prima dell'approccio alla fotografia c'è un approccio alla vita e alla cultura. Intervista a Ferruccio Malandrini, in Valdelsa.net, 16 luglio 2019. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  3. ^ Le foto della Collezione Malandrini raccontano il Palio di Siena, in Siena News, 10 agosto 2012. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  4. ^ Maria Francesca Bonetti, Dentro la città, oltre le mura, in RSF Rivista di Studi di Fotografia, n. 1, 2015.
  5. ^ Pollicino Progetti Culturali (a cura di), Dentro la città, oltre le mura, in Arti Grafiche Ticci, 1992.
  6. ^ Collezione Malandrini, in Fondazione Federico Zeri. URL consultato il 28 febbraio 2023.

Bibliografia (selezione) modifica

  • Daniela Tartaglia, Intervista a Ferruccio Malandrini, noto collezionista di fotografia, Fotopratica n. 1, 1998

Voci correlate modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN150146937832213832523 · GND (DE1106133498 · BNF (FRcb17117211d (data) · WorldCat Identities (ENviaf-150146937832213832523