Fiore Sardo
Il Fiore Sardo è un formaggio ovino italiano a denominazione di origine protetta la cui zona di produzione comprende l'intero territorio della regione autonoma della Sardegna.
Fiore sardo DOP | |
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Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Sardegna |
Dettagli | |
Categoria | formaggio |
Riconoscimento | D.O.P. |
Settore | Formaggi |
Consorzio di tutela | https://www.fioresardodop.it/ |
Provvedimento | Reg. CE n.1107/96 (GUCE L. 148/96 del 21.06.1996) |
Storia
modificaProdotto secondo antiche tecniche di lavorazione artigianale, il Fiore Sardo ha da ricondurre la sua origine ai paesi di Gavoi, Austis, Ovodda, Tiana, Teti, Ollolai, Lodine e Olzai(comuni della Barbagia di Ollolai) in provincia di Nuoro, e deve il nome all'impiego, ormai desueto, di stampi in legno di castagno o di perastro sul cui fondo era scolpito un fiore simile all’asfodelo o alla rosa peonia (accompagnato spesso dalle iniziali del produttore) che marchiava le facce delle forme.[1][2]
La sua origine è molto antica, risalente alla civiltà nuragica precedente la dominazione dell'Antica Roma[3], e nell'isola rappresentò il formaggio di maggior produzione sino all'avvento delle industrie casearie del Pecorino Romano alla fine del XIX secolo.[2]
Citato nella Convenzione di Stresa del 1951 sull'uso dei nominativi di origine e delle denominazioni dei formaggi, riconosciuto a Denominazione Tipica nel 1955 e d'Origine dal 1974, ha infine ottenuto la Denominazione d'Origine Protetta (DOP) nel 1996.[1]
L'associazione Slow Food ne tutela l'importanza attraverso un proprio Presidio.[2] Dal 30 settembre 2018 a Gavoi, in provincia di Nuoro, è presente il Museo del Fiore Sardo.[4]
Produzione e caratteristiche
modificaFormaggio a pasta dura dal sapore piccante a seconda dello stadio di maturazione, il Fiore Sardo è ottenuto da latte di pecora proveniente esclusivamente da soggetti di razza sarda coagulato a crudo (33-36 °C) con caglio di agnello o di capretto in pasta;[3] la forma ha la caratteristica foggia a doppio tronco di cono con peso variabile da 1,5 a 4 kg con crosta di colore giallo o marrone scuro e la pasta tendente dal bianco al giallo paglierino a seconda della durata del periodo di stagionatura;[3][5] oltre ad essere un formaggio da tavola, diventa da grattugia qualora la stagionatura si protragga oltre i 6 mesi.[3]
Note
modifica- ^ a b Sardegna Agricoltura - Argomenti - Prodotti tipici e di qualità - DOP e IGP, su sardegnaagricoltura.it. URL consultato il 27 agosto 2016.
- ^ a b c Fiore sardo dei pastori - Presìdi Slow Food - Fondazione Slow Food, su fondazioneslowfood.com. URL consultato il 27 agosto 2016.
- ^ a b c d Scheda guida per la produzione della DOP "Fiore Sardo" registrata in ambito U.E. con Reg. (CE) n.1263 del 1º luglio 1996
- ^ A GAVOI UN MUSEO PER IL FIORE SARDO, IL PIÙ ANTICO DEI FORMAGGI, su videolina.it. URL consultato il 2 ottobre 2018.
- ^ Ottavio Salvadori del Prato, I minicaseifici aziendali, Milano, Edagricole - Edizioni Agricole de Il Sole 24 Ore Business Media S.R.L., 2009, p. 266, ISBN 978-88-506-5299-0.
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Fiore Sardo, su eAmbrosia, Commissione europea.
- Fiore Sardo DOP, su Qualigeo.eu, Fondazione Qualivita.
- Fiore Sardo DOP, in Dizionario dei prodotti DOP e IGP, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- http://www.sardegnaagricoltura.it/index.php?xsl=443&s=45051&v=2&c=3592
- https://web.archive.org/web/20160828044208/https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3340