Frangimento (linguistica)

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Nella linguistica storica, la rottura o frangimento o frattura vocalica[1] è il mutamento di un monottongo in un dittongo o trittongo. Il mutamento in un dittongo è anche noto come dittongazione. La frattura vocalica viene spesso distinta dalla dittongazione e definita più strettamente come un processo armonico (vale a dire assimilatorio) che coinvolge la dittongazione provocata dalla vocale o consonante successiva. La pura vocale originaria di solito si rompe in due segmenti, dove il primo si accompagna alla vocale originale e il secondo si armonizza con la natura della vocale o consonante "scatenante". Per esempio, il secondo segmento può essere /u/ (una vocale posteriore) se la vocale o consonante seguente è posteriore (per es. velare o faringale), e il secondo segmento può essere /i/ (una vocale frontale) se la vocale o consonante seguente è frontale (per es. palatale). Perciò, la frattura vocalica in questo senso stretto può essere vista come un esempio di assimilazione di una vocale a una vocale o consonante seguente.

Inglese americano meridionale modifica

Questa è una caratteristica della "pronuncia strascicata meridionale" dell'Inglese americano meridionale, dove le vocali frontali brevi hanno sviluppato un "suono transitorio" (semivocalico) fino a [j], e dunque in alcune zone fino allo scevà: pat [pæjət], pet [pɛjət], pit [pɪjət]. [senza fonte]

Medio inglese modifica

  Voce principale: Middle English.

Nel medio inglese veniva inserita una vocale /i/ tra una vocale frontale e una /h/ seguente (pronunciata [ç] in questo contesto), e una vocale /u/ inserita tra una vocale posteriore e una /h/ seguente (pronunciata [x] in questo contesto). Questo è un esempio prototipo in senso stretto di "frattura vocalica" come descritto sopra: la vocale originale si rompe in un dittongo che si assimila alla consonante seguente, ottenendo una /i/ frontale davanti a una consonante palatale e /u/ davanti a una consonante velare.

Antico inglese modifica

  Voce principale: Old English.

Ci sono due processi nell'antico inglese che rappresentano degli esempi di frattura vocalica armonica, chiamata Old English breaking e back umlaut.

L'Old English breaking è un processo in atto nell'antico inglese preistorico mediante cui le vocali brevi e lunghe accentate i, e, æ diventano rispettivamente i dittonghi brevi e lunghi io, eo, ea, quando seguiti da h o da r, l + altra consonante (vocali brevi soltanto), e talvolta da w (soltanto per alcune vocali brevi).

Esempi sono:[2]

  • PG *fallanfeallan "fall"
  • PG *erþōeorþe "earth"

Il Back umlaut è un processo in atto nell'antico inglese preistorico attraverso cui le vocali brevi i, e, æ diventano rispettivamente i dittonghi brevi io, eo, ea davanti alla vocale posteriore della sillaba successiva, se la consonante che interviene è di una certa natura.

Antico norreno modifica

  Voce principale: Antico norreno.

La e breve accentata proto-germanica diventa regolarmente ja o (davanti a u) nell'antico norreno tranne dopo w, r, l. Per esempio:

Secondo alcuni studiosi,[3] la dittongazione di e è un mutamento fonetico incondizionato, mentre altri parlano di epentesi[4] o umlaut.[5]

Proto-indoeuropeo modifica

Alcuni studiosi[6] credono che le vocali i, u del protoindoeuropeo (PIE) abbiano un tipo di frattura davanti a un'originaria laringale in greco, armeno e tocario, mentre le altre lingue indo-europee hanno monottonghi. Esempi tipici sono:

  • PIE *gʷih3wos → *gʷioHwos "vivo" → gr. ζωός, toc. B śāw-, śāy- (ma in sanscrito jīvá-, lat. vīvus)
  • PIE *protih3kʷom → *protioHkʷom "lato frontale" → gr. πρόσωπον "faccia", toc. B pratsāko "petto" (ma in sanscrito prátīka-)
  • PIE *duh2ros → *duaHros "lungo" → gr. δηρός, arm. *twārerkar (sanscrito dūrá-, lat. dūrus).

Tuttavia, l'ipotesi non è adottata dalla maggior parte dei manuali.

Note modifica

  1. ^ The American Heritage Dictionary of the English Language, Quarta Edizione 2000 di Houghton Mifflin Company.
  2. ^ Robert B. Howell 1991. Old English breaking and its Germanic analogues (Linguistische Arbeiten, 253.). Tübingen: Max Niemeyer
  3. ^ J. Svensson, Diftongering med palatalt förslag i de nordiska språken, Lund 1944.
  4. ^ H. Paul, "Zur Geschichte des germanischen Vocalismus", Beiträge zur Geschichte der deutschen Sprache und Kultur 6 (1879) 16-30.
  5. ^ K. M. Nielsen, Acta Philologica Scandinavica 24 (1957) 33-45.
  6. ^ (DE) F. Normier, in: Zeitschrift für vergleichende Sprachforschung 91 (1977) 171-218; J.S. Klein, in: Die Laryngaltheorie und die Rekonstruktion des indogermanischen Laut- und Formensystems, Heidelberg 1988, 257-279; J.E. Rasmussen, in: Selected Papers on Indo-European Linguistics, Copenaghen 1999, 442-458.

Bibliografia modifica

  • (EN) Crowley, Terry. (1997) An Introduction to Historical Linguistics. 3ª edizione. Oxford University Press.
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