Gaio Fabricio Luscino
Gaio Fabricio Luscino | |
---|---|
Console della Repubblica romana
| |
Fabrizio, affresco della Sala dei Giganti di palazzo Trinci, Foligno (1411-1412) | |
Nome originale | Caius Fabricius Lucinus |
Gens | Fabricia |
Consolato | 282 a.C. 278 a.C. |
Gaio Fabricio Luscino[1] (latino: Caius Fabricius Lucinus; ... – ...; fl. III secolo a.C.) figlio di Gaio; Tito Livio narra che fu il primo appartenente alla gens Fabricia a trasferirsi a Roma da Aletrium[2].
BiografiaModifica
Console nel 282 a.C., rifiutò per due volte, nel 282 a.C. dai Sanniti, e nel 280 da Pirro, cospicui doni rivolti a corromperlo.[3][4] Fu di nuovo console nel 278 a.C.
Indicato come esempio di austerità e di disprezzo della ricchezza dagli antichi scrittori romani («parvoque potentem / Fabricium», Eneide, VI 843-4), la sua figura viene ripresa come modello di virtù da Dante, che lo ricorda nel De Monarchia come «altum... exemplum avaritiae resistendi» (alto esempio di resistenza all'avidità)[5] e, inoltre, nel XX canto del Purgatorio:
«Seguentemente intesi: «O buon Fabrizio, |
(Divina Commedia, Purgatorio, Canto XX, versi 25-27) |
NoteModifica
- ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.2 pag. 841 n.1
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri, IX,43.
- ^ Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, IV,3,6.
- ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, I, 14
- ^ Dante Alighieri, De Monarchia, II,5,11.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gaio Fabricio Luscino
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Gaio Fabricio Luscino, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | BNF (FR) cb134877089 (data) |
---|