Giù la piazza non c'è nessuno

romanzo scritto da Dolores Prato

«Sono nata sotto un tavolino. Mi ci ero nascosta perché il portone aveva sbattuto, dunque lo zio rientrava. Lo zio aveva detto: «Rimandala a sua madre, non vedi che ci muore in casa?». Ambiente non c'era intorno, visi neppure, solo quella voce. Madre, muore, nessun significato, ma rimandala sì, rimandala voleva dire mettila fuori della porta. Rimandala voleva dire mettermi fuori del portone e richiuderlo.»

Giù la piazza non c'è nessuno è un romanzo in chiave autobiografica di Dolores Prato, che narra della sua infanzia vissuta a Treia, paese marchigiano in provincia di Macerata.

Giù la piazza non c'è nessuno
AutoreDolores Prato
1ª ed. originale1980
Genereromanzo
Sottogenereromanzo in chiave autobiografica
Lingua originaleitaliano
Protagonistil'autrice

L'opera più che una storia è una serie di appunti autobiografici dell'autrice sulla sua infanzia vissuta sul finire dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Il metodo di lavoro di Dolores Prato è stato prevalentemente: l'accumulo, la sedimentazione, per anni, di materiali prima della scrittura. La narrazione si svolge in una miriade di oggetti, parole disperse e di persone che appaiono come figure sempre presenti nella mente dell'autrice. La zia le fa da madre ma non ha alcuna predisposizione per svolgere tale ruolo; lo zio, sostituisce la figura paterna, ma senza volere rivestire tale ruolo. L'andamento del racconto è divagante, discontinuo, fatto di apparizioni momentanee così come lo possono essere i ricordi e il risultato è un testo disarticolato, ma avvincente e sempre vivace.

«…i testi di Dolores Prato prendono la loro nota fondamentale quanto più aderiscono alla gratuità della scrittura, all'edonismo del raccontare, mimando (senza riprodurli) il tono e la forma degli appunti accumulati nel corso della vita, ogni volta che se ne presentava l'occasione. L'autrice non venne mai del tutto a patti né con l'idea della conclusione fisica di un lavoro, né con le particolari condizioni di grazia per il suo modo di raccontare. È per questo che le sue opere si danno o come spezzone rimaneggiato da un lavoro più ampio (Scottature viene da Calycanthus. E lui che c'entra? ), o come brogliacci continuamente ripensati (Sangiocondo, che viene pubblicato, in una versione ridotta, nel 1963, poi rimaneggiato fino alla morte e spedito agli amici col nuovo titolo La rosa muscosa), o ancora come testi in progress: passibili d'essere rilavorati, ma soprattutto di aumentare di pagine finché chi scrive rimane in vita (ne sono esempi sia il laboratorio dei sogni, sia le «prose liriche»).»

Edizioni

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  • Dolores Prato, Giù la piazza non c'è nessuno, Nuovi coralli, Einaudi, 1980, p. 282.
  • Dolores Prato, Giù la piazza non c'è nessuno, a cura di Giorgio Zampa, Letteratura contemporanea, Mondadori, 1997, p. 759, ISBN 88-04-42464-8.
  • Dolores Prato, Giù la piazza non c'è nessuno, a cura di Giorgio Zampa, Letteratura contemporanea, Mondadori, 2001, p. 759, ISBN 88-04-42464-8.
  • Dolores Prato, Bas la place y'a personne, traduzione e postfazione a cura di Laurent Lombard e Jean-Paul Manganaro, Verdier, 2018, pp.896.
  • Dolores Prato, Giù la piazza non c'è nessuno, a cura di Giorgio Zampa, notizia sull'autrice e sul testo di Elena Frontaloni, Quodlibet, 2009, p. 702, ISBN 978-88-7462-260-3.
  1. ^ Incipit da: Dolores Prato, Giù la piazza non c'è nessuno, Macerata, Quodlibet, 2009.

Bibliografia

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  • Angela Paparella, Giù la piazza non c'è nessuno, di Dolores Prato: la vicenda editoriale attraverso le lettere, Roma, Aracne, 2007
  • Franco Brevini, L' innamorata dei nomi: l'opera autobiografica di Dolores Prato, Treia, Milano, A. Cordani, 1989,
  • Matilde Morrone Mozzi, Il volto delle parole in Dolores Prato, Genova, Marietti, 1990
  • Stefania Severi, Maria Teresa Secondi Mongiello, L'essenza della solitudine: vita di Dolores Prato, Roma, Sovera, 2002
  • Grazia Livi, Narrare e un destino: da Virginia Woolf a Karen Blixen, da Anna Banti a Dolores Prato, Milano, La Tartaruga, 2002
  • Monica Farnetti, Il centro della cattedrale : ricordi d'infanzia nella scrittura femminile : Dolores Prato, Fabrizia Ramondino, Anna Maria Ortese, Cristina Campo, Ginevra Bompiani, Mantova, Tre lune, 2002
  • Stefania Severi, Dolores Prato: voce fuori coro: carteggi di una intellettuale del Novecento, Ancona, Il lavoro editoriale, 2007
  • Chiara Cretella, Sara Lorenzetti, Architetture interiori: immagini domestiche nella letteratura femminile del Novecento italiano: Sibilla Aleramo, Natalia Ginzburg, Dolores Prato, Joyce Lussu, Firenze, F. Cesati, 2008
  • Adriana Lorenzi, Non restare in silenzio: sulle tracce di Medea Colleoni, Virginia Woolf, Emily Dickinson, Dolores Prato, Azzurrina, Gianna Manzini, Antonia Pozzi, Firenze, Le lettere, 2008
  • Leandro Castellani, Un provvisorio stabile: vita segreta di Dolores Prato, scrittrice, Roma, Aracne, 2008
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