Gioco di dadi musicale

sistema per la composizione di brevi brani musicali con l'uso di dadi

Il gioco di dadi musicale (in tedesco Musikalisches Würfelspiel) è un sistema di composizione musicale basato sull'uso di dadi e di schemi predeterminati diffusi a stampa. Il gioco ebbe particolare diffusione nella seconda metà del XVIII secolo e furono pubblicati metodi per la composizione di varie forme musicali, come polacche, minuetti, valzer e trii.

Valentin de Boulogne (copia da), Concerto con giocatori di dadi

Alcuni metodi dello stesse genere non indicavano esplicitamente l'uso di dadi, ma richiedevano comunque l'utilizzo di numeri casuali.

Storia modifica

Johann Philipp Kirnberger modifica

 
Johann Philipp Kirnberger

Il primo metodo pubblicato è considerato quello di Johann Philipp Kirnberger del 1757,[1] che utilizza uno o due dadi per avere una sequenza di numeri casuali; tramite apposite tabelle a ogni numero veniva associata una battuta della composizione che si desiderava ottenere.

Ad esempio alla seguente tabella, da utilizzare per il minuetto, erano associate 96 battute in modo da poter estrarre 16 battute, una per ogni lancio di un dado; idealmente il numero totale di composizioni possibili era di  , che però si riduceva a   = 78 364 164 096 perché le sei battute per l'ottava battuta della prima parte erano uguali tra loro, così come quelle dell'ottava battuta della seconda parte.

Prima parte Seconda parte
Lancio Valore del dado Lancio Valore del dado
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 23 63 79 13 43 32 1 33 55 4 95 38 44
2 77 54 75 57 7 47 2 60 46 12 78 93 76
3 62 2 42 64 86 84 3 21 88 94 80 15 34
4 70 53 5 74 31 20 4 14 39 9 30 92 19
5 29 41 50 11 18 22 5 45 65 25 1 28 17
6 83 37 69 3 89 49 6 68 6 35 51 61 10
7 59 71 52 67 87 56 7 26 91 66 82 72 27
8 36 90 8 73 58 48 8 40 81 24 16 85 96

Parte del gioco era anche la ricostruzione dello spartito, dato che le battute erano presentate appositamente in modo disordinato, come appare anche dallo schema sopra riportato.

Carl Philipp Emanuel Bach modifica

 
Carl Philipp Emanuel Bach
 

Maximilian Stadler modifica

 
Maximilian Stadler

I falsi attribuiti a Mozart modifica

Attorno al 1793 furono pubblicati dall'editore Hummel due diversi metodi attribuiti a Wolfgang Amadeus Mozart, deceduto nel 1791. Questi spartiti furono poi plagiati da altri editori. Già nel 1836 era indicato che «è probabile che la speculazione mercantile n'abbia fatto autore il Mozart».[2] Nel catalogo Köchel questi brani sono indicati come K. Anh. 294d o come K. Anh. C 30.01.[3]

Nel catalogo è presente un effettivo gioco musicale creato da Mozart (K. 516f), tratto da un foglio autografo su cui sono abbozzate due versioni di un sistema per creare un breve brano partendo dalle lettere del nome di una persona e non tramite numeri casuali. Nella prima versione (recto del foglio[4]) erano indicate due battute iniziali e 24 battute da associare alle lettere dell'alfabeto (erano escluse le lettere j e x); era fatto anche un tentativo con le lettere f a n c i s e si ipotizza che fosse per il nome francisca, interrotto per la necessità di avere più di una battuta per le lettere c e a.[5] La seconda versione (verso del foglio[6]) dopo le due battute di introduzione riporta due battute per ogni lettera (sempre escludendo le lettere j e x). La lettera z era usata per il finale. Tramite alcuni calcoli era possibile associare una singola battuta ad ogni lettera del nome ed evitare le ripetizioni.[7]

Pubblicazioni modifica

Si ebbero numerose pubblicazioni a partire dal 1757, ma il numero si ridusse drasticamente dall'inizio del XIX secolo.[8][9]

Note modifica

  1. ^ Zaslaw, p. 221.
  2. ^ P. Lichtenthal, Dizionario e bibliografia della musica, vol. 4, Milano, 1836, p. 378.
  3. ^ Noguchi, p. 89.
  4. ^ Copia digitalizzata, su gallica.bnf.fr.
  5. ^ Noguchi, p. 90.
  6. ^ Copia digitalizzata, su gallica.bnf.fr.
  7. ^ Noguchi, p. 91.
  8. ^ Hedges, pp. 185-187.
  9. ^ Zaslaw, pp. 221-224.
  10. ^ Zaslaw, p. 222.
  11. ^ Per la data 1788 si veda [Senza titolo], in Gazzetta Toscana, n. 5, 1788, p. 18.
  12. ^ È disponibile online un' edizione del 1830, su daten.digitale-sammlungen.de.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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