Giuseppe Boschetto

pittore italiano

Giuseppe Boschetto (Napoli, aprile 1841Napoli, 1918) è stato un pittore italiano.

Giuseppe Boschetto

Biografia modifica

Giuseppe Boschetto, pittore che risulta attivo a Napoli, si mise in evidenza per i dipinti - costruiti con molte figure - che rappresentavano scene storiche o di vita pubblica nel corso dei secoli passati. Le sue tele in gran parte erano ambientate nella Roma antica o nell'antica Grecia: una tematica, nota come pompeiana, che era preferita da molti altri pittori del tempo, in particolare da artisti di area toscana e meridionale.

Si formò prima nell'atelier di Giuseppe Mancinelli e più tardi in quello di Domenico Morelli, di cui era considerato uno degli allievi più dotati e promettenti, al pari di Camillo Miola e di Eduardo Tofano. In linea con il Verismo degli anni settanta e ottanta dell'Ottocento - che aveva contagiato anche la pittura - applicava ai suoi soggetti storici e di costume un diffuso senso di realismo. Dotato di pennellata vivace, luminosa e ricca di sfumature, Giuseppe Boschetto sapeva come rendere attuale un episodio storico, ricostruendolo e ambientandolo in un modo più veritiero possibile, sostenuto anche da attenti studi storici e di costume.

Opere modifica

 
Pro Patria Omnia

Dipinse Infanzia di Petrarca (1863) e Galileo Galilei dinnanzi al Sant'Uffizio (1865), che furono esposti alla Promotrice di Napoli; Cicisbeo, al palazzo Reale di Napoli; Lucrezia Borgia che regge il papato (1866), al Museo di Capodimonte; Clienti che visitano il patrono (1867); Maldicenti ed Eleonora Pimentel Fonseca condotta al patibolo, entrambi del 1868, al palazzo della Provincia di Napoli; Sortilegio, esposto alla Promotrice di Napoli del 1874[1] e Maga, esposto alla Promotrice di Napoli del 1877[2]. Realizzò anche opere in costumi settecenteschi, come il Ballo a corte della collezione Ricci Oddi di Piacenza.

Alla 4ª Mostra nazionale di belle arti di Torino, del 1880, che funzionò da trampolino di lancio per molti pittori,[3] espose Riva di Santa Lucia.[4] Nel 1883 presentò all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma Socrate beve la cicuta. Altri suoi dipinti: Proscrizioni di Silla e Agrippina che spia il Senato, dipinto esposto nel 1877 a Napoli. Alla Galleria dell'Accademia di belle arti di Napoli si conserva un suo acquarelloː Figura.[5]

Ultimi anni modifica

Alla morte del fratello trascurò la pittura per occuparsi di un'industria, in cui era investita la dote delle sorelle nubili. Sfortunatamente non ebbe fortuna, s'indebitò e cadde in povertà. Chiese invano un posto di professore all'Accademia di belle arti di Napoli, anche per i corsi serali, ma non fu esaudito. Nella sua bottega, a Napoli, in via Santa Brigida, si circondava di giovani artisti. Intitolò la sua ultima opera: Diviserunt vestimenta mea. Morì dimenticato e povero.

Note modifica

  1. ^ Società Promotrice di Belle Arti in Napoli, Catalogo degli oggetti d'arte ammessi alla 11ª esposizione aperta il di 22 Marzo 1874 nella Sala di S. Domenico Maggiore, Napoli, Gennaro De Angelis, 1874, SBN IT\ICCU\NAP\0318520.
  2. ^ Società Promotrice di Belle Arti in Napoli, Catalogo delle opere d'arte ammesse alla 14ª Esposizione aperta il 26 dicembre 1877 nelle sale del R. Istituto di Belle arti, Napoli, De Angelis e figlio, 1877, SBN IT\ICCU\NAP\0551584.
  3. ^ 4ª Esposizione nazionale di Belle arti: Torino, 1880: catalogo ufficiale generale, Torino, V. Bona, 1880, SBN IT\ICCU\TO0\0981305.
  4. ^ Bénézit,  vol. 2, p. 589-590.
  5. ^ Dimensioni: 23,8x33,7 cm, vediː Galleria dell'Accademia,  p. 102.

Bibliografia modifica

  • Angelo De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze, coi tipi dei successori Le Monnier, 1889, p. 69, SBN IT\ICCU\UFI\0321299.
  • (DE) Ulrich Thieme-Felix Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Kunstler von der Antike bis zur Gegenwart, IV volume, Lepsia, Wilhelm Engelmann, 1910, p. 391, SBN IT\ICCU\RMS\2481314.
  • Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBN IT\ICCU\NAP\0178087.
  • (FR) Emmanuel Bénézit, Ad vocem, in Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays, Parigi, Gründ, 1999, SBN IT\ICCU\VEA\0108356.

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