Giuseppe Greppi (filantropo)

imprenditore e filantropo italiano

Giuseppe Greppi (Bergamo, 1 gennaio 1826Bergamo, 1 giugno 1913) è stato un imprenditore e filantropo italiano.

Ritratto di Giuseppe Greppi


Biografia

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Giuseppe Greppi nacque a Bergamo in una famiglia modesta e presto rimase orfano di entrambi i genitori. Nel 1840 incontrò don Carlo Botta e don Francesco Macchi, che lo avviarono al ruolo di educatore e di filantropo.

Nel 1843, entrò nella Compagnia dei maestri dell'Oratorio di Sant’Antonino e contemporaneamente subentrò al fratello Pietro, morto in giovane età, nella gestione di una cartoleria e legatoria che con il tempo divenne assai prospera fornendo una vasta gamma di prodotti. A cavallo tra il XIX e il XX secolo, Giuseppe Greppi finanziò la costruzione del complesso dell’Oratorio dell’Immacolata, che fu inaugurato l’8 dicembre 1903[1] e che comprende la chiesa omonima e il teatro (in seguito a lui dedicato) decorati in stile floreale e gotico dai pittori Giovanni e Domenico Zappettini e Francesco Domenighini in collaborazione con l’indoratore Viscardi e con altri artisti.[2]. Una grande scritta indicava il significato didattico del grande tondo Il trionfo delle arti che adorna la volta del Teatro dell'Immacolata:[3]

«L'affresco va collegato anche alla frase latina che campeggiava sul proscenio: Castigat ridendo mores. Il compito del teatro è divertire, educare, sollevare mente e cuore alla gioia e nutrire nobili ideali.»

Insieme all’’Oratorio furono istituiti la Scuola di canto e quelle serali e di disegno professionale (che fornivano vitto e alloggio ai bambini meno abbienti), la biblioteca, la sezione ginnastica In Robore Virtus (1906), la Società filodrammatica Silvio Pellico[4], il Circolo di cultura e di azione sociale Silvio Pellico (1910); la Sezione alpina Contardo Ferrini con la residenza di Bratto (1922)[5] e la Scuola e centro di pronto soccorso della Croce Bianca[6].

Nel 1909, fondò il Patronato operaio San Vincenzo de' Paoli, in seguito diretto da don Bepo Vavassori. Rimasto scapolo, prima di morire, destinò i proventi del propeio negozio al finanziamento dell’oratorio e delle opere di carità del beato Luigi Palazzolo, fondatore della dell'Istituto delle Suore delle Poverelle.[7] L'Associazione Sala Greppi ha ospitato nel teatro concerti e rappresentazioni sceniche organizzate in collaborazione con le principali istituzioni musicali e artistiche cittadine.[8] Alla fine della prima guerra mondiale, la sua salma è stata traslata dal Civico cimitero di Bergamo nella chiesa dell’Oratorio dell’Immacolata e nel 1926 gli è stata intitolata la via dove ha sede tale organizzazione.

 
  1. ^ Giuseppe Belotti. Giuseppe Greppi, un educatore. In: L'Oratorio dell´Immacolata 1903-2003. Associazione ex-allievi dell’Oratorio dell’Immacolata, 2003
  2. ^ Mario Lumina. Bergamo nelle chiese di un borgo. Edizioni Greppi, 1977
  3. ^ Gianni Carzaniga, Il grande affresco del soffitto del teatro dei fratelli Zappettini, in S. Alessandro in colonna: la parrocchia e il borgo, 2024. Anno XXXIX, n. 2, p. 41-42, Bergamo, Parrocchia S. Alessandro in colonna, 2024.
  4. ^ Tarcisio Fornoni. Il Teatro dell'Oratorio dell'Immacolata e la Compagnia filodrammatica Silvio Pellico. Associazione ex-Alunni dell'Oratorio dell'Immacolata. 1997
  5. ^ Tarcisio Fornoni. La casa alpina di Bratto dell'Oratorio dell'Immacolata (1921-1996). Associazione ex-Alunni dell'Oratorio dell'Immacolata. 1996.
  6. ^ Giuseppe Greppi e l'oratorio dell'Immacolata nel 50° annniversario della morte. Parrocchia di S. Alessandro in Colonna. 1963
  7. ^ Carlo Castelleiti. Don Luigi Palazzolo. Istituto Palazzolo e Memorie storiche intorno agli istituti di carità da lui fondati. Tipografia e litografia Umberto Tavecchi, 1920.
  8. ^ Pierangelo Ravasio. Sala Greppi (1981-2006): 25 Anni per la musica. Associazione Sala Greppi. 2006

Bibliografia

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  • Umberto Amadigi et. al. L'Oratorio dell'Immacolata (1903-2003). Associazione ex-alunni dell'Oratorio dell'Immacolata. 2003
 
Chiesa dell'Oratorio dell'Immacolata a Bergamo
  • Cinzia Solza. Domenico Zappettini e Giovanni Zappettini. In: I pittori bergamaschi dell’Ottocento. Edizioni Bolis, 1993. Vol. III, P. 441-446
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