Francesco Domenighini

pittore italiano

Francesco Domenighini (Breno, 5 ottobre 1860Bergamo, 10 maggio 1950) è stato un pittore italiano.

Biografia modifica

 
Bozzetto della pala dell'altare maggiore conservato presso il Museo Camuno

Francesco Domenighini nacque a Breno, piccolo paese in Val Camonica, in provincia di Brescia, dove fin dalla giovane età, lavorò come garzone fornaio presso il panificio del paese. La sua passione per il disegno lo portò ad avvicinare il pittore Giuseppe Rota che si trovava nel paese alpino a affrescare alcune abitazioni. Questi, cogliendo le capacità del ragazzo, nel 1876 lo portò con sé a Bergamo, a lavorare presso il suo laboratorio, dove il Dominighini ebbe la possibilità di imparare e di avvicinare anche altri artisti presenti nella città orobica nel XIX secolo tra questi Enrico Scuri, Cesare Tallone e Antonio Guadagnini.[1]

Negli anni successivi prestò servizio presso il Reggimento di cavalleria a Milano. Si spostò poi a Roma per studiare presso la Scuola di Costume dove imparò la pittura dal vero dipingendo alcune facciate di case e palazzi[2]. A Roma espose la sua prima opera Ritratto di sorella che ebbe una critica favorevole.[3]

Dal 1885 al 1896 visse a Buenos Aires dove furono moltissimi i suoi lavori, tornando in Italia solo per sposare Laura Campana sua ex allieva di pittura di cui Ponziano Loverini eseguì il ritratto. In Argentina adottò Laurita, figlia di un cognato rimasta orfana dopo un grave incidente. Del periodo argentino vi è una ricca documentazione, aveva infatti l'artista tenuto un diario, conservato presso alcuni familiari, che elenca tutte le opere eseguite durante la sua residenza argentina.

Nel 1907 fece ritorno in Italia, forse per il fallimento della banca dove aveva deposto i suoi risparmi, stanziandosi definitivamente a Bergamo. Fu assunto come professore di disegno alla scuola d'Arte Andrea Fantoni per molti anni.[4]

Opere modifica

L'artista ebbe un'attività intensa divisa nei in due periodi:

Periodo argentino modifica

  • Teatro Colon di Buenos Aires,
  • abitazione privata del ministro delle finenza sig, Riburo, 1889,
  • palazzo di Quintana presidente della Repubblica Argentina (1891),
  • Via Crucis per la chiesa della Cattedrale metropolitana di Buenos Aires
  • affreschi della cappella mortuaria per la famiglia Uriburo al cimitero Recoleta,
  • decorazioni della hall del teatro Ourubia (1891),
  • decorazione completa del teatro Odeon, (1892),
  • salone d'onore della Facoltà di medicina, con al la raffigurazione della Panaceal e sul fregio 12 quadri rappresentanti i fatti salienti della medicina e chirurgia (1893),
  • scalone d'onore della Facoltà di medicina, con riquadri alle pareti rappresentanti soggetti mitologici inerenti alla medicina,
  • la decorazione di palazzo Lagarretta (1893),
  • decorazione dell'Albergo Americano uno dei più sontuosi di Buenos Aires,

e molte altre abitazioni private.

Periodo italiano modifica

Molte furono le opere realizzate, tra queste:[5]

  • Ritratto della sorella Accademia Carrara firmato e datato 1887, dono Laura Bassoni, 1953[6]
  • decorazioni del Teatro Donizetti di Bergamo (1903).
  • decorazione della chiesa di San Pietro martire di Alzano Lombardo
  • sala palazzo Mazzola -Bergamo
  • decorazioni della cappella della famiglia Giuseppe Girlanzoni 1914;
  • salone albergo Italia Bergamo;
  • sala Piatti a palazzo Morlani;
  • soffitto dello scalone nella Banca Piccolo Credito Bergamo;
  • decorazione della chiesa delle monache del Conventino di Bergamo;
  • decorazioni ville Finazzi e Perico;
  • lunette nella Banca di Valcamonica, a Breno;
  • decorazioni per la chiesetta di Degna (1937)e la Madonna del Volto;
  • decorazione della villa Gregorini (1912) a Bossico;
  • Madonna della Presolana donata dall'ing. Paolo Storti (1913), Chiuduno;
  • decorazione nella chiesa parrocchiale di Cogno;
  • decorazione nella villa del co: Guido Morlani Cortenova
  • due sale di villa Gregorini (1898) e, quindi, agli stessi committenti, la sala da pranzo del palazzo (1917-1919) a Lovere;
  • salotto di villa Zitti (1900) e la casa del cav. Milesi;
  • cinque medaglie e parecchie altre decorazioni nella villa Soldati a Lugano;
  • Medolago: decorazione di tutta la parrocchia a Medolago cui aggiunge nel 1921 le stazioni della Via Crucis a Medolago;
  • Sacra famiglia con santi (pala d'altare, 1913) Pian Borno;
  • medaglie della volta e affreschi della facciata della parrocchiale di Pontedilegno;

Note modifica

  1. ^ Francesco Domenighini, su dizionariopittoribresciani.it, Dizionario pittori e scultori bresciani. URL consultato il 5 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2019).
  2. ^ Alcune fonti riportano che fu tra gli affrescanti l'albergo presso il palazzo del Viminale nel 1887
  3. ^ Luciano Anelli, Francesco Domenighini, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  4. ^ A.Giorgi (a cura di), Francesco Domenighini, 1860-1950. L'arte della decorazione, la passione del dipingere e l'impegno nell'insegnamento, Bolis, 2002, ISBN 88-7827-110-1.
  5. ^ Francesco Domenighini, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  6. ^ Domenighini Francesco [collegamento interrotto], su lacarrara.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.

Bibliografia modifica

  • Angelo Giorgi (a cura di), Francesco Domenighini, 1860-1950. L'arte della decorazione, la passione del dipingere e l'impegno nell'insegnamento, Bolis, 2002, ISBN 88-7827-110-1.

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