Il gliptatelo (gen. Glyptatelus) è un mammifero xenartro estinto, appartenente ai glittodonti. Visse tra l'Eocene superiore e l'Oligocene medio (circa 34 - 28 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Sudamerica.

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Glyptatelus
Immagine di Glyptatelus mancante
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Xenarthra
Ordine Cingulata
Famiglia Chlamyphoridae
Sottofamiglia Glyptodontinae
Genere Glyptatelus

Descrizione modifica

Questo animale è noto solo per resti molto frammentari, appartenenti per la maggior parte al carapace. Dal confronto di questi fossili con quelli di animali successivi e potenzialmente simili, si suppone che Glyptatelus fosse un glittodonte di piccole dimensioni, con un carapace costituito da elementi poligonali saldati fra loro a costituire una struttura rigida. La forma degli osteodermi poligonali era esagonale; possedevano una grande figura centrale dislocata all'indietro, dalla quale si dipartivano solchi radiali che separavano alcune figure periferiche poligonali. Nelle forme più antiche attribuite a Glyptatelus, i singoli osteodermi avevano solitamente un diametro di 1,3 millimetri e un'altezza di circa 9 millimetri, mentre le forme più recenti possedevano osteodermi con un diametro di 25-30 millimetri e un'altezza di 20 millimetri.

Un frammento di mandibola attribuito a Glyptatelus mostra un dente suddiviso in tre lobi, come quelli dei successivi glittodonti; il lobo centrale, tuttavia, è molto piccolo. La dentina vascolare, inoltre, anziché formare un rilievo come nelle forme successive, corrisponde a una depressione centrale.

Classificazione modifica

Il genere Glyptatelus venne descritto per la prima volta nel 1897 da Florentino Ameghino, sulla base di fossili ritrovati in Patagonia (Argentina) in terreni dell'Oligocene; la specie tipo è Glyptatelus tatusinus, ma a questo genere sono state ascritte altre specie, G. fractus (la più antica) e G. malaspinensis, descritte dallo stesso Ameghino nel 1902.

Glyptatelus è considerato uno dei più antichi fra i glittodonti, e la struttura arcaica dei suoi osteodermi sembra indicare una posizione basale all'interno del gruppo. Affine a questo animale doveva essere Clypeotherium, di poco più recente. A Glyptatelus sono stati avvicinati anche due generi molto più recenti, Neoglyptatelus e Pachyarmatherium; tuttavia, successive analisi hanno indicato che questi ultimi due generi farebbero parte di un clade di cingolati differenti sia dai glittodonti che dagli attuali armadilli (Pachyarmatheriidae).

Bibliografia modifica

  • F. Ameghino. 1897. Mammiféres crétacés de l’Argentine (Deuxième contribution à la connaissance de la fauna mammalogique de couches à Pyrotherium) [Cretaceous mammals of Argentina (second contribution to the knowledge of the mammalian fauna of the Pyrotherium Beds)]. Boletin Instituto Geografico Argentino, 18(4–9):406-521.
  • F. Ameghino. 1902. Notices préliminaires sur des mammifères nouveaux des terrains Crétacé de Patagonie {preliminary notes on new mammals from the Cretaceous terrains of Patagonia]. Boletin de la Academia Nacional de Ciencias de Córdoba, 17:5-70.
  • G. G. Simpson. 1948. The beginning of the age of mammals in South America. Part I. Bulletin of the American Museum of Natural History, 91:1-232.
  • Fernicola, J. C.; Rinderknecht, A.; Jones, W.; Vizcaíno, S. F.; Porpino, K. (2018). A New Species of Neoglyptatelus (Mammalia, Xenarthra, Cingulata) from the Late Miocene of Uruguay Provides New Insights on the Evolution of the Dorsal Armor in Cingulates. Ameghiniana, 55 (3): 233–252. doi:10.5710/AMGH.02.12.2017.3150.

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