Un gokenin (御家人?) fu inizialmente un ruolo assegnato a un vassallo dello shogunato dei periodi Kamakura e Muromachi in Giappone.

Casa di un gokenin

In cambio di protezione e il diritto di diventare shugo (governatore) o jitō (signore del maniero), in tempi di pace un gokenin aveva il dovere di proteggere la corte Imperiale e Kamakura e in caso di guerra doveva combattere con le sue forze sotto la bandiera dello shōgun. Dalla metà del XIII secolo il fatto che i gokenin potessero diventare de facto proprietari della terra che amministravano, assieme all'usanza che tutti i figli di questi potevano ereditare tale carica, portò alla frammentazione della terre e un conseguente indebolimento dello shogunato stesso.

Il ruolo gokenin cessò di avere una forza significativa durante il periodo Muromachi e fu soppiantato dalla figura del daimyō. Durante lo shogunato Tokugawa tale titolo veniva dato ai samurai che erano inferiore di rango solo agli hatamoto[1]. Durante il successivo periodo Edo il termine giunse finalmente a indicare un vassallo diretto dello shōgun nominato omemie (御目見?), il che significa che non avevano il diritto ad un incontro con lo shōgun stesso.

  1. ^ (EN) Edmond Papinot, Historical and geographical dictionary of Japan, F. Ungar Pub. Co., 1964, p. 123.

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