Guillaume Bautru

poeta, politico e diplomatico francese

Guillaume Bautru, conte di Serrant (Angers, 1588Parigi, 7 marzo 1665), è stato un politico, diplomatico e poeta satirico francese. Pupillo del cardinale Richelieu e suo agente diplomatico, fu membro dell'Académie française, nella quale occupò per primo il seggio numero 15[1].

Guillaume Bautru

Biografia

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Bautru fu signore di Louvaines, consigliere di Stato sotto Luigi XIII e Luigi XIV, ministro plenipotenziario, ambasciatore presso la Contea delle Fiandre, agente diplomatico inviato in Spagna, in Inghilterra e nel Ducato di Savoia[2] e incaricato di introdurre gli ambasciatori a corte[1]. Nel 1634 fu chiamato all'Académie française, all'interno della quale fece parte della delegazione incaricata di chiedere la protezione al cardinale Richelieu[1]. Indicato come un libertino dalle cronache del tempo[3], fu inoltre autore di alcune poesie satiriche[1], fra le quali L’Ambigu (1616) e L’Onozandre ou le Grossier (intorno al 1619).

Quando Richelieu fece realizzare a Parigi la rue Croix-des-Petits-Champs, chiese a Louis Le Vau e Michel Villedo di costruire per lui un hôtel particulier, che oggi ospita l'Institut national du patrimoine e l’Institut national d'histoire de l'art[4]. Nel 1636 acquistò il castello di Serrant, nell'Angiò[3] da Hercule de Rohan[5].

  1. ^ a b c d (FR) Guillaume BAUTRU, su academie-francaise.fr, Académie française. URL consultato il 7 maggio 2015.
  2. ^ (FR) Pierre Bayle, Bautru (Guillaume), in Dictionnaire historique et critique, 1697. URL consultato il 7 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2011).
  3. ^ a b (FR) Le Classicisme, su chateau-serrant.net, Château de Serrant. URL consultato il 7 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).
  4. ^ (FR) Sites et patrimoine, su inha.fr, Institut national d'histoire de l'art. URL consultato il 7 maggio 2015.
  5. ^ (FR) Georges Touchard-Lafosse, La Loire historique, pittoresque et biographique: de la source de ce fleuve à son embouchure dans l'océan, Lecesne, 1851. URL consultato il 7 maggio 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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