Heaven Must Have Sent You

Heaven Must Have Sent You è un brano musicale scritto da Brian Holland, Lamont Dozier e Eddie Holland della Motown Records e registrato originariamente dal gruppo vocale R&B statunitense The Elgins nel 1966. È stato reinterpretato e ripubblicato come singolo in una versione disco di Bonnie Pointer.

Tra i brani più rappresentativi del trio di autori, è stato successivamente inserito nella versione originale dei The Elgins in una raccolta di brani da loro scritti pubblicata nel 2005 dalla Universal Music Group intitolata Heaven Must Have Sent You: The Holland/Dozier/Holland Story.[1]

Versione dei The Elgins modifica

Heaven Must Have Sent You
singolo discografico
ArtistaThe Elgins
Pubblicazioneottobre 1966
Durata2:31
Album di provenienzaDarling Baby
GenereRhythm and blues
EtichettaV.I.P, Tamla Motown
ProduttoreLamont Dozier, Brian Holland
Registrazione1966
Formati45 giri
Certificazioni
Dischi d'argento  Regno Unito[2]
(vendite: 200 000+)
The Elgins - cronologia
Singolo precedente
Darling Baby
(1966)
Singolo successivo
It's Been a Long, Long Time
(1967)

La versione dei The Elgins è stata pubblicata negli Stati Uniti nel 1966 dall'etichetta discografica V.I.P.,[3] divisione della Motown, estratta come singolo dal loro album di debutto Darling Baby, senza ottenere un grosso successo commerciale e raggiungendo la posizione numero 50 della classifica Billboard Hot 100; nel 1967 il gruppo si sciolse.[4] Cinque anni più tardi, nel 1971, la Tamla Motown pubblicò il singolo nel Regno Unito approfittando di un momento di popolarità della musica motown nel paese britannico e ottenne ottimi riscontri commerciali, raggiungendo la terza posizione in classifica della Official Charts Company,[4] un successo che spinse il gruppo a riunirsi con una nuova cantante, Yvonne Allen, che sostituì Sandra Maullen, non interessata a riprendere il progetto e intrarprendere un tour in Regno Unito. In seguito al successo britannico, la V.I.P. decise di ripubblicare il singolo anche negli Stati Uniti, che confermò però il tiepido riscontro dell'uscita originale.[4]

Lato B del 45 giri era la traccia Stay in My Lonely Arms, scritta dagli stessi autori. Nel 1989, il gruppo ha realizzato una nuova versione del brano seguendo lo stile disco proposto nel 1978 da Bonnie Pointer.[5]

Tracce modifica

7" Single (V.I.P. V.I.P.-25037 [us])[3]
7" Single (Tamla Motown TMG 583 [uk])[3]
7" Single (Tamla Motown TMG 771 [uk])[3]
7" Single (V.I.P. V25065F [us])[3]
  • Lato A
  1. Heaven Must Have Sent You – 2:31 (Brian Holland, Lamont Dozier, Eddie Holland)
  • Lato B
  1. Stay in My Lonely Arms – 2:59 (Brian Holland, Lamont Dozier, Eddie Holland)

Classifiche modifica

Classifica (1966-1971) Posizione
raggiunta
Stati Uniti (Billboard Hot 100)[6] 50
Regno Unito (OCC)[4] 6
Stati Uniti (Classifica R&B)[4] 9

Versione di Bonnie Pointer modifica

Heaven Must Have Sent You
singolo discografico
ArtistaBonnie Pointer
Pubblicazione1978
Durata3:41
Album di provenienzaBonnie Pointer
GenereDisco[7]
Adult contemporary[8]
Soul[8]
Urban[8]
EtichettaMotown
ProduttoreBerry Gordy, Jeffrey Bowen
Registrazione1978
Formati45 giri, CD singolo, download digitale
Bonnie Pointer - cronologia
Singolo precedente
Tie Me to a Tree
(1978)
Singolo successivo
Deep Inside My Soul
(1979)

Alla fine degli anni settanta il brano è stato ripreso da Bonnie Pointer, componente delle Pointer Sisters al suo esordio come solista, che scelse di riprendere il brano realizzandone una cover insieme a quella di un altro brano già edito della Motown (When I'm Gone, originariamente interpretato da Mary Wells) perché li apprezzava particolarmente.[7] Reinterpretata seguendo i canoni della musica disco, con l'inserimento di campane tubolari nell'introduzione, un accompagnamento di violini lungo tutto il brano e un basso funky prominente, la cantante chiese esplicitamente al produttore Berry Gordy di realizzare il rifacimento del brano ispirandosi alle sonorità del brano YMCA dei Village People, uscito poco tempo prima.[9]

Fu pubblicata come singolo estratto dall'album di debutto Bonnie Pointer come 45 giri originariamente nel 1978 nei Paesi Bassi e in Germania, ma ottenne la popolarità nella tarda estate del 1979, venendo fortemente supportata dalle emittenti radiofoniche.[7] Si è trattato del primo successo dell'artista come solista, dopo una tiepida accoglienza riservata ai primi brani pubblicati Free Me from My Freedon e Tie Me to a Tree.

Lato B delle diverse edizioni del 45 giri sono stati i brani I Wanna Make It (In Your World), in particolar modo nell'edizione olandese, la traccia Free Me from My Freedom (già estratta in precedenza come singolo e presente nell'album) o in altre versioni la versione LP dello stesso brano, che differiva leggermente dalla pubblicazione come singolo. Commercialmente il brano ebbe un buon successo a livello internazionale, ottenendo buoni riscontri sia in Europa, in Oceania e negli Stati Uniti d'America, raggiungendo la vetta della classifica in Messico.

Il singolo ha ottenuto una ripubblicazione in versione CD nel 1991, dall'etichetta discografica Unidisc Music.[10]

Tracce modifica

7" Single (Motown 5C 006-62309 [nl])[11]
  • Lato A
  1. Heaven Must Have Sent You – 3:41 (Brian Holland, Lamont Dozier, Eddie Holland)
  • Lato B
  1. I Wanna Make It (In Your World) – 3:20 (Jeffrey Bowen, Donal Baldwin)
7" Single (Motown 2C 008-62.873 [fr])[11]
  • Lato A
  1. Heaven Must Have Sent You – 3:41 (Brian Holland, Lamont Dozier, Eddie Holland)
  • Lato B
  1. Heaven Must Have Sent You (LP Version) – 3:22 (Brian Holland, Lamont Dozier, Eddie Holland)
7" Single (Motown 006-62 269)[11]
7" Single (Motown 1C 006-62 269 [de])[11]
  • Lato A
  1. Heaven Must Have Sent You – 3:52 (Brian Holland, Lamont Dozier, Eddie Holland)
  • Lato B
  1. Free from My Freedom – 3:55 (Berry Gordy, Jeffrey Bowen, Angelo Bond, Truman Thomas)

Classifiche modifica

Classifica (1978-1979) Posizione
raggiunta
Stati Uniti (Billboard Hot 100)[6] 11
Stati Uniti (Cash Box)[12] 10
Australia[13] 31
Messico[14] 1
Belgio (Ultratop 50 Fiandre)[11] 23
Nuova Zelanda (RIANZ)[11] 22

Altre cover modifica

Oltre alla versione di successo di Bonnie Pointer cui è seguita una reinterpretazione in chiave disco dei The Elgins nel 1989, altre cover del brano sono state realizzate da artisti come Johnny Mathis insieme a Deniece Williams nel 1978, per l'etichetta discografica Columbia,[15] e da Diana Ross e The Supremes nel 1986.[16]

Note modifica

  1. ^ (EN) Hal Horoviz, Heaven Must Have Sent You: The Holland/Dozier/Holland Story, in AllMusic. URL consultato il 1º luglio 2023.
  2. ^ Disco d'argento UK, su bpi.co.uk. URL consultato il 1º luglio 2023.
  3. ^ a b c d e (EN) Heaven Must Have Sent You (The Elgins) su italiancharts.com, su italiancharts.com. URL consultato il 1º luglio 2023.
  4. ^ a b c d e Bretts.
  5. ^ (EN) Soul serenade: "Heaven Must Have Sent You", in PopDose, 10 gennaio 2013. URL consultato il 7 luglio 2023.
  6. ^ a b Whitburn.
  7. ^ a b c (EN) David Nathan, Bonnie Pointer september 1979 interview, in Soulmusic, 19 luglio 2012. URL consultato il 1º luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  8. ^ a b c (EN) Heaven Must Have Sent You, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 1º luglio 2023.
  9. ^ (EN) Alan Mercer, The free spirit of Bonnie Pointer, in Soulmusic, 22 luglio 2013. URL consultato il 1º luglio 2023.
  10. ^ (EN) Heaven Must Have Sent You 1991 su allmusic.com, su allmusic.com. URL consultato il 1º luglio 2023.
  11. ^ a b c d e f (EN) Heaven Must Have Sent You (Bonnie Pointer) su italiancharts.com, su italiancharts.com. URL consultato il 1º luglio 2023.
  12. ^ (EN) Archive US Cash Box 13 ottobre 1979, su tropicalglen.com. URL consultato il 1º luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2015).
  13. ^ Kent, p. 235.
  14. ^ (EN) Billboard Hits of the World 10 novembre 1979, su books.google.it. URL consultato il 1º luglio 2023.
  15. ^ (EN) Heaven Must Have Sent You: Johnny Mathis e Deniece Williams - WhoSampled, su whosampled.com. URL consultato il 7 luglio 2023.
  16. ^ (EN) Heaven Must Have Sent You: Diana Ross - WhoSampled, su whosampled.com. URL consultato il 1º luglio 2023.

Bibliografia modifica

  • (EN) Graham Betts, Motown Encyclopedia, AC Publishing, 2014, ISBN 9781311441546.
  • (EN) Joel Whitburn, Joel Whitburn's Top Pop Singles 1955-1990, Record Research, 1991, ISBN 0-89820-089-X.
  • (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992 (illustrated ed.), Australian Chart Book, 1993, p. 235, ISBN 0-646-11917-6.

Collegamenti esterni modifica

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