Hiroko Matsumoto

modella giapponese

Hiroko Matsumoto (松本 弘子?, Matsumoto Hiroko; Tokyo, 11 agosto 1935Neuilly-sur-Seine, 20 giugno 2003) è stata una supermodella giapponese che ha lavorato a Parigi durante gli anni '60. Viene considerata la prima top model giapponese.

Hiroko Matsumoto
Hiroko Matsumoto nel 1966

Biografia

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Pierre Cardin conobbe e si innamorò di Matsumoto nel 1960, durante un suo viaggio in Giappone. La modella lo seguì a Parigi, accompagnandolo per molti anni della sua carriera.[1] Lo stilista dirà di lei:[2]

(FR)

«Quand elle est arrivée, c’était comme une vierge qui apparaissait. Les gens cessaient de respirer en la voyant»

(IT)

«Quando è arrivata, era come l'apparizione di una vergine. Le persone hanno smesso di respirare quando l'hanno vista»

Conosciuta come Miss Hiroko e "la modella di Cardin", fu la prima modella giapponese in assoluto a sfilare per una collezione di moda francese.[3][4] Conclusa la sua carriera di modella nel 1967, tre anni più tardi Matsumoto interpretò il ruolo dell'amante giapponese Kyoko, nel film Non drammatizziamo... è solo questione di corna del regista francese François Truffaut. Molti degli abiti indossati nel film furono disegnati dall'azienda di moda Hanae Mori.[5]

Neé 1967 Matsumoto sposò Henry Berghauer, dirigente del gruppo Pierre Cardin. Berghauer diventò in seguito manager di Hanae Mori e successivamente del brand Hervé Léger.[6][7] Divorziò da Berghauer pochi anni dopo, Hiroko Matsumoto sposò poi Jean-Claude Cathalan, all'epoca manager di Roussel Uclaf[8], che in seguito divenne presidente di Revillon, Parfums Caron, Jean-Louis Scherrer[9] e presidente del Comité Montaigne.[10] Il 19 giugno 1975 la loro figlia Maxime Cathalan fu rapita mentre giocava nel giardino del Ranelagh, nel XVI arrondissement, sotto la supervisione della bambinaia. La bambina, 20 mesi di età a quel tempo, venne restituita alla famiglia il 21 giugno 1975, dietro il pagamento di un riscatto di 1,5 milioni di franchi.[11]

Morì a Parigi nel 2003, all'età di 67 anni, dopo aver passato un lungo periodo in ospedale. La causa di morte rimane tuttora sconosciuta.[12]

Filmografia

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  1. ^ Jean-Noël Liaut, Cover Girls and Supermodels 1945-1965, Marion Boyars Publishers Ltd, 2000, ISBN 978-0714529981.
  2. ^ Matthias Gurtler, Pierre Cardin, su VSD, 11 luglio 2011. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2011).
  3. ^ (FR) Sylvana Lorenz, Pierre Cardin: Son fabuleux destin, 2006, ISBN 978-2846121910. URL consultato l'8 ottobre 2022.
  4. ^ (EN) Christopher Breward e David Gilbert, Fashion's World Cities, Berg Publishers, 2006, ISBN 978-1845204136. URL consultato l'8 ottobre 2022.
  5. ^ Filmographie - Sommaire général, su Filmotruffaut. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2009).
  6. ^ Le comité Montaigne reçoit M. Jean Jacques Deschamps, in L'Officiel de la mode, n. 729, Jalou Gallery, 1987, pp. 30–31. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2014).
  7. ^ Sommaire de la lettre Executives n°351 du Vendredi 7 février 1997, su Executives, 8 ottobre 2011. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2011).
  8. ^ Comité Montaigne: "La Saga des Industries du Luxe: Un atout pour la France", su Club des Affaires en Rhénanie du Nord-Westphalie, 1º dicembre 2010. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2012).
  9. ^ (FR) Marie-françoise Guignard e Jean-pierre Thiollet, L'anti-crise : Le Livre Boussole Pour Affronter Les Turbulences Professionnelles, Parigi, Dunod, 1994, pp. 26–28, ISBN 9782100024018. URL consultato l'8 ottobre 2022.
  10. ^ (FR) L'Officiel de la Mode n°800 - 1995 - Page 78 / 79, in L'Officiel de la mode, n. 800, Jalou Gallery, 1995, pp. 78-79. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2017).
  11. ^ (FR) Les policiers ont gardé pendant trois jours un rôle d'observateurs, in Le Monde, 24 giugno 1975. URL consultato l'8 ottobre 2022.
  12. ^ (EN) Obituary: Hiroko Matsumoto, in The Japan Times, 23 giugno 2003. URL consultato l'8 ottobre 2022.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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