Hujr ibn 'Adi
Ḥujr ibn ʿAdī, ricordato come Ḥujr al-Khayr (Il buono) (in arabo حجر بن عدي?; ... – ...; fl. VII secolo), fu un musulmano attivo nel primo periodo islamico, figlio di ʿAdī al-Adbar (Il dolorante alla schiena), così soprannominato perché era stato pugnalato dopo aver voltato la schiena al nemico.
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Le autorità tradizionistiche più rappresentative contestano la sua appartenenza alla categoria dei Sahaba e non credono alla conquista a lui ascritta del distretto di Marj ʿAdhrāʾ, in Siria. Sostenitore convinto di ʿAlī b. Abī Tālib, Ḥujr combatté per lui nella Battaglia del Cammello e a Siffīn, dopodiché fu in Egitto con Muhammad b. Abī Bakr, governatore della provincia per conto di ʿAlī.
Dopo la rinuncia al califfato da parte di al-Hasan b. ʿAlī, Ḥujr diventò l'anima di tutti gli intrighi alidi a Kūfa, ma il governatore al-Mughīra b. Shuʿba non volle ricorrere a misure drastiche per porre fine alla sua condotta.
Al-Mughīra governò Kūfa per sette anni e venne considerato come il miglior governatore della città, malgrado il biasimo nei confronti di ʿAlī e la richiesta che si vendicasse l'omicidio del califfo ʿUthmān b. ʿAffān.
Quando Ḥujr b. ʿAdī sentì ciò, gli disse: “Possa invece Dio rimproverarti e maledirti”. Il successore di al-Mughīra, Ziyād, apparentemente riuscì a placarlo ma Ḥujr non mancò di esprimere comunque i suoi forti sentimenti alidi, specialmente quando invitò al-Husayn b. ʿAlī a diventare la guida dei suoi seguaci a Kūfa.
Nell'anno 42 dell'Egira Ziyād chiese e ottenne a Muʿāwiya il permesso di stabilirsi a Kūfa. Ḥujr, che aveva attaccato al-Mughīra e Ziyād quando avevano insultato ʿAlī, durante l'assenza di Ziyād - che era partito per Basra - cercò di ordire un moto insurrezionale. Ziyād tornò indietro precipitosamente e tentò di sistemare l'affare in modo pacifico ma quando le negoziazioni fallirono, fece arrestare Ḥujr insieme agli esponenti della fazione alide più compromessi.
Il processo fu istruito e una imputazione venne preparata e firmata dagli uomini più importanti di Kūfa, dopodiché Ḥujr e i suoi compagni vennero portati da Muʿāwiya a Damasco. Qui il califfo omayyade organizzò un nuovo processo e chiese il parere dei locali capi politici (che erano allineati al volere del califfo) e fu sentenziata a carico di Ḥujr la pena capitale, a Marj ʿAdhrāʾ, presso la capitale siriana, nell'anno 51 dell'Egira.
La sua tomba è tuttora costituita da una piccola costruzione che gli abitanti del luogo chiamano Shaykh ʿUdi.[1] La sua morte inaugurò di fatto il martirologio sciita.
Sette compagni vennero uccisi, assieme a Ḥujr: Sharīk b. Shaddād al-Haḍramī, Sayfī b. Fasīl al-Shaybānī, Qabīsa b. Dubayʿa al-ʿAbsī, Muhriz b. Shihāb al-Saʿdī, al-Minqarī, Kidām b. Hayyān al-ʿAnazī e ʿAbd al-Rahmān b. Hassān al-ʿAnazī.
Note
modifica- ^ J. Sourdel-Thomine, Guide des lieux de pèlerinage, Institut français de Damas, Damasco, 1953, p. 27.
Bibliografia
modifica- Julius Wellhausen, Oppositionsparteien, New York, American Elsevier Pub. Co., 1975.
- Lemma «Hujr ibn ʿAdī», su: Encyclopaedia of Islam, vol. III, Leiden, Brill, 1960.
- Ṭabarī, Between Civil Wars: The Caliphate of Mu'awiya, Albany, State University of New York Press, 1987.
- Ṭabarī, Biographies of the Prophet's companions and their successors, Albany, State University of New York Press, 1998.
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