I canti della vita

I canti della vita (Aghānī al-Ḥayāt) sono l’opera poetica principale di Abu l-Qasim al-Shabbi (Tozeur, 1909 – Tunisi, 1934) ritenuto il più importante poeta tunisino in lingua araba del Novecento[1] oltre ad essere tra gli autori più noti e apprezzati in tutto il mondo arabo[2]

I canti della vita
AutoreAbu l-Qasim al-Shabbi
1ª ed. originale1955
1ª ed. italiana2008
Generepoesia
Lingua originalearabo

Nel 1928 il testo apparve in modo parziale in un volume collettaneo[3], mentre la prima edizione in silloge uscì in Egitto nel 1955[4] A questa sono seguite varie altre edizioni ampliate (1966, 1970, 1984, 1997, 2002), pubblicate a Tunisi e in vari altri paesi. La strofa finale dell’inno nazionale tunisino Ḥumāt al-Ḥima (Difensori della Patria) è costituita da un brano di una delle più famose composizioni contenute nella raccolta, La volontà di vivere. La sola edizione italiana della silloge, uscita nel 2008, con testo arabo a fronte, a cura e con un ampio saggio di Salvatore Mugno, è stata tradotta da Imed Mehadheb, con una rivisitazione di Gëzim Hajdari[5] ed è stata oggetto di vasta attenzione da parte di studiosi e critici.[6]

Contenuti

modifica

L’edizione italiana, contiene 43 composizioni del canzoniere dell’autore magrebino, cioè oltre la metà del totale, arricchite da notizie biografiche, bibliografiche e critiche, nonché da materiali iconografici. La sua opera, a dire degli studiosi, oltre che per il verslibrisme, si caratterizzerebbe per la sua impronta simbolista, impressionista e romantica, ma soprattutto per «una potenza poco comune».[7] Tra le principali fonti di ispirazione del poeta viene indicata la “Scuola siro-libanese d’America” e «Gibran Khalil Gibran (1883-1931) rimane il maestro incontestato di Châbbî».[8] Il poeta ne emergerebbe come un innovatore sul piano delle concezioni culturali e letterarie tunisine, ma sarebbe più prudente sul versante stilistico. La sua poesia esalterebbe «la libertà, il sentimento, l’istinto, la fantasia, le risonanze segrete della natura, l’amore eroico per la vita, una utopica “volontà di potenza”, accompagnata dalla corrispondente malinconia sepolcrale, dalla deriva aristocratica, scostante, nostalgica».[9] Il tema della “volontà di vivere” e di imporsi alle avversità della storia dominano questa silloge, anche quando essa presenta momenti di delusione e di disfatta. Ma le più robuste e combattive poesie dello scrittore tunisino sono quelle rivolte contro l’inerzia e la passività dei suoi connazionali e contro le tirannie d’ogni sorta. Si vedano, a questo riguardo, ad esempio i testi: La volontà di vivere, Al popolo, Il profeta ignorato, I sogni di un poeta, Per la Storia, I figli di Satana, La gente, Mondo trapassato, Ai tiranni, La filosofia del serpente sacro e altri. L’ampio studio introduttivo, approntato dal curatore dell’edizione italiana, emblematicamente intitolato Il difficile mestiere di “poeta nazionale” (pp. 15-44), ripercorre talune vicissitudini legate alla diffusione dell’opera di questo scrittore e analizza per grandi linee l’approccio, spesso entusiasta ma talvolta infastidito, con cui la critica lo ha accolto, in quanto assai severo e perfino “ribelle” rispetto alla tradizione nazionale della Tunisia e a un contesto culturale da egli ritenuto stagnante e soffocante. L’edizione italiana contiene, inoltre, la prefazione di Abderrazak Bannour (L’attualità di Shābbī o l’inno alla vita) e la postfazione di Aldo Nicosia (L’Epistolario di ash-Shābbī, dietro le quinte del Dīwān). Interessante è anche il raffronto e il parallelismo che, nell’edizione italiana, viene posto tra questo autore e il coevo “confratello” Mario Scalesi (Tunisi, 1892 – Palermo, 1922).

«Se un giorno il popolo vorrà vivere / il destino deve assecondarlo, / la notte deve dissiparsi / e le catene devono spezzarsi. / Chi non è stato baciato dall’amore per la vita / si è dissolto nel nulla. / Ahimè, chi non ha passione per la vita / sarà annientato inevitabilmente. / Così mi hanno detto gli antichi saggi / e così mi ha parlato la loro anima profetica. // Il vento ha urlato nella valle, / sui monti e sotto gli alberi:/ “Quando mi possiede un sogno, / mi lascio guidare dalla speranza e dimentico la prudenza. / Non evito i desolati sentieri, / né le fiamme ardenti del fuoco. / Chi non ama scalare le montagne, vivrà eternamente nei fossati”. / Il sangue della giovinezza ha pulsato nel mio cuore, / hanno urlato nel mio petto i venti nuovi / e sono rimasto ad ascoltare il fragore dei tuoni, / il canto dei venti e lo scroscio della pioggia. / La terra mi ha risposto, quando le ho chiesto: / “Madre, detesti gli uomini?”: / “Benedico le persone ambiziose / e coloro che amano affrontare il pericolo. / Maledico chi non si evolve coi tempi / e si accontenta di vivere una vita di pietra. / L’universo è fervore, ama la vita / e disprezza i morti, quantunque siano grandi. / Né gli orizzonti portano in grembo uccelli morti, / né le api suggono i fiori appassiti. / (…)»

  1. ^ R.P. Demeerseman, Soixante années de pensée tunisienne à travers les revues de langue arabe, IBLA, Tunisi, XVI, 1933, n. 62, pp. 131–133; I. Buruga, La vita di Abu'l-Qasim ash-Shabbi, Revue Makarim al-Akhlaq, Sfax, 1936; M. Bachrouch, Quelques pensées de Chabbi extradites de “Âme revoltée”, Tunisi, «Bulletin des Études Arabes», vol. 4, 1944, pp. 135-137.
  2. ^ J.M. Abd El Jalil, Brève histoire de la littérature arabe, Parigi, Maisonneuve, 1943; A. Karru, Ash-Shabbı, la sua vita e la sua opera, Beirut, 1952; M. Badri, I due poeti somiglianti: Ash-Shabbī e At-Tiǧanī, Il Cairo, Dār al-Maʿārif, 1954; H. M. Tillisi, Ash-Shabbī e Gibran, Tripoli, 1957; 2ª ed., Beirut, 1967; T. Sarur, Abu 'l-Qasim ash-Shabbī, Il Cairo, 1958; M. Al-Habib Bahri, Ash-Shabbī, il profeta ignorato, Damasco, 1960; M. Karru, La lotta di Ash-Shabbī, Beirut, 1960; U. Farrukh, Ash-Shabbı, poeta dell'amore e della vita, Beirut, Dar al-ʿIlm li-l-Malayyīn, 1960; M. Karru, L'eredità di Ash-Shabbī e la sua eco in Oriente, Beirut, Maktabat at-Tigari, 1961, pp. 113-163; Sharada, Ash-Shabbī, Beirut, Dār Ṣādir, 1961; R. Rose Di Meglio, La vita e la poesia di Abū ʾl-Qāsim ash-Shabbī, «Oriente Moderno», Roma, XLVII, maggio-luglio 1967, pp. 575-592; M. M. Badawi, A critical introduction to Modern Arabic Poetry, Cambridge, University Press, 1975, pp. 157-158; M. Amri, Die politische Lyrik des Abu 'l-Qasim aš-Šabbi (1909-1934): ein Beitrag zur Geschichte der modernen tunesischen Literatur, Kiel, 1976.
  3. ^ Antologia della poesia tunisina del XX° secolo, a cura di Z. As-Sanusi, Tunisi, 1928 (contiene ventisette composizioni di al-Chebbı), in arabo, tomo I, pp. 202–254.
  4. ^ Aghānī al-Ḥayāt, Il Cairo, Dār Miṣr li-l-ṭibāʿa, 1955.
  5. ^ Abu’l-Qasim Ash-Shabbi, I canti della vita, traduzione dall'arabo di Imed Mehadheb, rivisitazione poetica di Gezim Hajdari, saggio introduttivo e cura di Salvatore Mugno, prefazione di Abderrazak Bannour, postfazione di Aldo Nicosia, Trapani, Di Girolamo Editore, 2008.
  6. ^ M. Pedroni, Abu l-Qasim ash- Shabbi. I canti della vita, «Società per gli Studi sul Medio Oriente», www.sesamoitalia.it, 2009; R. El Gamrani, La top ten dell’arabista, «editoriaraba», 29 novembre 2012; Abu'l Qasim al Shabbi. I Canti della vita, La Rivista di «Arablit», Semestrale on line di letteratura e cultura araba moderna e contemporanea diretta da I. Camera D'Afflitto, Istituto per l'Oriente C.A. Nallino, Roma, a. I, n. 1, giugno 2011; F. M. Corrao (a cura di), Le rivoluzioni arabe. La transizione mediterranea, Milano, Mondadori Università, 2011, p. 215 e 252; B. Palla, Abu Qasim al Shabbi un poeta romantico nella Tunisia del primo Novecento, «La Rivista Culturale.com», 5 settembre 2018; K. Valisi, “I canti della vita” di Abu Qasim ash-Shabbi, «Medio Oriente e dintorni», 1 settembre 2019; A. Miquel, Letteratura araba, Milano, Hoepli, 2019; F. Morganti, G. Seclì, P. Essam, Abu 'l-Qasim ash-Shabbi (أبو القاسم الشابي‎, 1909-1934) e la sua poesia, «Oriental book club», 5 maggio 2020; P. Branca, Pagine di letteratura araba dagli inizi ai nostri giorni, Milano, Ares, 2021; A. Carnevale, La canzone impegnata tunisina: storia, ideologia e poetica di una controcultura (anni 1970 – anni 1980), Dottorato di Ricerca in Civiltà dell'Asia e dell'Africa Curriculum Studi arabi, iranici e islamici XXXIII ciclo, Università di Roma “Sapienza”, Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali, a. a. 2020-21; A. Nicosia, Una rivolta in forma di romanzo, «il manifesto», 12 gennaio 2021; A. Somai, Poesia tunisina oltre i confini, «Dialoghi Mediterranei»,1 gennaio 2022; Dal punto di vista di un arabista, la poesia araba e i suoi valori, «Nizwa»,13 maggio 2024.
  7. ^ A. Ghedira, Introduction, in Abou-l Qasim Chabbi, Poèmes, tradotti dall’arabo da A. Ghedira, Parigi, Seghers, 1959, p. 12.
  8. ^ M. F. Ghazi, Le milieu zitounien de 1920 à 1933 et la formation d’Abu-l-Qacim ach Châbbî, poète tunisien (1909-1934), «Les Cahiers de Tunisie», IV trim., 1959, n. 28, p. 439.
  9. ^ S. Mugno, Il difficile mestiere di “poeta nazionale”, in Abu'l-Qasim Ash-Shabbi, I canti della vita, traduzione dall'arabo di Imed Mehadheb, rivisitazione poetica di Gëzim Hajdari, saggio introduttivo e cura di Salvatore Mugno, prefazione di Abderrazak Bannour, postfazione di Aldo Nicosia, Trapani, Di Girolamo Editore, 2008, p. 34.
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura