Il diavolo nella bottiglia

racconto scritto da Robert Louis Stevenson
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Il diavolo nella bottiglia è un racconto di Robert Louis Stevenson pubblicato per la prima volta su New York Herald (Febbraio-Marzo 1891) e su Black and White a Londra (Marzo-Aprile 1891). Fu inserito poi, nel 1893, nella raccolta Island Nights' Entertainments (Gli intrattenimenti delle notti sull'isola), edito a Londra da Cassell, con illustrazioni di Gordon Browne e William Hatherell.

Il diavolo nella bottiglia
Titolo originaleThe Bottle Imp
Altro titoloIl diavoletto nella bottiglia[1]
AutoreRobert Louis Stevenson
1ª ed. originale1891
Genereracconto
Sottogenerefantasy
Lingua originaleinglese

Trama modifica

Keawe, giovane hawaiano, acquista per pochi dollari una magica bottiglia: in essa è rinchiuso un diavoletto che realizza ogni desiderio. L'importante è sbarazzarsi della bottiglia in tempo, prima di morire, perché il suo possesso condanna all'inferno. La condizione imposta per liberarsene è venderla ad un prezzo più basso di quello d'acquisto. Come ha sempre desiderato Keawe si fa costruire una bellissima casa. La vita è facile e felice e arriva anche l'amore con l'incontro della bella Kokua. I due si sposano ma purtroppo Keawe contrae la lebbra e per salvarsi deve ricomprare la bottiglia che era riuscito a vendere. Da questo momento iniziano una serie di peripezie per cercare di vendere la bottiglia arrivata a un prezzo bassissimo.

Tematiche modifica

«Nel racconto sono numerosissime le tematiche morali sia per quanto riguarda l’onestà o meno nei rapporti interpersonali, sia per quanto riguarda la ‘retribuzione’ nell’aldilà delle azioni compiute in questa vita in cui i buoni propositi sono così spesso insidiati dal male. Ad esempio, la bottiglia di cui si parla in questo racconto riassume un senso del peccato tipico in Stevenson: non solo ogni nostra scelta sbagliata può avere conseguenze catastrofiche per noi che la facciamo e per un numero di persone proporzionale alla grandezza della “colpa”, ma ogni scelta è in fondo condizionata da una predisposizione all'egoismo (quindi al peccato) che non ammette ingenuità o distrazioni: se sbagliamo ne pagheremo le conseguenze. È ammessa una sorta di redenzione dei buoni (che sono tali solo perché meno cattivi), resta però il disagio di un bene sempre insidiato dal male.[2]»

L'oggetto magico modifica

«...tutta la mia fortuna, la casa e il giardino, sono balzati fuori da una bottiglia non più grande di una pinta. Eccola qui. Così dicendo aperse un ripostiglio chiuso a chiave, e ne trasse una bottiglia panciuta e con un collo lungo; aveva il vetro bianco come il latte, ma con un trascolorar di colori d'arcobaleno nel suo spessore. Dentro, vi si muoveva un qualcosa di oscuro, come un’ombra riverberata da un fuoco occulto.[3]»

Edizioni italiane modifica

Note modifica

  1. ^ Scheda OPAC, su opac.sbn.it. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  2. ^ Introduzione dell'Editore a Robert Louis Stevenson, IL diavolo della bottiglia, Fara Edizioni, collana Microbi, Rimini, 1995
  3. ^ Robert Louis Stevenson, Il diavolo nella bottiglia e altri racconti, traduzione di Ettore Mazzali, Feltrinelli, Milano, 1952, p. 18

Bibliografia modifica

  • Mussapi Roberto, Tusitala, il narratore. Vita di Robert Louis Stevenson, Ponte alle Grazie, Milano 2007.
  • M. Vinciguerra,Romantici e decadenti inglesi, Foligno 1925.
  • Bertinetti Paolo, Storia della letteratura inglese, Einaudi, Torino 2000.
  • A. Noble, Robert Louis Stevenson, Londra 1983
  • C. Pavese, R.L.Stevenson in La letteratura americana e altri saggi, Torino 1953
  • M. Praz, La letteratura inglese dai romantici al novecento, Edizioni Accademia, Milano 1975 (1968)
  • R. Aldington, Ritratto di un ribelle, vita e opere di R. L. Stevenson, Milano 1963
  • Daiches, Storia della letteratura inglese, Garzanti, Milano 1970.
  • E.M. Eigner, R.L. Stevenson and Romantic Tradition, Princeton 1966
  • J.P.Hennesy, R.L. Stevenson, Londra 1974
  • De Stasio Clotilde, Introduzione a Stevenson, Laterza, Bari 1991.

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Collegamenti esterni modifica

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