Santo Spirito (isola)

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Santo Spirito è un'isola della Laguna Veneta meridionale, situata tra Poveglia e San Clemente, e dà il nome al lungo canale che la costeggia. La sua superficie è di 2,53 ettari. Conta 5 fabbricati ed è di proprietà del demanio pubblico dello Stato.

Santo Spirito
Santo Spirito
Geografia fisica
LocalizzazioneLaguna Veneta
Coordinate45°24′01″N 12°20′03″E / 45.400278°N 12.334167°E45.400278; 12.334167
Superficie0,0253 km²
Geografia politica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
Città metropolitana  Venezia
Comune Venezia
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Laguna di Venezia
Santo Spirito
Santo Spirito
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Storia modifica

Le notizie più antiche su Santo Spirito risalgono al 1140, quando vi ebbero sede i Canonici Regolari. Due secoli dopo, nel 1380, i monaci furono cacciati dall'isola e vi arrivarono i Cistercensi del monastero della Santissima Trinità e San Michele di Brondolo. Nel 1430 fu la volta degli Eremitani, che fino a pochi anni prima avevano sede al Lazzaretto Vecchio; essi ricostruirono la chiesa su progetto del Sansovino e la arricchirono con tele di Palma il Vecchio e di Tiziano.

Per un breve periodo una parte del convento fu adibita a stamperia di libri di musica. Gli Eremitani furono costretti a lasciare l'isola quando Papa Alessandro VII ne soppresse l'ordine, nel 1656; il senato veneziano ne vendette i beni, ricavandone il necessario per sopperire ad alcune spese di guerra (in quel periodo imperversava la guerra di Candia). Le preziose opere d'arte furono invece trasferite nella chiesa della Salute[1], che si trovava ancora in fase di costruzione.

Quando Venezia perse l'isola di Candia (Creta), che passò in mano turca, una congregazione di frati Minori Osservanti, operanti in alcuni monasteri della suddetta isola, chiesero aiuto alla Repubblica, che li destinò all'isola di Santo Spirito; essi vi rimasero fino al 1806. Con l'arrivo di Napoleone, furono depredati sia la chiesa che il monastero e l'isola fu adibita a presidio militare, con l'abbattimento dei vecchi edifici per far spazio a caserme e capannoni.

Divenuta infine polveriera durante la seconda guerra mondiale, l'isola risulta ad oggi del tutto abbandonata, fin dal 1965 e, tra i vari saccheggi che essa ha dovuto subire, si segnala l'asportazione di un pozzo rinascimentale, di forma esagonale.

Tra il 2002 e il 2003 l'isola è stata venduta dal Demanio a un gruppo di imprenditori padovani, riuniti nella società Poveglia.

Galleria di immagini modifica

Bibliografia modifica

  • Cesare Zangirolami, Storia delle chiese dei monasteri, delle scuole di Venezia rapinate e distrutte da Napoleone Bonaparte, Mestre, Arti Grafiche e: Vianelli, 1962, pp. 30-31.
  • Ermolao Paoletti, Il Fiore di Venezia, Venezia, 1837, vol. I, pp. 185-187.
  • Luigi Carrer, Isole della laguna e Chioggia in "Venezia e le sue lagune", Venezia, 1847, vol. II, pp. 490-491.
  • Pompeo Molmenti - Dino Mantovani, Le isole della laguna veneta, Venezia, 1895, p. 52-53.
  • Feliciano Bianche, Le isole di Venezia, Venezia, 1938, p. 19-21.
  • Eugenio Miozzi, Venezia nei secoli, Venezia, 1957, vol. III, pp. 241.
  • Giannina Piamonte, Litorali ed isole, Venezia, 1975, p. 116-117
  • Alvise Zorzi, Venezia scomparsa, 1975, pp. 412-412.
  • Giorgio e Maurizio Crovato, Isole abbandonate della laguna: com'erano e come sono, Catalogo della mostra nella Scuola Grande di San Teodoro a Venezia, Venezia, 1978, pp. 41-58.
  • Franco Masiero, Le isole delle lagune venete, 1981, p. 134.
  • Isole della Laguna di Venezia, Guida aerofotografica del territorio, Ferrara, Editore Endeavour, 2007, pp. , ISBN 97888-89922-02-6.
  • Luciano Menetto - Pierfranco Fabris, Venezia. Le isole incantate, Pordenone, p. 159-162.


Note modifica

  1. ^ AA. VV., Venezia e il Veneto, Feltrinelli, 2019.

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