Karel Pekelharing

ballerino e partigiano olandese

Karel August Pekelharing (Hoorn, 6 aprile 1909Overveen, 10 giugno 1944) è stato un ballerino e partigiano olandese.[1]

Biografia

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Karel Pekelharing nacque in una famiglia cattolica a Hoorn e crebbe ad Amsterdam. Rimasto orfano di madre a sette anni, studiò danza classica fin da bambino e allo scoppio della seconda guerra mondiale era ballerino dell'Het Nationale Ballet.[2]

In seguito all'invasione dell'Olanda, Pekelharing fu ricercato dai nazisti per essere comunista e omosessuale. Si trasferì dunque a Kassel, in Germania, dove lavorò come conducente di tram e traduttore. Tornato in Olanda si rifiutò di unirsi alla Nederlandsche Kultuurkamer, il che pose fine alla sua carriera da ballerino: non essendo associato al partito nazista occupante aveva perso il diritto di esibirsi pubblicamente e poté continuare a danzare solo in eventi privati.[3] Insieme alla resistenza olandese, Pekelharing prese parte a diverse azioni armate contro i nazisti e scrisse per la rivista clandestina De Vrije Sterren.

Fu arrestato dal Sicherheitsdienst il 6 giugno 1944 e quattro giorni più tardi fu condannato a morte e giustiziato.

Nel 2021 gli è stata dedicata una pietra d'inciampo in via Rombout Hogerbeetsstraat ad Amsterdam.[4][5]

  1. ^ (NL) Lydia E. Winkel, De ondergrondse pers, 1940-1945, Veen, 1989, ISBN 978-90-218-3746-8. URL consultato il 22 agosto 2022.
  2. ^ (NL) DBNL, De Gids. Jaargang 170 · dbnl, su DBNL. URL consultato il 22 agosto 2022.
  3. ^ (NL) DBNL, samengesteld door Dirk de Jong, Het vrije boek in onvrije tijd · dbnl, su DBNL. URL consultato il 22 agosto 2022.
  4. ^ (NL) Patrick Meershoek, Struikelstenen voor homoseksuele oorlogsslachtoffers: ‘Vervolgd en vergeten’, su Het Parool, 3 agosto 2021. URL consultato il 22 agosto 2022.
  5. ^ (EN) Amsterdam ‘stumbling stones’ commemorate gay victims of Nazis, su the Guardian, 6 agosto 2021. URL consultato il 22 agosto 2022.
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