Landing Ship Infantry

Le Landing Ship Infantry furono navi mercantili convertite per il trasporto delle truppe durante la seconda guerra mondiale, da parte dell'Ammiragliato britannico. Parte di queste navi vennero riadattate in Gran Bretagna, e vennero complementate da una flottiglia di Landing Craft Assault operata da personale della Royal Navy o dei Royal Marines. Le navi potevano avere equipaggio militare, e quindi di una delle marine del Commonwealth[1] con la relativa White Ensign o equipaggio civile[2] e quindi i militari gestivano solo i mezzi da sbarco e l'armamento antiaereo, e portavano la Red Ensign, come adesso le unità della Royal Fleet Auxiliary.

Degli LCA lasciano la HMS Rocksand, una Landing Ship, Infantry, verso l'isola di Nancowry durante l'occupazione britannica delle isole Nicobare, nell'ottobre 1945.

Un lotto di tredici navi venne riadattato negli Stati Uniti a partire da uno scafo commerciale, lo C1-S-AY1 della Consolidated Steel Corporation[3], e le navi presero un nome composto da due parole, la prima della quale era "Empire"; si ebbero quindi la Empire Javelin, affondata dal siluro di un U-Boot il 28 dicembre 1944, la SS Empire Spearhead o la Empire Battleaxe. Ognuna di queste portava due flottiglie da 12 LCA appese a gru Welin-McLachlin adatte ad un uso intensivo.

L'equivalente per la flotta statunitense erano gli attack transport, trasporti d'attacco come ad esempio la USS McCawley (APA-4), contraddistinti dalle sigle AKA o APA.

Designazioni delle navi

modifica
LSI(S) Landing Ship, Infantry (Small)
LSI(M) Landing Ship, Infantry (Medium)
LSI(L) Landing Ship, Infantry (Large)
LSI(H) Landing Ship, Infantry (Hand-hoisting)
  1. ^ HMAS Manoora (I) | Royal Australian Navy
  2. ^ HMS Royal Scotsman, LSI(L)
  3. ^ Buffetaut, p. 32.
  4. ^ SS EL HIND, su clydesite.co.uk, 2011. URL consultato il 13 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2012).
  5. ^ HMAS Manoora (I), su HMA Ship Histories, Sea Power Centre – Australia. URL consultato il 3 aprile 2011.
  6. ^ HMS Nemesis, su scribd.com, 2011. URL consultato il 13 febbraio 2011.
  7. ^ Joanne Groenenberg, Maritime and Coastguard Agency - Press Releases, su mcanet.mcga.gov.uk, 24 novembre 2004. URL consultato il 13 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2011).

Bibliografia

modifica
  • Bruce, Colin J. Invaders, Chatham Publishing, London, 1999. ISBN 1-84067-533-0
  • Bastock, John. Australia's Ships of War Sydney : Angus and Robertson Publishers, 1975. ISBN 0207129274
  • Buffetaut, Yves. D-Day Ships, Naval Institute Press, Annapolis, Maryland, 1994. ISBN 1-55750-152-1
  • Fergusson, Bernard. The Watery Maze; The Story of Combined Operations, Holt, New York, 1961.
  • Ladd, JD. Assault From the Sea: 1939–1945, Hippocrene Books, Inc., New York, 1976. ISBN 0-88254-392-X
  • Ladd, James D. Commandos and Rangers of World War 2, Macdonalds and Jane's, London, 1978. ISBN 0-356-08432-9.
  • Ladd, JD. Royal Marine Commando, Hamlyn Publishing Group Ltd., London, 1982. ISBN 0-600-34203-4
  • Lavery, Brian. Assault Landing Craft, Seaforth Publishing, Barnsley, UK, 2009. ISBN 978-1-84832-050-5
  • Lund, Paul, and Ludlam, Harry. War of the Landing Craft, New English Library, London 1976. ISBN 0-450-03039-3
  • Maund, LEH. Assault From the Sea, Methuen & Co. Ltd., London 1949.
  • Saunders, Hilary A. St. George. Combined Operations: The Official Story of the Commandos, New York: Macmillan, 1943.
  • US Navy ONI 226. Allied Landing Craft and Ships, US Government Printing Office, 1944.

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  Portale Marina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di marina