Lidel

rivista mensile italiana di attualità, costume e moda

Lidel è stato un mensile italiano di costume e moda pubblicato dal 1919 al 1935. Fu una rivista femminile molto raffinata e di costo elevato, indirizzata alle donne dell'aristocrazia e dell'alta borghesia italiana, che propugnava la nascita di una moda italiana indipendente da quella francese.[4]

Lidel
StatoBandiera dell'Italia Italia
LinguaItaliano
Periodicitàmensile
Genereattualità, costume, moda
Formatogiornale (34 cm)
Fondazionemaggio 1919 [1]
Chiusuradicembre 1935
SedeMilano
EditoreEd. S.A.P.E.R.E.
DirettoreLydia De Liguoro (fino al 1927[2]) Gino Valori (1927-31) Anna Caggiotti Dal Pozzo[3] e Francesco Dal Pozzo (1931-35)
 

Storia modifica

 
Copertina del n.8 (agosto) 1920, con una riproduzione di Ritratto di bimba di Lino Selvatico

«Lidel» nacque nel maggio del 1919, fondata a Milano dalla giornalista Lydia De Liguoro, che la diresse fino al 1927. Il titolo era al contempo un acrostico del nome della fondatrice e l'unione delle iniziali degli argomenti trattati: letture, illustrazioni, disegni, eleganze, lavoro[5][6]. Vi scrissero tra gli altri Massimo Bontempelli, Grazia Deledda, Amalia Guglielminetti, Luigi Pirandello, Margherita Sarfatti e Carlo Carrà nei panni di critico d'arte. Le copertine furono in parte fotografiche ed in parte illustrate da René Gruau, Brunetta Mateldi, Bruno Munari, Edina Altara, Vittorio Accornero De Testa (Max Ninon) e altri.

La rivista, stampata su carta patinata e dotata di buona qualità grafica, si rivolgeva ad un pubblico femminile d'élite proponendo un'immagine della donna che negli anni si allineò sempre più con quella proposta dal regime fascista[7] La rivista cercò di liberare il mondo della moda dall'influenza francese, per valorizzare l'industria nazionale.[8].

Molto attenta al tema dell'arte, aprì all'interno della redazione una saletta Lidel con la presentazione dei maggiori artisti dell'epoca, [9][10][11] con una incisiva presenza nella vita culturale milanese.

Nel 1930 Mura (pseudonimo di Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri) vi pubblicò il racconto Niôminkas, amore negro[12].

La rivista cessò di essere pubblicata col fascicolo 12 del dicembre 1935.

Note modifica

  1. ^ Assorbì La Fiaccola: rivista femminile di italianità
  2. ^ Guido Vergani, Dizionario della moda, Milano, Baldini Castoldi Dalai, [2009] p. 694
  3. ^ Un'entusiastica presentazione dell'attività di direttrice della Gaggiotti Dal Pozzo in Almanacco della donna italiana, V. 15, 1934, pp. 305-306
  4. ^ Rita Carrarini e Michele Giordano, Bibliografia dei periodici femminili lombardi : 1786-1945, Milano : Bibliografica, 1993, pp. 206-207
  5. ^ Editoriale del fascicolo di maggio 1919
  6. ^ storiaefuturo.eu; Alexander Maxwell, 2014
  7. ^ Rita Carrarini e Michele Giordano, op cit p. 207.
  8. ^ Un secolo di moda italiana, 1900-2000
  9. ^ L'arte moltiplicata
  10. ^ Nel 1926 De Pisis e Carrà
  11. ^ Fondazione Archivio storico Archiviato il 5 settembre 2014 in Internet Archive.
  12. ^ laterza.it

Bibliografia modifica

  • Rita Carrarini e Michele Giordano, Bibliografia dei periodici femminili lombardi : 1786-1945, Milano : Bibliografica, 1993. ISBN 88-70-75346-8.
  • Barbara Cinelli “et al.”, Arte moltiplicata: l'immagine del '900 italiano nello specchio dei rotocalchi, Milano, Bruno Mondadori, 2013. ISBN 9788861598577
  • Sofia Gnoli, Un secolo di moda italiana: 1900-2000, Roma, Meltemi, 2005, pp. 40-42, 55-58. ISBN 888353428X
  • Sofia Gnoli, La donna, l'eleganza, il fascismo: la moda italiana dalle origini all'Ente nazionale della moda, Catania, Edizioni del Prisma, stampa 2000, pp. 25-27. ISBN 8886808135
  • Georgina OʼHara, Il dizionario della moda: i protagonisti, i movimenti, i segni, le parole: tutto ciò che fa moda dal 1840 ai giorni nostri, Bologna, Zanichelli, 1990 pp. 205-206. ISBN 8808072223.
  • Guido Vergani, Dizionario della moda, Milano, Baldini Castoldi Dalai, [2009] pp. 694-695. ISBN 9788860736086.

Collegamenti esterni modifica