M65 (astronomia)

galassia

M 65 (conosciuto anche come NGC 3623) è una galassia a spirale visibile nella costellazione del Leone. È stata scoperta da Pierre Méchain nel 1780. M65 forma un tripletto di galassie ben visibile, il Tripletto del Leone, assieme alle sue vicine: la galassia spirale M66 e la galassia spirale NGC 3628.

M65
Galassia a spirale
Immagine di “M65”
Scoperta
ScopritoreCharles Messier
Data1780
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneLeone
Ascensione retta11h 18m 55.9s[1]
Declinazione+13° 05′ 32″[1]
Distanza22 milioni a.l.
(6,7 milioni pc)
Magnitudine apparente (V)9,3[1]
Dimensione apparente (V)9′,8 × 2′,9[2]
Redshift0,002692[1]
Velocità radiale807 km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia a spirale
ClasseSAB(rs)a[1]
Altre designazioni
NGC 3623, UGC 6328, PGC 34612
Mappa di localizzazione
M65
Categoria di galassie a spirale

Osservazione

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Mappa per individuare M65.

M65 è abbastanza facile da localizzare, grazie alla sua posizione esattamente a metà via fra le stelle θ Leonis e ι Leonis; sebbene sia anche al limite della portata di un binocolo 10x50, questa galassia è molto meglio osservabile con telescopi a partire dai 150mm di apertura. Con un 300mm si mostra come un fuso di colore argentato, disposto in senso nord-sud, mentre l'alone è attraversato da una banda scura di polveri.[3]

M65 può essere osservato con facilità da entrambi gli emisferi terrestri, grazie al fatto che la sua declinazione non è eccessivamente settentrionale; dalle regioni boreali è maggiormente osservabile e si presenta estremamente alto nel cielo nelle notti di primavera, mentre dall'emisfero australe resta sempre mediamente più basso, ad eccezione delle aree prossime all'equatore. È comunque visibile da tutte le aree abitate della Terra.[4] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra febbraio e agosto.

Storia delle osservazioni

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Charles Messier si riferisce a quest'oggetto descrivendolo come una nebulosa molto debole e senza stelle, tributandone la scoperta a Pierre Méchain; fu in seguito riosservata da William Herschel, che la descrisse al contrario come una nube brillante (disponeva di un telescopio più potente) la cui luce diminuisce improvvisamente alla periferia. Per Lord Rosse è una nebulosa curiosa con un nucleo brillante posto più a sinistra.[3]

In questa galassia il 21 marzo 2013 è stata scoperta una supernova, 2013am[5].

Caratteristiche

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Il Tripletto del Leone.

La galassia dista 22 milioni di anni luce da noi; la sua magnitudine apparente è 9,3 ed è quindi meno luminosa della sua compagna M66. La sua morfologia secondo la sequenza di Hubble è Sa, dunque una galassia spirale, sebbene sia vista da un'angolazione molto inclinata, per cui la si può osservare quasi di taglio; i bracci di spirale sono attraversati da un sistema di polveri oscure, in cui nelle immagini ad alta risoluzione sono evidenti stelle azzurre molto luminose, segno che è in atto la formazione stellare. Il suo diametro reale sarebbe di 70000 anni luce e la sua massa pari a 85 miliardi di masse solari.

Il Tripletto del Leone

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Tripletto del Leone.

M65, M66 e NGC 3628 fanno parte di un gruppo di galassie simile al nostro Gruppo Locale, sebbene le sue componenti siano in maggiore interazione fra loro; un alone di idrogeno neutro collega le tre galassie, come esito di un incontro ravvicinato avvenuto circa 800 milioni di anni fa.

  1. ^ a b c d e NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for. URL consultato il 21 ottobre 2006.
  2. ^ Centre de Données astronomiques de Strasbourg, su Results for M65. URL consultato il 9 luglio 2008.
  3. ^ a b Federico Manzini, Nuovo Orione - Il Catalogo di Messier, 2000.
  4. ^ Una declinazione di 13°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 77°; il che equivale a dire che a nord del 77°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 77°S l'oggetto non sorge mai.
  5. ^ (EN) List of Supernovae

Bibliografia

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  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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