Mah Chuchak Begum

consorte Moghul e governatrice di Kabul

Mah Chuchak Begum (... – Kabul, 28 marzo 1564) è stata una nobildonna afghana, consorte dell'imperatore Moghul Humayun. Dopo essere rimasta vedova nel 1556 assunse il governo di Kabul e guidò il suo esercito contro Munim Khan, rappresentante dell'imperatore Akbar.

Mah Chuchak Begum
Consorte dell'imperatore Moghul
In carica1546 –
17 gennaio 1556
NascitaAfghanistan
MorteBala Hissar, Kabul, 28 marzo 1564
DinastiaMoghul
Consorte diHumayun
FigliBakhtunnissa Begum
Farrukh-Fal Mirza
Muhammad Hakim Mirza
Sakina Banu Begum
Amina Banu Begum
ReligioneIslam sunnita

Biografia

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L'ascendenza di Mah Chuchak Begum non è nota, sebbene sia noto che era sorella di Bairam Oghlan di Arghun e Faridun Khan di Kabul[1][2].

Nel 1546 sposò Humayun, imperatore Moghul, da cui ebbe cinque figli, due maschi e tre figlie[1][3][4]. Di questi, suo figlio maggiore sopravvissuto, Muhammad Hakim Mirza, nel 1554 fu nominato dal padre governatore di Kabul, sotto la tutela di Munim Khan, e la nomina fu confermata nel 1556 da Akbar, figlio di Hamida Banu Begum e nuovo imperatore[1].

Nel 1561, Munim cedette il suo posto a suo figlio Ghani Khan, al che Mah Chuchak, ambiziosa e guidata dai consiglieri Fazli Beg e suo figlio Abdulfath, ostili a Ghani, si rifiutò di aprire le porte della città, per poi uccidere i suoi consiglieri e assumere lei stessa il governo. Avvisato da Ghani, Akbar inviò lui e suo padre alla guida di un esercito che Mah Chuchak affrontò e sconfisse a Jalalabad[1][5]. In seguito, accolse Shah Abul Maali, Sayyid di Termez, che era fuggito dalla prigione di Lahore, e gli diede in moglie la figlia Bakhtunnissa Begum[1].

L'alleanza non durò a lungo. Il 28 marzo 1564 Shah Abul Maali uccise Mah Chuchak e il suo consigliere Haidar Qasim, anche se Hakim riuscì a salvarsi con l'aiuto di Mirza Sulaiman di Badakshan, che in seguito lo aiutò a riprendere il controllo della città per conto di Akbar[1].

Discendenza

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Da Humayun, ebbe due figli e tre figlie:[1][4]

Cultura popolare

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  1. ^ a b c d e f g Annemarie Schimmel e Burzine K. Waghmar, The empire of the great Mughals : history, art and culture, London : Reaktion Books, 2004, ISBN 978-1-86189-185-3.
  2. ^ Gulbadan (1902). The History of Humayun (Humayun-Nama). Royal Asiatic Society. p. 260.
  3. ^ Beveridge, Henry (1907). Akbarnama of Abu'l-Fazl ibn Mubarak - Volume II. Asiatic Society, Calcutta. p. 319.
  4. ^ a b Gulbadan (1902). The History of Humayun (Humayun-Nama). Royal Asiatic Society. p. 186.
  5. ^ Rekha Misra (1967). Women in Mughal India, 1526–1748 A.D. Munshiram Manoharlal. p. 24.