Maha Haj

regista e sceneggiatrice israelo-palestinese

Maha Haj Abu al-Assal (in arabo مها الحاج أبو العسل?; in ebraico מהא חאג'?; Nazareth, 1970) è una regista e sceneggiatrice palestinese con cittadinanza israeliana.

Maha Haj Abu al-Assal

Biografia modifica

Figlia di genitori arabi israeliani, ha ottenuto il suo Bachelor of Arts in letteratura inglese e araba presso l'Università Ebraica di Gerusalemme e il suo Master of Arts presso l'Università di Haifa. Ha cominciato la sua carriera nel cinema come arredatrice di scena, lavorando a film come Il tempo che ci rimane (2009) di Elia Suleiman.

Ha esordito come regista di un lungometraggio nel 2016 con Inyanim ishiayim (Personal Matters),[1] vincitore del premio come miglior film al Festival internazionale del cinema di Haifa.[2] Haj ha dettagliato le difficoltà affrontate per ottenere finanziamenti pubblici per il suo film, avendo il Ministro della cultura Limor Livnat stabilito che i progetti che ricevono dei finanziamenti pubblici debbano essere definiti esclusivamente come film israeliani, causando difficoltà a registi come Haj che vogliono mettere in luce l'identità palestinese e/o palestinese-israeliana dei loro film.[1][3] Alla fine, l'Israeli Film Fund ha sostenuto il progetto dopo che Haj e il suo produttore hanno accettato di distribuire il film come lungometraggio israeliano.[1][3] Nel 2022, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes per il film Mediterranean Fever.

Filmografia modifica

Regista e sceneggiatrice modifica

Arredatrice di scena modifica

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Hannah Brown, The Long Road to ‘Personal Matters‘, in Jerusalem Post, 18 marzo 2017. URL consultato il 25 aprile 2019.
  2. ^ (HE) Nirit Anderman, הזוכה בפסטיבל הסרטים בחיפה: "עניינים אישיים" של הבמאית הפלסטינית מהא חאג', in Haaretz, 23 ottobre 2016. URL consultato il 25 aprile 2019.
  3. ^ a b (EN) Anne Joseph, Film-maker Maha Haj: A director's dilemma, in The Jewish Chronicle, 11 maggio 2017. URL consultato il 25 aprile 2019.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN4303152637770420220004 · ISNI (EN0000 0004 6761 9086 · BNE (ESXX5746369 (data) · BNF (FRcb17741978t (data) · J9U (ENHE987007407934905171 · WorldCat Identities (ENviaf-4303152637770420220004