Matthew Buckingham

artista statunitense

Matthew Buckingham (Nevada, 1963) è un artista statunitense.

Matthew Buckingham

Lavora a tempo pieno alla Columbia University e detiene la cattedra del dipartimento di arti visive.[1][2][3][4][5]

Biografia

modifica

Buckingham ha studiato all'Art Institute di Chicago, all'University di Iowa, al Bard College e ha partecipato all'Indipendent Study Program del Whitney Museum. Con l'uso della fotografia, di film, audio, testi e disegni, le sue opere mettono in discussione il ruolo della memoria sociale nella vita di tutti I giorni. Esaminando il modo con cui il passato di manifesta nel presente Buckingham indaga sul potere e sugli effetti della rappresentazione della storia. Protagonisti dei suoi progetti sono lo spazio, il reale e l’immaginario, organizzati in modo da creare un contesto fisico e sociale che solleciti lo spettatore a mettere in discussione i concetti che possiede a priori, imposti dalla società. Le opere di Buckingham indagano sul passato e presente indigeno della Hudson River Valley; sulla “distruzione creativa” della città di St. Louis; sull'inizio della stesura del primo dizionario inglese e sull'impatto che ha avuto il pensiero radicale di Mary Wollstonecraft.

Pubblicazioni

modifica
  • Canal Street Canal
  • Everything I Need
  • False Future
  • Improbable Horse
  • A Man of the Crowd
  • Messages from the Unseen
  • Narratives
  • One Side of Broadway
  • Play the Story
  • Sandra of the Tulip House or How to Live in a Free State
  • The Six Grandfathers from the Cretaceous Period to the Present
  • The Spirit and the Letter
  • Subcutaneous
  • Amos Fortune Road

Buckingham ha tenuto mostre al Brooklyn Museum, New York; a Glassel School of Art, Museum of Fine Arts, Houston; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; Museum of Contemporary Art, Denver, Vancouver; Dallas Museum of Art, Dallas; Des Moines Arts Center, Des Moines; Dundee Contemporary Arts, Dundee; FRAC Bourgogne, Dijon; Henry Art Gallery, Seattle; Fundacion Telefónica, Madrid; Hamburger Bahnhof, National Gallery, Berlin; Lunds Konsthall, Lund; Midway Contemporary Art, Minneapolis; Moderna Museet, Stockholm; Museum Moderner Kunst, Vienna; P.S.1 Contemporary Art Center, New York; St. Louis Museum of Art, St. Louis; Statens Museum for Kunst, Copenhagen; The Kitchen, New York; Westfälischer Kunstverein, Münster. Ha inoltre partecipato alla biennale di Liverpool nel 2006 e alla terza Triennale di Guangzhou nel 2008.

Nell'autunno del 2019, Buckingham è stato incluso nella mostra di gruppo Ancient History of the Distant Future e alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts, dove ha presentato un'opera intitolata The Six Grandfathers, Paha Sapa, in the Year 502-002 C.E., una stampa digitale che rappresenta il Mount Rushmore eroso dal tempo e una linea temporale della montagna a partire dal 66.000.000 a.C.[6]

Premi e riconoscimenti

modifica
  • 2004: Premio "Freund Fellowship", dalla Washington University, Saint Louis
  • 2009: Premio Louis Comfort Tiffany Foundation
  1. ^ (EN) Susan Hodara, Examining 'Light and Landscape,' at Storm King Art Center, in The New York Times, 22 giugno 2012. URL consultato il 26 novembre 2012.
  2. ^ (EN) Karen Rosenberg, ART IN REVIEW; Matthew Buckingham, in The New York Times, 23 marzo 2008. URL consultato il 2 settembre 2012.
  3. ^ (EN) Holland Cotter, ART IN REVIEW; Matthew Buckingham, in The New York Times, 12 dicembre 2003. URL consultato il 2 settembre 2012.
  4. ^ (EN) Brian Sholis, Matthew Buckingham, in Artforum, maggio 2008, p. 381.
  5. ^ (EN) Kyle MacMillan, MCA exhibits showcase big names, big ambitions from Big Apple: Three solo exhibitions highlight artists' divergent styles, in The Denver Post, 22 novembre 2009. URL consultato il 9 dicembre 2012.
  6. ^ (EN) Shannon Eblen, Seeing the Past from the Future, in The New York Times, 23 ottobre 2019, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 7 aprile 2020.

Altri progetti

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN61215890 · ISNI (EN0000 0000 4177 5313 · Europeana agent/base/135949 · ULAN (EN500347053 · LCCN (ENno2002066836 · GND (DE128809175