Il mirino galileiano o anche detto (impropriamente) mirino ottico, è il più semplice tra i mirini oculari ottici, usati in fotografia e nel cinema. Consiste in pratica in un mirino oculare, che sfrutta il sistema ottico del cannocchiale di Galileo da cui prende il nome, con un ingrandimento generalmente unitario (1x) o più specifico in base alle ottiche usate, e che permette di osservare una porzione un pò più ampia dell'inquadratura registrata sul fotogramma. Funziona senza usare l'immagine del obiettivo ed è possibile che all'interno della finestrella si veda una cornice luminosa che indica l'inquadratura, oppure può fornire varie cornici in base al obiettivo montato. Anche questo mirino è soggetto all'errore di parallasse, specialmente quando il soggetto ripreso è molto vicino alla fotocamera e/o il mirino è lontano dall'asse ottico.

Visione a due occhi

Può essere parte integrante della fotocamera o essere una parte a sè stante, che viene usato sulla fotocamera all'esigenza, oppure può essere usato in modo indipendente (in genere, zoom), ad esempio dal direttore della fotografia o dal regista, per la scelta delle inquadrature del girato di un film.

Utilizzo

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Il mirino galileiano più conosciuto come esempio, è quello usato sulle fotocamere a telemetro, tipo Leica e Voigtlander (ecc.). Questi mirini vengono usati spesso sulle fotocamere compatte anche dotate di zoom. In questo caso il mirino è a sua volta uno zoom accoppiato all'obiettivo in modo da dare sempre un'immagine corrispondente. Le fotocamere digitali dispongono anche di un monitor LCD sul dorso, che essendo TTL non è affetto da errori di parallasse: per gli oggetti vicini è quindi preferibile usare il monitor, invece del mirino oculare.

Ingrandimento

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L'ingrandimento del mirino è un dato tecnico che spesso viene presentato nel foglio delle specifiche, o in alcuni casi anche indicato sul corpo del mirino stesso. L'ingrandimento di questi mirini oculari, è relativo alla visione ad occhio nudo (considerata 1x). Essendo uno strumento ottico equivalente al cannocchiale galileiano, usa come riferimento la visione ad occhio nudo; così, quando è indicato un valore di ingrandimento di 0,75x (ad esempio), significa che il mirino rimpicciolisce l'immagine osservata attraverso, rispetto a quella vista ad occhio nudo; oppure, un mirino che indicasse 1,5x, fornirebbe una visione ingrandita di 1,5 volte tanto, rispetto la visione ad occhio nudo, ecc.

Leica M

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Le fotocamere Leica M iniziarono dal modello M3 che forniva un interessante ingrandimento di ~ 0,91x, con una visione solo leggermente rimpicciolita rispetto all'altro occhio, che comunque poteva osservare facilmente di lato; poi col tempo e con la possibilità di utilizzare anche gli obiettivi grandangolari, il mirino Leica ha dovuto modificare i valori, per ampliare il campo visibile, fornendo vari fattori, come lo 0,72x, lo 0,62x, lo 0,82x, e vari altri, in base alle esigenze, ma abbandonando il primo mirino col valore vicino al 1x; tuttavia, con l'ausilio di alcune lenti oculari da inserire sull'oculare del mirino, è ancora possibile aumentare l'ingrandimento di base, anche a valori superiori a 1x, per migliorare la mira con l'utilizzo dei teleobiettivi. Oggi, con i corpi Leica M digitali, è possibile usare il mirino EVF ausiliario, con possibilità di ingrandire una particolare zona del fotogramma, come se ci fosse un ulteriore zoom, fino anche a 10x.

Il vero vantaggio del mirino galileiano sulle macchine ad obiettivi intercambiabili come le Leica M, consiste nel fatto che è veramente molto luminoso anche di notte e anche se si montano ottiche scure (es, f/4 o f/5,6, come molti zoom per reflex), in quanto non influenzano la luminosità della mira. Il campo visuale viene adattato a quello dell'obiettivo in uso, con le cornici luminose, e se ben tarato, il telemetro fornisce anche un ottimo sistema di messa fuoco, con l'immagine tutta focalizzata a tutto campo, tipico del mirino galileiano e diversamente dai mirini a schermo smerigliato, delle reflex, (ad esempio).

Difetti ;-) ... e i pregi ???

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Il mirino galileiano è una soluzione concettualmente semplice ed economica, ma ha diversi difetti:

  • L'immagine che il fotografo vede non è esattamente quella che finirà sulla pellicola; questo errore è minimizzato per oggetti distanti, ma comunque il fotografo dovrà prevedere un certo margine di sicurezza nell'inquadrare.
  • Per oggetti vicini si verifica una spostamento accentuato dell'immagine noto come errore di parallasse.
  • Se la fotocamera cambia obiettivo, dovrebbe cambiare anche il mirino, ovvero il mirino deve essere dotato di un qualche meccanismo che permetta di cambiare l'angolo visuale adeguandolo a quello del nuovo obiettivo. Lo stesso problema si verifica per gli obiettivi zoom.

Galleria d'immagini

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