I Nestjažateli (Russo: нестяжатели, traducibile con il termine "non-possessori") furono un movimento interno alla Chiesa ortodossa russa nel XVI secolo. Guidati da Nilo di Sora prima e da Massimo il Greco in seguito, si opposero alla proprietà fondiaria ecclesiastica entrando in dissidio con un'altra corrente dell'ortodossia russa, i "giosefiti", capeggiati da Giuseppe di Volokolamsk. I nestjažateli furono sconfitti già durante il Sobor del 1503. Al Concilio dei cento capitoli del 1551, passò definitivamente la linea dei giosefiti e fu proclamata l'inviolabilità delle proprietà della Chiesa.[1]

Nella dottrina dei nestjažateli l'assenza di proprietà era per la Chiesa una condizione necessaria per la sua libertà dal bisogno di appoggiarsi al sovrano temporale, e quindi una ragione di nuova superiorità rispetto a quest'ultimo.[2] La spiritualità dei non-possessori è assimilabile a quella di altri movimenti cristiani, come per esempio quella dell'ordine francescano.

Note modifica

  1. ^ John Meyendorff, Rome Constantinople and Moscow: Historical and Theological Studies, St. Vladimir's Seminary Press, Crestwood NY, 1996, pp. 179-180.
  2. ^ Marina Ciccarini, Ultimi roghi. fede e tolleranza alla fine del seicento. Il caso di Andrej Christoforovic Belobockij, Armando Editore, Roma, 2008, p. 16.