Niccolò da Durazzo
Niccolò da Durazzo, o Nicola (Durazzo, XIII secolo – Crotone, tra il 2 ottobre e il 21 novembre 1276), è stato un vescovo cattolico, teologo, diplomatico e umanista italiano, conosciuto anche per il suo alto livello di preparazione nella lingua latina e greca.
Niccolò da Durazzo vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Crotone (1254-1261) |
Nato | XIII secolo a Durazzo |
Nominato vescovo | 2 settembre 1254 |
Deceduto | tra il 2 ottobre e il 21 novembre 1276 a Crotone |
Biografia Modifica
Nato a Durazzo, città all'epoca sotto il dominio veneziano, fu chierico di Camera per conto di Papa Innocenzo IV[1]. Stando ad un'ipotesi elaborata dal filologo Nicola Festa, ma mai confermata, Niccolò da Durazzo potrebbe essere stato uno degli apocrisiari mandati da Giovanni Vatatzes a Papa Innocenzo IV durante la traversata da Durazzo a Brindisi compiuta nel 1250[2][3].
Il 2 settembre 1254 ottenne la promozione da camerario apostolico a vescovo di Crotone di rito greco, uno dei primi all'interno di una diocesi italiana[3].
Verso il 1256 ricevette l'invito a recarsi a Costantinopoli dall'imperatore bizantino Teodoro Lascaris, in quanto non poté rivolgersi ad uno sconosciuto[4], al fine di avere alcune delucidazioni in merito alla dottrina cattolica sulla «processione dello Spirito Santo».
Ebbe un ruolo molto importante durante la lunga fase di trattative diplomatiche e di discussioni teologiche per la riunione delle due chiese dopo lo scisma; questa lunga fase attraversò il periodo della restaurazione del 1261, attuata dall'imperatore bizantino Michele Paleologo, e il Concilio di Lione del 1274. Tra il 1261 e il 1262 lo stesso Michele Paleologo invitò nuovamente il neoeletto vescovo Niccolò a recarsi a Costantinopoli per discutere sulla «verità della Fede».
Morì a Crotone in una data imprecisata compresa tra il 2 ottobre e il 21 novembre del 1276 e, per via del suo presunto legame familiare con il cardinale Goffredo da Alatri[1][3], nominò quest'ultimo suo esecutore testamentario.
Opere Modifica
Su sollecitazione successiva degli imperatori bizantini Teodoro Lascaris e Michele Paleologo, Niccolò da Durazzo redasse in lingua greca un'antologia (Libellus) di citazioni dei Padri orientali con l'obiettivo di dimostrare l'accordo tra Cattolici e Ortodossi sulle questioni teologiche fondamentali, nel quadro dei negoziati tra Roma e Costantinopoli degli anni 1261-4. Ne fece poi una traduzione latina che consegnò a papa Urbano IV in vista dei negoziati con Bisanzio.[5] Nel 1263 o agli inizi del 1264 Urbano IV consegnò la copia autentica del Libellus a San Tommaso d'Aquino, che se ne servì per la stesura del suo Liber contra errores Graecorum.[6]
Note Modifica
- ^ a b Angelo Vaccaro, Kroton, Cosenza, MIT, 1966
- ^ Nicola Festa, «Ancora la lettera di Michele Paleologo a Clemente IV», in Bessarione, vol. IV, 1899, p. 531
- ^ a b c Paolo Sambin, Il vescovo cotronese Niccolò da Durazzo: e un inventario di suoi codici latini e greci, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1954
- ^ Antoine Dondaine, Nicolas de Cotrone, p. 326
- ^ Sancti Thomae de Aquino Opera omnia, t. XL, pp A 18-A 19.
- ^ A. Dondaine, Nicolas de Cotrone et les sources du Contra errores Graecorum de Saint Thomas, in « Divus Thomas. Jahrbuch für Philosophie und Spekulative Theologie » (Freiburg), XXVIII (1950), pp. 313-40.
Bibliografia Modifica
- Paolo Sambin, Il vescovo cotronese Niccolò da Durazzo e un inventario di suoi codici latini e greci (1276), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1954. ISBN 978-88-849-8668-9
- John Julius Norwich, Byzantium: The Decline and Fall, New York, Alfred A. Knopf, 1996. ISBN 0-670-82377-5
Voci correlate Modifica
Controllo di autorità | VIAF (EN) 31883477 · LCCN (EN) nr95004164 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr95004164 |
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