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I nut (o dadi) sono blocchetti di metallo di varie forme e dimensioni, che vengono utilizzati come mezzi di assicurazione e/o progressione durante l'ascensione di una parete di roccia. Sono muniti di cavetto metallico o di un anello di cordino, entrambi di adeguato carico di rottura.[1]

Un moschettone con agganciati vari tipi di nut forniti di cavetto metallico, e in mezzo l'attrezzo per rimuoverli dalla roccia

Descrizione modifica

Rispetto ai chiodi, sono di utilizzo più rapido e vengono rimossi più facilmente dal secondo di cordata; non richiedono l'uso del martello in quanto vengono semplicemente incastrati in fessure/buchi e sono più rispettosi dell'integrità della parete ascesa. Il loro posizionamento deve essere attentamente valutato per impedire lo sfilarsi del nut dalla cavità utilizzata. A questo scopo, spesso può rivelarsi utile un secondo nut, anche di minima tenuta, ma contrapposto e che mantenga in trazione il primo per mantenerlo fisso in posizione corretta.

I più usati sono in lega leggera, di forma tronco conica, regolare o spesso lievemente asimmetrica, per rafforzare la tenuta alla trazione, e allo sfilarsi dalla parete, con una componente di rotazione, durante un eventuale strappo.

I nut furono introdotti dagli arrampicatori americani negli anni sessanta. Questi li utilizzavano nelle fessure regolari del granito delle Montagne Rocciose, e ancor oggi l'utilizzo ottimale dei nut è appunto in fessure profonde e regolari. Devono il loro nome di dadi alle prime forme artigianali realizzate per l'appunto passando un cordino all'interno dei dadi normalmente utilizzati per bloccare le traversine dei binari ferroviari.

Note modifica

  1. ^ CNSASA, p. 88.

Bibliografia modifica

  • Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera, Blocchetti da incastro fissi e regolabili, in Alpinismo su roccia, Milano, Club Alpino Italiano, 2008, pp. 87-90, ISBN 978-88-7982-024-0.

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