Olivia Hedges-White

Lady Olivia Charlotte Hedges-White, baronessa Ardilaun (27 agosto 1850Dublino, 13 dicembre 1925) è stata una nobildonna e filantropa irlandese, discendente dei capi di McCarthy, era, dopo la monarca britannica, la donna più ricca del suo tempo in Gran Bretagna e in Irlanda[1].

Olivia Charlotte Hedges-White, baronessa Ardilaun

Biografia modifica

Olivia era la figlia di William Hedges-White, III conte di Bantry, e di sua moglie, Jane Herbert[2]. La sua famiglia viveva a Muckross House, nella contea di Kerry dal 1650.

Matrimonio modifica

Sposò, il 16 febbraio 1871 a Bantry[3], Arthur Guinness, I barone Ardilaun (1 novembre 1840-20 gennaio 1915), figlio di Sir Benjamin Guinness. Non ebbero figli[4][5][6].

Lady Ardilaun amava dipingere, collezionare i suoi acquerelli in un album rilegato ed era membro della Water Colour Society of Ireland. Le opere includono il paesaggio intorno ad Ashford Castle, la residenza principale della famiglia, e le viste dalla casa di famiglia alla periferia di Dublino. La coppia ha completamente ricostruito la casa di Dublino, ribattezzandola da Thornhill a St Anne's, oltre a organizzare una grande aggiunta ad Ashford Castle. Quando finirono, fu considerata una grande villa e ospitò il principe, in seguito re Giorgio V e la Regina Vittoria. Olivia era conosciuta per i suoi giardini e vennero chiamate diverse rose con il suo nome, oltre che altre varietà di fiori[7][8][9].

La coppia era conosciuta per le feste sontuose e la grande ospitalità dimostrata, così come la loro natura filantropica. Lady Ardilaun ha lavorato con il Mercer Charity Hospital come benefattrice e visitando regolarmente i pazienti[10]. Divenne anche mecenate delle arti e fu molto ammirata da Lady Gregory[11][12].

Lady Ardilaun sostenne i soldati irlandesi durante la prima guerra mondiale, fornendo pacchetti di assistenza e lettere. Ha mantenuto tutta la corrispondenza, fornendo una grande risorsa per gli storici successivi[13].

Morte modifica

Tuttavia, dopo la morte del marito e lo sconvolgimento della guerra d'indipendenza irlandese e la guerra civile irlandese poi, Lady Ardilaun ritirò a St Anne's. Sempre più isolata e isolata dal suo stato e dalla sua storia, ha permesso alla casa di cadere in rovina e negli ultimi anni si è trasferita nello Shelbourne Hotel, dove è morta il 13 dicembre 1925, all'età 75 anni[1][6][14][15][16].

Note modifica

  1. ^ a b Kevin Corcoran and Teddy Cook, National Heritage Week 2013: “The Descent of Olive, Lady Ardilaun” (PDF), su corkcoco.ie. URL consultato il 13 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2019).
  2. ^ Census 1901, su census.nationalarchives.ie.
  3. ^ (EN) Irish Genealogy (PDF), su civilrecords.irishgenealogy.ie.
  4. ^ Person Page, su Main Page, 7 settembre 2003. URL consultato il 17 settembre 2018.
  5. ^ William Bortrick, The Official Website, su Burke’s Peerage, 13 dicembre 1925. URL consultato il 17 settembre 2018.
  6. ^ a b Lady Ardilaun « The Irish Aesthete, su The Irish Aesthete « This is not an Oxymoron, 6 ottobre 2014. URL consultato il 17 settembre 2018.
  7. ^ Ray Desmond, Dictionary Of British And Irish Botanists And Horticulturists Including plant collectors, flower painters and garden designers, CRC Press, 25 febbraio 1994, pp. 303–, ISBN 978-0-85066-843-8.
  8. ^ Botanical Name: Hebe Lady Ardilaun, su pga.com.au.
  9. ^ GREEN CAILIN, Sunny September Walk in Cong, su greencailingarden.com. URL consultato il 13 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2018).
  10. ^ Michele Guinness, Genius of Guinness: The Enduring Legacy of an Irish Dynasty, Ambassador International, 19 agosto 2017, pp. 153–, ISBN 978-1-62020-704-8.
  11. ^ Judith Hill, Lady Gregory: An Irish Life, Collins Press, 14 aprile 2011, pp. 426–, ISBN 978-1-84889-935-3.
  12. ^ Robert Goode Hogan e Richard Burnham, The Years of O'Casey, 1921-1926: A Documentary History, University of Delaware Press, 1992, pp. 30–, ISBN 978-0-85105-428-5.
  13. ^ (EN) LADY ARDILAUN AND THE GREAT WAR. An album compiled by Olive Guinness, su www.the-saleroom.com.
  14. ^ (EN) Irish Genealogy (PDF), su civilrecords.irishgenealogy.ie.
  15. ^ Elizabeth Grubgeld, Anglo-Irish Autobiography: Class, Gender, and the Forms of Narrative, Syracuse University Press, 2004, pp. 53–, ISBN 978-0-8156-3041-8.
  16. ^ Chrissy Osborne, Michael Collins: Himself, Mercier Press Ltd, 2003, pp. 84–, ISBN 978-1-85635-407-3.
Controllo di autoritàVIAF (EN315675025
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie