Omphake
Omphàke (Ὀμφάκη) era una città sicana citata da Stefano di Bisanzio, il quale cita[1] il racconto che ne fa Filisto, nel libro IV della sua opera Sikelikà. I suoi abitanti si chiamano Omfacei (Ὀμφακαῖοι). Il suo nome deriva dal greco ὄμφαξ che vuol dire uva acerba, probabilmente per la presenza di viti selvatiche nella zona.
Omphake | |
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Nome originale | Ὀμφάκη |
Amministrazione | |
Dipendente da | Gela |
Territorio e popolazione | |
Nome abitanti | Omfacei (Omfakioi in greco) |
Lingua | sicano, greco |
Coordinate | 37°11′04.2″N 14°11′13.2″E |
Pausania nella sua Periegesi sulla Grecia[2] ci svela che la città fu occupata da Antifemo, fondatore di Gela, quindi divenne una sub-colonia della chora geloa. Antifemo saccheggiò la città e sottrasse un άγαλμα (statuetta) e xoana[3] (cioè statue di divinità) creati dall'architetto e scultore Dedalo.
Grazie a un frammento ritrovato attribuito all'opera storiografica di Filisto[4], sappiamo che i mercenari siracusani, dopo la caduta di Trasibulo e l'instaurazione della democrazia a Siracusa, la usarono come avamposto contro Gela, nel 465 a.C.
La sua collocazione è incerta; Orsi la collocò presso Monte San Mauro (Caltagirone). Grazie a studi recenti (Orlandini) la città è stata individuata nel sito dell'odierna Butera, che si trova appunto a nord di Gela, nella quale rilevanti e cospicui ritrovamenti archeologici sembrerebbero confermare questa ipotesi[5].
Note
modifica- ^ Stefano di Bisanzio, Ethnikà, O493.8.
- ^ Pausania, Periegesi sulla Grecia, 8.46.2 (Ἀντίφημος ὁ Γέλας οἰκιστὴς πόλισμα Σικανῶν Ὀμφάκην πορθήσας μετεκόμισεν ἐς Γέλαν ἄγαλμα ὑπὸ Δαιδάλου).
- ^ Pausania, Periegesi sulla Grecia, 9.40.4 (καὶ ἐς Γέλαν τὴν ἐν Σικελίᾳ κομισθεῖσιν ἐξ Ὀμφάκης, ἀφανισθῆναί σφισιν ὁ χρόνος καθέστηκεν αἴτιος.).
- ^ Filisto, POxy655 (των εν Ὀμφάλοι και Κακυροι ξενων επί Γέλαν στρατεια. βοηθεια Συρακοσιων Γελωοιοις και π[...] των ξενων προς Συρακοσιους).
- ^ Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole Tirreniche, anno 1985, pp. 219-225 G. Bejor.