Palla de' Mozzi
Palla de' Mozzi è un'opera in tre atti di Gino Marinuzzi, su libretto di Giovacchino Forzano, La prima rappresentazione era al Teatro alla Scala, di Milano, il 5 aprile 1932.
Palla de' Mozzi | |
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Titolo originale | Palla de' Mozzi |
Lingua originale | italiano |
Musica | Gino Marinuzzi |
Libretto | Giovacchino Forzano |
Atti | tre |
Prima rappr. | 5 aprile 1932 |
Teatro | Teatro alla Scala, Milano |
Personaggi | |
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Rappresentazioni successive
modificaL'opera conobbe un decennio di frequenti e importanti riprese dall'anno del suo debutto fino all'ultima rappresentazione conosciuta al Teatro dell'Opera di Roma nel 1942: fu eseguita in Italia a Palermo, Genova, Napoli, Trieste, Bologna, e fu rappresentata anche a Buenos Aires e Berlino. Eccezion fatta per le repliche napoletane, tutte le riprese furono dirette da Marinuzzi stesso.[1] Dopo un'oblio di ottant'anni, l'opera fu ripresa come spettacolo inaugurale della stagione lirica 2020 al Teatro Lirico di Cagliari.
Primi interpreti
modificaRuolo | Registro vocale | Interprete |
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Palla de' Mozzi | baritono | Benvenuto Franci |
Signorello | tenore | Galliano Masini |
Il Montelabro | baritono | Aristide Baracchi |
Anna Bianca | soprano | Gilda Dalla Rizza |
Il vescovo | basso | Andrea Mongelli |
Nicolò | basso | Canuto Sabat |
Giomo | tenore | Giuseppe Nessi |
Spadaccia | baritono | Natale Villa |
Il mancino | tenore | Emilio Venturini |
Straccaguerra | tenore | Nello Palai |
Il capo dei Lanzi | basso | Carlo Walter |
Due suore | soprani | Margherita Carosio, Mary Falliani |
Trama
modificaPalla de' Mozzi, capitano di ventura spietato e sanguinario nonché successore di Giovanni delle Bande Nere, conquista per la Repubblica di Siena il castello del Montelabro, e imprigiona il signore del castello con la figlia, Anna Bianca. Lasciando il castello Palla abbandona la ragazza alla mercé dei suoi capitani che se la disputano a dadi per decidere chi potrà violentarla. Suo figlio, Signorello, innamorato della ragazza, la ottiene per sé e, come pegno d'amore, libera suo padre e lo fa fuggire, salvandolo da morte certa.
Ritornato Palla, viene informato della condotta del figlio e del tradimento, e ne ordina la condanna a morte: di fronte alla ribellione dei suoi soldati che intercedono per la grazia di Signorello, ispirati da Anna Bianca stessa che esorta alla pietà dato che è il giorno di Pasqua, Palla de' Mozzi si suicida per la vergogna, lasciando al figlio il sogno di Giovanni delle Bande Nere di unificare l'Italia sotto un'unica bandiera.
Note
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