Paolo Peli

militare italiano, medaglia d'oro al valor militare

Paolo Peli (Polaveno, 21 settembre 1895Podlabuk, 25 ottobre 1917) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Paolo Peli
NascitaPolaveno, 21 settembre 1895
MortePodlabuk (Passo di Zagadran), 25 ottobre 1917
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto128º Reggimento fanteria "Firenze"
Anni di servizio1915-1917
Gradosergente
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia degli Altipiani
Battaglia della Bainsizza
Battaglia di Caporetto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia modifica

Nacque a Polaveno, provincia di Brescia, il 21 settembre 1895, figlio di Luigi e Caterina Palini, all'interno di una famiglia di agricoltori.[1] Divenuto un abile operaio emigrò in Svizzera e poi in Austria per lavoro. Rimpatriato dopo lo scoppio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico, il 1 giugno 1915 fu chiamato a prestare servizio nel Regio Esercito assegnato in servizio al 50º Reggimento fanteria.[1] Nel mese di settembre raggiunse la zona di operazioni in forza al 149º Reggimento fanteria della Brigata Trapani.[1] Promosso caporale nel marzo 1916 e sergente nel mese di settembre, frequentò un breve corso presso la scuola mitraglieri di Brescia e poi venne assegnato alla 671ª Compagnia mitragliatrici Fiat in servizio dapprima al 77º Reggimento fanteria e poi al III Battaglione del 128º Reggimento fanteria della Brigata Firenze.[3] Nell'agosto 1917 venne decorato con una medaglia di bronzo al valor militare per essersi distinto in combattimento sul Kobilek, dove rimasto ferito si rifiutò di abbandonare il suo posto di combattimento.[1] Il 25 ottobre 1917, con l'inizio della battaglia di Caporetto, si trovava sul Monte Podlabuk, nei pressi del passo Zagradan, dove oppose una strenua resistenza all'avanzare del nemico.[3] Durante il combattimento si accorse che il nemico aveva oltrepassato le difese laterali e portò subito la sua arma allo scoperto per fermarne l'avanzata.[4] Per alcune ore, con il tiro della mitragliatrice, riuscì a fermare l'avanzata venendo ferito ad un braccio da un rinnovato assalto austriaco.[4] Non abbandonò l'arma neanche quando quest'ultima venne resa inservibile dal tiro avversario.[4] Invitato ad arrendersi, rifiutò decisamente l'offerta, e si difese con la sua pistola fino a che non cadde colpito a morte da una pallottola in fronte.[4] Con Decreto Luogotenenziale del 16 agosto 1918 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[5]

Onorificenze modifica

«Capo mitragliatrice, per meglio battere il nemico, metteva in postazione la propria arma fuori della linea, completamente allo scoperto. Per ben sette ore, con calma e coraggio, sempre in piedi ed in vista dell’avversario, faceva fuoco contro di esso, falciandone inesorabilmente i nuclei che tentavano avvicinarsi alle nostre posizioni, noncurante del fuoco che già aveva colpito parecchi militari a lui vicini. Ferito egli stesso ad un braccio, non abbandonava la propria arma, e di fronte all’incalzare dell’avversario, fulgido esempio di fermezza e di alto sentimento del dovere, seguitava indomito a far fuoco, deciso a morire piuttosto che arrendersi. Avuta l’arma messa fuori uso e sopraffatto dal nemico, che lo aveva circondato, continuava a difendersi accanitamente con la pistola, finché, colpito ancora in fronte da una palla avversaria, perdette gloriosamente la vita. Podlabuk - Passo di Zagradan, 25 ottobre 1917 [6]»
— Decreto Luogotenenziale 16 agosto 1918.
«Animato da alto sentimento del dovere e pieno di fede e di coraggio, non appena effettuava la conquista di un fortino, prontamente prendeva posizione allo scoperto con la propria mitragliatrice contro una mitragliatrice nemica ed efficacemente la controbatteva nonostante le perdite che si andavano verificando tra i propri serventi. Due giorni dopo, quando i compagni esitavano a passare in un camminamento preso d'infilata da mitragliatrici avversarie, con grande sprezzo del pericolo, sotto il vivo fuoco nemico, metteva la sua mitragliatrice in posizione, e, sempre allo scoperto, iniziava un intenso tiro contro le armi avversarie contribuendo efficacemente al buon esito dell'azione. Vobilek, 20-22 agosto 1917

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

Bibliografia modifica

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare dal 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 162.
  • Emanuele Cerruti, Bresciani alla Grande Guerra: Una storia nazionale, Milano, Franco Angeli Editore, 2017.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica