Picea alcoquiana var. acicularis

varietà di peccio

Picea alcoquiana var. acicularis (Maxim. ex Beissn.) Fitschen, 1930, è una varietà naturale di P. alcoquiana appartenente alla famiglia delle Pinaceae, endemica della zona vulcanica di Yatsugatake, nell'isola di Honshū, in Giappone.[1]

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Picea alcoquiana var. acicularis
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisionePinophyta
ClassePinopsida
OrdinePinales
FamigliaPinaceae
GenerePicea
SpecieP. alcoquiana
Nomenclatura trinomiale
Picea alcoquiana var. acicularis
(Maxim. ex Beissn.) Fitschen, 1930
Sinonimi

Picea acicularis Maxim. ex Beissn.

Etimologia

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Il nome generico Picea, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare da Pix picis = pece, in riferimento all'abbondante produzione di resina.[2] Il nome specifico alcoquiana fu assegnato da John Gould Veitch in onore di Rutherford Alcock, ambasciatore inglese allora in carica in Giappone, che lo accompagnò nella ascesa del Fuji, durante la quale venne collezionata per la prima volta la specie.[3] L'epiteto acicularis deriva dal latino (da aciculus = aghetto), e si riferisce alle punte particolarmente affusolate dei coni femminili.[4][5]

Descrizione

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Questa varietà si distingue da P. alcoquiana per i giovani ramoscelli, pubescenti, per gli aghi lunghi 1,3-2,5 cm di color glauco e fortemente ricurvi, e per i coni femminili lunghi 6-15 cm dalla punta particolarmente affusolata.[5]

Distribuzione e habitat

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Cresce a quote comprese tra 1200 e 1950 m, prediligendo suoli vulcanici o podzolici. Il clima dell'habitat è fresco e umido, caratterizzato da inverni freddi e nevosi, con precipitazioni annue comprese tra 1000 e 2500 mm. Vegeta in foreste miste di conifere alle quote elevate, in associazione con Picea jezoensis hondoensis, Tsuga diversifolia, Larix kaempferi, Pinus parviflora, Abies veitchii e Abies mariesii; a quote meno elevate anche con caducifoglie come Betula ermanii, Betula grossa, Sorbus commixta, Quercus mongolica var. grosseserrata, Alnus hirsuta var. sibirica e Prunus maximowiczii[1]

Tassonomia

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La classificazione di questa varietà, datata al 1930, viene accettata sia da Govaerts sia da Farjon, tuttavia altre recenti interpretazioni (Katsuki et al. 2004) la contestano ritenendo questo taxon una variante morfologica di P. koyamae.[6][7]

Il peccio di Alcock non ha grande importanza economica, tuttavia, al pari di altre specie di pecci giapponesi, il suo legno viene utilizzato nell'industria cartaria e per la fabbricazione di strumenti musicali, anche fuori dal Giappone. Introdotto in Europa e America, è comunque confinato a orti e giardini botanici, spesso conosciuto con il sinonimo P. bicolor.[1]

Conservazione

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Con un areale primario stimato di circa 500 km² e un areale secondario stimato di 5000 km², ha un passato di sovra-sfruttamento e attualmente questa varietà è sottoposta anche alla competizione di altre specie introdotte dall'uomo per usi forestali. Per questi motivi viene classificata come Specie in pericolo nella Lista rossa IUCN.[1]

  1. ^ a b c d e (EN) Farjon, A. & Carter, G. 2013., Picea alcoquiana var. acicularis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Picea alcoquiana var. acicularis, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 1º maggio 2020.
  3. ^ Picea alcoquiana, su American Conifer Society. URL consultato il 1º maggio 2020.
  4. ^ Etimologia dei nomi botanici e micologici, su Acta plantarum.
  5. ^ a b (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.):Revised and Updated Edition, Brill, 2017, pp. 573-574. URL consultato il 1º maggio 2020.
  6. ^ Picea alcoquiana (Veitch ex Lindl.) Carrière, su Threatened conifers of the world. URL consultato il 1º maggio 2020.
  7. ^ (EN) Picea alcoquiana var. acicularis (Maxim. ex Beissn.) Fitschen, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 01/5/2020.

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