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La pitiriasi alba è un disturbo della pigmentazione cutanea che si manifesta con aree più o meno estese di ipomelanosi.

Pitiriasi alba
Specialitàdermatologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM696.5
ICD-10L30.5
MedlinePlus001463
eMedicine1068868 e 762656

Epidemiologia

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La pitiriasi alba interessa soprattutto i bambini di età compresa tra i 3 e i 16 anni, con maggiore incidenza nei maschi.[1] Benché sia più evidente negli individui di carnagione scura, colpisce maggiormente gli individui di carnagione chiara.[2]

Eziologia e patogenesi

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Ad oggi, non si conosce la causa della pitiriasi alba. Tuttavia, tali lesioni possono presentarsi nel contesto di una dermatite atopica o di una psoriasi, associazione che suggerisce una causa infiammatoria come terreno patogenetico della pitiriasi alba. A sostegno di questa ipotesi vi è inoltre il quadro istopatologico che mostra una diminuzione dei melanociti e dei melanosomi, infiltrazione dermica e ipercheratosi con paracheratosi, reperti caratteristici di diversi quadri infiammatori cutanei.[3][4]

Profilo clinico

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La pitiriasi alba appare come una macchia bianca di forma circolare od ovalare, non dolente e non pruriginosa, singola o comunque in numero limitato. Differentemente dalla vitiligine, le macchie non sono mai completamente bianche; la superficie centrale è finemente desquamante, i margini sfumati. Benché le macchie possano presentarsi ovunque (soprattutto sulla superficie estensoria delle articolazioni), compaiono più frequentemente a livello della fronte, dei prolabi, delle guance e degli zigomi. Per il contrasto con la cute circostante, le macchie sono più visibili in estate o comunque sulla cute abbronzata.

Profilo diagnostico

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Il semplice contesto anamnestico e un accurato obiettivo forniscono elementi sufficienti per porre diagnosi di pitiriasi alba. La diagnosi differenziale si pone con la vitiligine, la pitiriasi versicolore e le ipocromie post-traumatiche.

Terapia

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La pitiriasi alba non necessita di una terapia, essendo comunque una condizione autolimitante.[5] Creme emollienti o blandi corticosteroidi (questi ultimi solo per due settimane) possono essere usati per limitare la comparsa delle discromie.[6] Nel periodo estivo, l'utilizzo di creme schermanti è utile per limitare il contrasto con la cute circostante. In gravi casi selezionati, può essere utile instaurare una terapia PUVA[7] È stata inoltre dimostrata la validità di una terapia rapida alternativa con il tacrolimus (0.1%).[8]

  1. ^ Blessmann Weber M, Sponchiado de Avila LG, Albaneze R, Magalhães de Oliveira OL, Sudhaus BD, Cestari TF, Pityriasis alba: a study of pathogenic factors, in Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology : JEADV, vol. 16, n. 5, 2002, pp. 463–8, DOI:10.1046/j.1468-3083.2002.00494.x, PMID 12428838.
  2. ^ Laude TA, Approach to dermatologic disorders in black children, in Seminars in dermatology, vol. 14, n. 1, 1995, pp. 15–20, DOI:10.1016/S1085-5629(05)80034-3, PMID 7742234.
  3. ^ Vargas-Ocampo F, Pityriasis alba: a histologic study, in Int. J. Dermatol., vol. 32, n. 12, 1993, pp. 870–3, DOI:10.1111/j.1365-4362.1993.tb01401.x, PMID 8125687.
  4. ^ Freedberg, et al. (2003). Fitzpatrick's Dermatology in General Medicine. (6th ed.). McGraw-Hill. ISBN 0071380760.
  5. ^ Lin RL, Janniger CK, Pityriasis alba, in Cutis; cutaneous medicine for the practitioner, vol. 76, n. 1, 2005, pp. 21–4, PMID 16144284.
  6. ^ Harper J, Topical corticosteroids for skin disorders in infants and children, in Drugs, 36 Suppl 5, 1988, pp. 34–7, PMID 2978289.
  7. ^ Di Lernia V, Ricci C, Progressive and extensive hypomelanosis and extensive pityriasis alba: same disease, different names?, in Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology : JEADV, vol. 19, n. 3, 2005, pp. 370–2, DOI:10.1111/j.1468-3083.2004.01170.x, PMID 15857470.
  8. ^ Rigopoulos D, Gregoriou S, Charissi C, Kontochristopoulos G, Kalogeromitros D, Georgala S, Tacrolimus ointment 0.1% in pityriasis alba: an open-label, randomized, placebo-controlled study, in Br. J. Dermatol., vol. 155, n. 1, 2006, pp. 152–5, DOI:10.1111/j.1365-2133.2006.07181.x, PMID 16792767.

Bibliografia

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  • Paolo Fabbri, Carlo Gelmetti, Giorgio Leigheb, Manuale di dermatologia medica, Torino - Milano, Elsevier Masson, 2010, ISBN 978-88-214-3122-7.
  • Fabio Ayala - Paolo Lisi - Giuseppe Monfregola, Malattie cutanee e veneree, Padova, Piccin, 2007, ISBN 978-88-299-1846-1.

Voci correlate

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