Polmonite atipica
Per polmonite atipica si intende una polmonite causata da microrganismi meno frequentemente associati a questa patologia.
Polmonite atipica primaria | |
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Specialità | pneumologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 486 |
MedlinePlus | 000079 |
Storia modifica
Venne descritta per la prima volta da Reimann, nel 1938, il quale coniò il termine "polmonite atipica primaria", dopo aver osservato 7 pazienti con sintomi respiratori, sintomi sistemici, decorso protratto e guarigione graduale.[1]
Eziologia modifica
Gli agenti eziologici più frequenti sono Mycoplasma pneumoniae, Legionella pneumophila e Chlamydophila pneumoniae, Chlamydophila psittaci (psittacosi), Francisella tularensis (tularemia), e Coxiella burnetii (febbre Q).[2]
Caratteristiche modifica
Alcune caratteristiche la definiscono come atipica:
- meno frequenti delle polmoniti "tipiche" da Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, Staphylococcus;
- ha generalmente decorso subacuto;
- causano spesso un interessamento sistemico multiorgano (quadro caratteristico di tutte le polmoniti atipiche);
- non rispondono agli antibiotici beta-lattamici.
Clinica modifica
Polmonite da Mycoplasma pneumoniae modifica
Si tratta della forma più comune di polmonite atipica primaria. Colpisce soprattutto bambini ed adolescenti mentre gran parte degli adulti sono immuni in seguito a precedenti esposizioni. Benché l'esposizione a M. pneumoniae dia luogo nella maggior parte dei casi ad una colonizzazione asintomatica, una parte dei pazienti, dopo 10-14 giorni di incubazione, può sviluppare tracheobronchite che a sua volta può degenerare in una polmonite. Il quadro è caratterizzato da febbre moderata, tosse secca non produttiva che col tempo diventa mucoide o più raramente mucopurulenta, cefalea, malessere mentre a differenza di altre forme di polmonite non sono comuni dispnea, mialgie, artralgie e sintomi gastrointestinali. In una piccola parte dei pazienti possono manifestarsi complicanze gravi quali meningite, encefalite, paralisi, neuropatia periferica, sindrome di Guillain-Barré e più raramente pericardite, miocardite, anemia emolitica autoimmune (soprattutto nei bambini), artrite e quadri dermatologici come eritema nodoso, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson. La sintomatologia persiste generalmente per circa 2 settimane. All'RX torace si rilevano infiltrati localizzati soprattutto alle basi. La diagnosi di conferma si ottiene con la ricerca degli anticorpi anti-M. pneumoniae tramite fissazione del complemento o con test immunoenzimatici che possiedono maggiore sensibilità. La conferma si può ottenere mediante lavaggio broncoalveolare o prelievo dell'espettorato e successiva coltura ma la tecnica richiede tempi lunghi ed è grava da percentuali di successo relativamente basse. La terapia si basa sulla somministrazione di un'antibioticoterapia a base di una tetraciclina o di un fluorochinolone negli adulti mentre per i bambini si utilizza l'eritromicina. Il batterio è intrinsecamente resistente a penicilline, cefalosporine e vancomicina non avendo la parete cellulare.
Note modifica
- ^ vedi http://www.emedicine.com/emerg/topic467.htm, Pneumonia, mycoplasma
- ^ http://www.emedicine.com/med/topic1852.htm. Pneumonia, Bacterial
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 52526 |
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