Io credo nell'Islam. Credo in Allah e in una religione di pace.
— Muhammad Ali.
La
zakat (in
arabo arabo زكاة) è il dettame religioso di
purificazione, uno dei
cinque pilastri dell'islam. La religione islamica intende la purificazione come un atto di
elemosina, termine con il quale viene solitamente tradotto questo dettame islamico. La zakat non ha in sé alcun elemento di volontarietà (per la vera e propria elemosina si usa il termine
sadaqa) e serve appunto a rendere lecita e fruibile la propria ricchezza materiale. A ciò si provvede col pagamento di una parte dei propri guadagni (calcolando un minimo esente che può variare a seconda dei luoghi e dei tempi) che andrà, in forma di solidale aiuto, alle comunità
islamiche più disagiate — specialmente i poveri, gli orfani e le vedove — ma che potrà essere destinata a diversi scopi pii (quali ad esempio gli aiuti per i viandanti pellegrini o per migliorare l'espressione pubblica della propria fede). L'
Islam ha per lunghi secoli provveduto a far ciò affidando la gestione della zakat al potere
califfale o ai suoi sostituti politici locali e la sua percezione avveniva per il tramite di appositi funzionari di nomina califfale (gli "agenti", o
umala) che applicavano precisi tabellari nell'esigere quanto dovuto o in numerario o in beni prodotti. Con la fine del califfato tale esazione è diventata nei fatti del tutto volontaria ma non è venuta meno. I fedeli islamici infatti calcolano da sé quanto dovrebbero versare e provvedono a destinare l'ammontare a organizzazioni di
beneficenza.